Pubblicato il 17 Ottobre 2023
A Midsummer Night's Dream di Britten reso magico da regia costumi luci e orchestra
Meraviglioso Sogno di una notte servizio di Simone Tomei

202317_Ge_00_AMidsummerNightSDream_SydneyMancasolaGENOVA - Il Teatro Carlo Felice ha inaugurato la stagione lirica 2023-2024 con il capolavoro di Benjamin Britten scritto nel 1960 con la collaborazione del librettista e suo compagno di vita Peter Pears tratto dall’omonima commedia shakesperiana: A Midsummer Night’s Dream. Non è sicuramente il primo compositore a tradurre in musica quel lavoro letterario e questo rappresenta un ulteriore omaggio del più grande compositore inglese del Novecento al più grande poeta della sua patria ed il libretto di Pears è, nella sostanza, molto fedele al testo letterario: «... Nove parole soltanto in questo libretto non sono di Shakespeare: divertitevi a cercarle...» fu una frase del compositore durante la presentazione della sua opera ad Amsterdam all'inizio della tournée mondiale dello spettacolo che ebbe la sua prima assoluta ad Aldeburgh l'11 giugno 1960.
Lo stimolo alla composizione di questo è ricordata dallo stesso Britten con queste parole: «... nell'agosto del 1959 vennero iniziate varie modifiche di carattere tecnico alla Jubilee Hall e parallelamente presi la decisione di scrivere una nuova opera da rappresentare alla serata inaugurale della prossima edizione del festival di Aldeburgh: non c'era affatto il tempo di stendere un libretto originario e cosi rivolsi le mie attenzioni ad un testo che da anni esercitava sul mio animo un'ammaliante seduzione e che era pressoché già pronto...

202317_Ge_01_AMidsummerNightSDream_scena 202317_Ge_02_AMidsummerNightSDream_scena
202317_Ge_03_AMidsummerNightSDream_facebook

Io ho sempre nutrito una passione sconfinata per  'Un sogno di una notte di mezza estate' e, man mano che invecchio, noto che le mie predilezioni s'incentrano sempre più sugli approdi artistici degli autori più vicini o più lontani nel tempo: questo testo teatrale evoca in me l'immagine di una creatura nel fulgore della sua adolescenza, indipendentemente dalla giovane età che poteva avere Shakespeare quando scrisse 'Un sogno'. Dal punto di vista operistico un interesse assai eccitante è fornito dalla simultanea sua tridimensionalità nell'interazione di tre gruppi autonomi di personaggi — gli innamorati, gli artigiani, le fate. Normalmente quando procedo alla stesura di un'opera ho sempre anteposto al libero sgorgare dell'ispirazione musicale la concreta definizione del testo, sono solito infatti avviare rapporti di strettissima collaborazione con il librettista per decidere pariteticamente assieme le linee del soggetto e della sua riduzione: è successo con Crozier («Albert Herring»), con Forster («Billy Budd») e con Plomer («Gloriana»), e da quella specifica sbozzatura compiuta in comune, l'opera ha potuto prender vita come una scultura. Nel caso di 'Un sogno di una notte di mezza estate' il primo obiettivo che m'ero proposto è stato quello di tracciarne le linee essenziali per una progressione teatrale... e non mi sento affatto in colpa per aver tagliato una buona metà dei versi di Shakespeare. L'inizio della composizione musicale ebbe luogo in ottobre per concludersi definitivamente nella primavera successiva, la sera del venerdì santo: sette mesi in tutto, strumentazione compresa. Anche se non ho eguagliato i primati di un Mozart o di un Verdi, quel tempo mi è bastato, proprio perché avevo maturato sufficientemente in me lo spirito dell'opera, sbozzandone poi esattamente i lineamenti essenziali
L’allestimento proposto a Genova, in collaborazione con Royal Opera House di Muscat (Oman) è stato affidato al regista Laurence Dale con scene costumi di Gary McCann, le coreografie di Carmine de Amicis e le luci di John Bishop.
Nella messa in scena genovese tutto ruota intorno al luogo prediletto della commedia: la foresta, alberi che girano ruotando sul palcoscenico atti a creare gli ambienti scenici richiesti dalla drammaturgia. I colori tendenzialmente cupi della selva si ravvivano con gli splendidi costumi e tagli di luce mozzafiato. Tutto scorre con naturalezza e nel terzo atto anche il proscenio diventa elemento indispensabile a rappresentare il parterre della commedia degli artigiani - il teatro nel teatro - costruita e riproposta con elegante ilarità.

202317_Ge_04_AMidsummerNightSDream_ChristopherAinslie202317_Ge_05_AMidsummerNightSDream_SydneyMancasola202317_Ge_06_AMidsummerNightSDream_DavidShipley
202317_Ge_07_AMidsummerNightSDream_Amanti1  202317_Ge_08_AMidsummerNightSDream_Amanti2
202317_Ge_09_AMidsummerNightSDream_MatteoAnselmiChristopherAinslie

Il M° Donato Renzetti è padrone della partitura e ne evidenzia ogni singola particolarità; il suono è cristallino, ma deciso, il gesto è nitido e gestito in maniera sublime nelle agogiche. L’orchestra del teatro genovese in uno spiegamento di grandi dimensioni traduce con grande pathos le pagine musicali assecondando con rigore gesti le intenzioni del direttore.
Giova ricordare un piccolo passo dello studioso Peter Evans tratto da The music of Benjamin Britten del 1979: «... né qui né altrove Britten ha guardato alle dodici note come per istituire una negazione delle gerarchie tonali, ma piuttosto come a una loro ramificazione. In nessun contesto dato, per quanto possano esserlo note centrali rapidamente fluttuanti, è permesso loro di usare il vecchio potere di attrazione. E dal momento che Britten raramente consente alla sua armonia di pagare oltre a ciò che l'orecchio può ricostruire secondo le norme triadiche, in nessun luogo questo ma materiale melodico di dodici note ci porta verso la dissoluzione del motivo nella tessitura praticata da Schönberg, e dal suo conseguente abbandono delle funzioni armoniche tonali.»
Ottimo l’apporto delle voci bianche preparate e dirette dal M° Gino Tanassini  e qui preposte a rappresentare il mondo delle fate, sempre ben accompagnate da una strumentazione variegata ci ha fatto immergere nei variai quadri drammaturgici. Dopo il cenno sulle formazioni collettive, novissima autem non minimus, un commento per i solisti.
Non troppo a fuoco è risultato l’Oberon di Christopher Ainslie; il timbro è di notevole fattura, ma è mancata quella pregnanza vocale che il contesto avrebbe richiesto; il ruolo in origine fu creato da Britten per il celebre controtenore inglese Alfred Deller il quale tramutò il rigo musicale in pura magia.
Brillante, seducente e carambolica per i precisi virtuosismi la Tytania di Sydney Mancasola che non teme le impervie e vorticose note della parte.
Perfettamente assortite le due coppie di amanti formate da Peter Kirk (Lysander), John Chest (Demetrius), Hagar Sharvit (Hermia) e Keri Fuge (Helena); hanno saputo interagire in maniera sublime sia con la partitura personale che nelle scene d’insieme trovando il giusto calibro vocale per non sovrastarsi, bensì enfatizzando tutte le variegate sfumature.
Brillanti, simpatici e bravi vocalmente il nugolo degli artigiani capitanati da un perfetto David Shipley nei panni di Bottom; il Quince di David Ireland, il Flute di Seumas Begg, lo Snug di Sion Goronwy, lo Snout di Robert Burt e lo Starveling di Benjamin Bevan. Sontuosi ed elegiaci l’Hippolyta di Kamelia Kader e il Theseus di Scott Wilde.
Un piccolo approfondimento sul rocambolesco ed eccellente Puck (attore-acrobata) di Matteo Anselmi; pur non essendo la sua una parte cantata, in quanto Britten gli attribuisce uno speaking-rôle, non è mai estromesso dal contesto dei personaggi “musicali” e le sue parole hanno una serrata griglia ritmica da rispettare, molto dettagliata dal compositore nella partitura. Sono infatti sue le ultime parole della commedia:

“If we shadows have offended,
think but this,
and all is mended,
that you have but slumber'd here
while these visions did appear.
Gentles, do not reprehend:
If you pardon,
we will mend:
Else the Puck a liar call;
so, good night unto you all.
Give me your hands,
if we be friends,
and Robin shall restore amends.“
e, battendo le mani - he claps his hands -, “Quick Curtain”.
Successo senza se e senza ma, quello tributato da un’affollata platea in una domenica pomeriggio dal calore quasi estivo.
(La recensione si riferisce alla recita di domenica 15 ottobre 2023)

Crediti fotografici: Ufficio stampa Teatro Carlo Felice di Genova
Nella miniatura in alto: la carambolica Tytania di
Sydney Mancasola
Sotto, in sequenza: panoramiche e primi piani su scene, costumi e luci
Al centro, in sequenza: Christopher Ainslie (Oberon); Sydney Mancasola (Tytania);
David Shipley (Bottom); Peter Kirk (Lysander), Hagar Sharvit (Hermia), John Chest
(Demetrius), Keri Fuge (Helena)
In fondo: Matteo Anselmi (Puck) con
Christopher Ainslie





Pubblicato il 04 Aprile 2023
Primo cast e secondo cast non si equivalgono nelle recite al Teatro Carlo Felice di Genova
Due Foscari a risultati alterni servizio di Simone Tomei

20230404_Ge_00_IDueFoscari_RenatoPalumboGENOVA – È andata in scena nel Teatro Carlo Felice l'opera I due Foscari di Giuseppe Verdi, terzultimo titolo della stagione 2022-2023. Delicatezza e pathos assurgono a pieno titolo al livello di qualità di rilievo di questo lavoro del Cigno di Busseto. I personaggi sono ben definiti come nel precedente Ernani, talmente diversi però, da invertire la normale gerarchia verdiana del potere vocale; qui tenore e baritono sono entrambi passivi e l’espres­sione della forza è tutta nel soprano; forza che non sfoggia quella forma cruda che appare in tante delle prime opere di Verdi, bensì di una sorta di lotta quasi “resiliente” che fa assumere a tutto il componimento un carattere molto più delicato ed intimo.
In tal modo diventa così un’opera di affinamento, di consolidamento; più semplificata nella forma e allo stesso tempo più meticolosa, persino ricercata nell’invenzione anche se in Verdi suscitò sempre qualche perplessità. Nella sua delusione per la prima romana del 1844 scrisse a un amico milanese: «... Io avea molta predilezione per quest’opera: forse mi sono ingannato, ma prima di ricredermi voglio un altro giudizio.» E al librettista Piave tre anni più tardi: «Nei soggetti naturalmente tristi, se non si è ben cauti si finisce fare un mortorio, come, per modo di esempio, i Foscari, che hanno una tinta, un colore troppo uniforme dal principio alla fine
I cinque atti del dramma di Lord Byron - da cui è tratto il libretto - narrano la tortura e la confessione del giovane Foscari, la condanna all’esilio, la morte mentre lo portano alla nave, e quella di suo padre, il Doge, che il Consiglio aveva costretto a dimettersi. È un dramma monotono, senza avvenimenti importanti, interamente intonato in chiave minore, e persino Verdi, rileggendo la sinossi, si rese conto che non sarebbe stato suf­ficiente per stare “attaccato a Byron”.

20230404_Ge__10_IDueFoscari

20230404_Ge_09_IDueFoscari

In effetti da un punto di vista drammaturgico il pensiero del compositore sullo scrittore inglese era piuttosto netto: «Osservo che in quel di Byron non c’è quella grandiosità scenica che è pur voluta dalle opere per musica: metti alla tortura il tuo ingegno e trova qualche cosa che faccia un po’ di fracasso specialmente nel primo atto
E nella stessa lettera a Francesco Maria Piave raccomanda: «Fallo con impegno, perché è un bel soggetto, delicato e assai patetico.»
Della produzione genovese non possiamo non elogiare il quadro visivo d’insieme che viene offerto al pubblico; funzionali le scenografie che attraverso pareti parallele si aprivano e chiudevano in prospettiva, dando quel senso di ampiezza ed al contempo intimità necessarie ai vari momenti del dramma; i costumi (curati da Kristine Jurjàne) e le luci di Gleb Filshtinsky si rifacevano a colori rinascimentali pastellati con ottimo senso di armonia e bellezza. Grande assente, nonostante i limiti del libretto, rimaneva però la regia di Alvis Hermanis (curatore anche delle scene). Non è risultato immediato capire che ci trovavamo davanti ad un’opera in forma scenica: i personaggi (al di là di dieci bravissimi ballerini del Balletto Fondazione Formazione Danza e Spettacolo “For Dance” ETS che si sono esibiti in coreografie di Alla Sigalova spesso fuori luogo e talvolta ai limiti del ridicolo) avevano solo il compito di “entrare, cantare ed uscire” e non traspariva tra loro alcuna interazione emotiva, se non quella dettata dall’iniziativa di ciascuno - fatto che si è notato molto chiaramente assistendo alle performance dei due cast -. E proprio questa assenza ha reso la visione complessivamente noiosa in quanto è mancata l’audacia bramata dallo stesso Verdi quando scriveva al librettista: «... metti alla tortura il tuo ingegno e trova qualche cosa che faccia un po' di fracasso specialmente nel primo atto
E qui di “fracasso” – mi sarei accontentato di un po’ più di ars scenica – ne è apparso ben poco.
Veniamo adesso alle due compagnie di canto impegnate in questa produzione.

 

Recita del 1° aprile 2023 – cast alternativo
Leon Kim si rivela un Francesco Foscari niente più che corretto al quale manca ancora qualche gradino da salire per riuscirne a delineare appieno il carattere dicotomico che dal personaggio dovrebbe trasparire; l’emissione è corretta, pulita, ma gli accenti sono troppo poco evidenziati risultando la sua, un’interpretazione piuttosto incolore e monocorde.

20230404_Ge_01_IDueFoscari 20230404_Ge_02_IDueFoscari

20230404_Ge_03_IDueFoscari 20230404_Ge_04_IDueFoscari

Il figlio Jacopo è il tenore albanese Giuseppe Gipali che predilige nella sua emissione un canto più morbido e “romantico”; risulta ottima la cura del fraseggio e gli accenti più veementi vengono ben misurati restituendo appieno il senso della parola scenica.
Marigona Qerkezi (Lucrezia Contarini) sa imprimere alla vera “lottatrice” dell’opera una pregnanza autorevole e maestosa; la voce è salda, le impervie agilità sono affrontate con precisione e ottima musicalità ed anche quel pathos scenico, assente dalla regia, sembra avere qualche parvenza più marcata. Amore familiare e sete di vendetta ben emergono durante tutta l’opera ed accanto alle romanze più suadenti, in cui si possono apprezzare un ottimo legato e un affascinante fraseggio, si uniscono ficcanti accenti nelle invettive delle cabalette e nelle scene d’assieme.
Jacopo Loredano è un freddo ed implacabile Antonio Di Matteo - non sarà soddisfatto finché la morte di suo padre e di suo zio non sarà vendicata da quella dei due Foscari - che con voce tonante e roboante declama le sue invettive.
Di pregio le prove di Saverio Fiore (Barbarigo), Marta Calcaterra (Pisana), Antonio Mannarino (Fante) e Matteo Armanino (Servo del Doge).
Sin dal preludio in cui emergono con dovizia i principali temi dell’opera, la concertazione del M° Renato Palumbo dà inizio al dramma prima che si alzi il sipario. Non perde mai occasione per sottolineare con cura gli aspetti peculiari di ogni personaggio e li asseconda con sonorità e colori sempre appropriati. La sua lettura è attenta, precisa, lucida e l’intesa tra buca e palcoscenico non viene mai meno grazie ad un gesto chiaro e nitido.
Maiuscola la prova del Coro preparato e diretto dal M° Claudio Marino Moretti.
Applausi per tutto il cast a fine recita.

 

Recita del 2 aprile 2023 – primo cast
Cambio nella triade dei personaggi principali. Senza se e senza ma emerge, su tutti, l’emozionate prova del baritono Franco Vassallo nei panni del Doge Francesco Foscari; un’interpretazione da manuale nelquale ha saputo dare ad ogni parola il giusto accento ed il giusto peso scenico traendo da ogni frase il vero significato interiore e restituendo con impressionante realismo i contrasti dell’anima del vegliardo Principe. La scena finale diventa quindi un quadro di rara bellezza dove emerge con forza l’istrionica verve dell’artista e la voce restituisce ogni emozione del morente fino all’esito estremo. Tal sublime prova gli giova un tonante riconoscimento del pubblico alla fine della magistrale aria del terzo atto “Questa è dunque l’iniqua mercede”.
Fabio Sartori si rivela uno Jacopo Foscari piuttosto ardito e gagliardo, forse troppo rispetto al dovuto; lo squillo è senza dubbio tonante e limpido, ma in taluni passaggi sarebbe stato più opportuno dare maggior risalto ad altre peculiarità del personaggio - con accenti meno veristi - quali ad esempio la disperazione, la rassegnazione e la malinconia.
Canta bene la sua parte Angela Meade (Lucrezia Contarini) con un’emissione omogenea in tutto il registro, ma non va oltre; il personaggio non trova la sua connotazione precipua e – seppur la regia non abbia dato stimoli – mi sarei aspettato qualcosa di più che semplici “entrata, canto ed uscita”.
Completavano degnamente il cast in questo pomeriggio domenicale Alberto Angeleri (Fante) e Filippo Balestra (Servo del Doge).
Un pubblico entusiasta saluta plaudente alla fine tutti gli artisti.

 20230404_Ge_05_IDueFoscari 20230404_Ge_06_IDueFoscari

20230404_Ge_07_IDueFoscari 20230404_Ge_08_IDueFoscari

20230404_Ge_11_IDueFoscari_facebook

 

Crediti fotografici: Ufficio stampa del Teatro Carlo Felice di Genova
Nella miniatura in alto: il dorettore Renato Palumbo
Sotto in sequenza: scene da I due Foscari secondo cast e primo cast





Pubblicato il 31 Marzo 2023
Il riconosciuto capolavoro operistico di Thomas Adčs finalmente in scena al Regio di Torino
Powder Her Face scabrosa e amata servizio di Massimo Viazzo

20230331_To_00_PowerHerFace_RiccardoBisattiTORINO - Dopo l’acclamata première italiana di The Tempest alla Scala, il Teatro Regio di Torino ha proposto in stagione l’altro capolavoro operistico di Thomas Adès, Powder Her Face, mai rappresentato nel capoluogo piemontese: l’opera scandalosa, l’opera scabrosa, l’opera irriverente che ha ormai conquistato il pubblico di tutto il mondo. I due lavori di Adès, in effetti, stanno entrando stabilmente in repertorio un po’ dappertutto, caso più unico che raro tra i titoli operistici composti negli ultimi decenni.
La musica di Adès piace, la musica di Adès avvince, la musica di Adès convince. Il che può sembrare incredibile quando si parla di compositori contemporanei che invece a volte sono parsi impegnati in una sorta di autocompiacimento intellettualistico piuttosto che interessati a coinvolgere il pubblico in modo più musicalmente immediato.
Thomas Adès ha la rara capacità di saper utilizzare materiali antichi facendoli sembrare nuovi, impiegando nel contempo anche materiali contemporanei come fossero classici. Il segreto è tutto qui. L’innato senso teatrale, ereditato dal conterraneo che spesso gli si affianca, Benjamin Britten, fa il resto in quanto a comunicativa e tenuta drammaturgica. E così alla fine viene voglia di tuffarsi nella sua musica, attratti come le api dal fiore, ammaliati da melodie, timbri e ritmi mai scontati e banali che pur suonando moderni fanno sorprendentemente parte del nostro vissuto musicale.
Powder Her Face è un’opera da camera composta circa trent’anni fa, il cui libretto ironico, sarcastico, ma con retrogusto malinconico, racconta la vita avventurosa di Ethel

 20230331_To__01_PowerHerFace_IrinaBogdanova_facebook_phAndreaMacchia

20230331_To__04_PowerHerFace_IrinaBogdanova_phAndreaMacchia

Margaret Whigham, soprattutto delle sue spregiudicate pratiche erotiche con decine di uomini dovute ad appetiti sessuali mai sopiti. Una lista di nomi degna di un Don Giovanni in gonnella e condita in sede processuale dai famosi scatti fotografici licenziosi effettuati con la gloriosa polaroid. Il burrascoso divorzio dal secondo marito, Ian Douglas Campbell, undicesimo duca di Argyll, e il conseguente processo destarono grande clamore nell’Inghilterra del 1963.
Per questa nuova produzione è stata riaperta la sala del Piccolo Regio Puccini e il pubblico (si sono visti molti giovani) ha mostrato di aver apprezzato la proposta del teatro torinese.
La bacchetta è stata affidata al giovane e talentuoso direttore d’orchestra Riccardo Bisatti, e si può affermare che mai scelta fu così azzeccata. Bisatti ha concertato la complicatissima partitura con grande lucidità e sicurezza mostrando una maturità fuori del comune, riuscendo a spronare l’Orchestra del Teatro Regio, poco abituata al repertorio contemporaneo e qui in formazione da camera, con un gesto preciso ed incisivo, senza mai perdere di vista il rapporto con il palcoscenico e i cantanti.
Il passo cinematografico dettato dal direttore ben si sposava, poi, con la visione registica di Paolo Vettori che ha impostato uno spettacolo agile, dinamico e mai volgare nonostante il soggetto pruriginoso, ambientando la vicenda nella camera della Duchessa con un grande letto che troneggiava al centro del palco e pochi elementi scenici a fare da corollario. Interessante l’idea di Vettori di aggiungere in scena un personaggio muto, un mimo dagli occhi bendati (il poliedrico Marco Caudera) che scandiva temporalmente gli avvenimenti come fosse una sorta di memoria antica degli avvenimenti stessi, e che relazionandosi con la protagonista ne sembrava quasi un suo alter ego interiore, onirico.
Il cast è parso molto equilibrato a cominciare da Irina Bogdanova, una Duchessa cantata con timbrica vellutata, charme e fraseggio levigato. Emozionante il suo congedo alla fine dell’opera, forse il climax della partitura in cui Adès.
Amélie Hois ha impressionato per la facilità della coloratura e l’emissione dei sovracuti. La sua interpretazione del ruolo della Cameriera (più altri cinque personaggi) è piaciuta per disinvoltura e malizia, mentre Thomas Cilluffo ha cantato i suoi cinque ruoli con timbrica sana, comunicativa e simpatia contagiosa. Voce potente e robusta quella del basso Lorenzo Mazzucchelli che ha saputo farsi apprezzare nella sua invettiva accusatoria quando ha vestito i panni del Giudice nella fondamentale sesta scena dell’opera. Naturalmente anche Mazzucchelli ha cantato più ruoli, come previsto dal libretto di Philip Hensher che ha voluto così spersonalizzare chiunque interagisse con la Duchessa, protagonista unica, vera, autentica.
Successo meritato
(la recensione si riferisce alla recita di sabato 18 marzo 2023)

20230331_To_02_PowerHerFace_IrinaBogdanova_phAndreaMacchia 20230331_To_03_PowerHerFace_IrinaBogdanova_phAndreaMacchia

Crediti fotografici: Andrea Macchia per il Teatro Regio di Torino
Nella miniatura in alto: il direttore Riccardo Bisatti
Sotto, in sequenza: scene da
Powder Her Face di Thomas Adès






< Torna indietro

Dal Nord-Ovest Dal Nord-Est Dal Centro-Nord Dal Centro e Sud Dalle Isole Dall' Estero


Parliamone
Abbiamo la Turandot dei prossimi 20 anni
intervento di Athos Tromboni FREE

20230916_Spoleto_00_Turandot_phRiccardoSpinellaSPOLETO – Il Teatro Lirico Sperimentale “A.Belli” ha messo in scena la Turandot di Giacomo Puccini come ultima opera della sua stagione lirica. Due le note salienti da mettere in rilievo: la prima, che l’allestimento ha scelto il finale di Luciano Berio rispetto a quello tradizionale di Franco Alfano; e la seconda, che nel ruolo della Principessa di Ghiaccio - la sera del 15 settembre al Teatro Nuovo - ha cantato la giovane Suada Gjergji e con essa il mondo del melodramma ha trovato la Turandot dei prossimi 15 – 20 anni, poi diremo perché.
Ma partiamo dalla prima nota saliente: il finale di Berio. È talmente bello musicalmente che meriterebbe di essere “espunto” dall’opera per costituire un brano a sé, di Puccini-Berio se proprio lo si dovesse cointestare. Fior di musicologi hanno spiegato e scritto perché Berio abbia rispettato più di Alfano gli appunti lasciati da Puccini morto prima di concludere l’opera.
...prosegui la lettura

VideoCopertina
La Euyo prende residenza a Ferrara e Roma

Non compare il video?

Hai accettato la politica dei cookies? Controlla il banner informativo in cima alla pagina!

Opera dal Nord-Est
Pigmalione cattura l'attenzione
servizio di Athos Tromboni FREE

20231204_Ro_00_Pigmalione_BrunoTaddia_phValentinaZanagaROVIGO - Il 16 ottobre 1714 il poeta e librettista veneto Francesco Passarini (da non confondere con l'omonimo compositore bolognese vissuto nel secolo precedente) scrisse una dedica al Podestà di Rovigo: «... Eccellenza, è un debito indispensabile del mio reverendissimo ossequio il consacrare alla grandezza di Vostra Eccellenza questo mio
...prosegui la lettura

Opera dal Centro-Nord
Le guerre di Ulisse raccontano
servizio di Athos Tromboni FREE

20231203_Fe_00_LeGuerreDiUlisse_MarcoSomadossiFERRARA - Il Teatro Comunale "Claudio Abbado" era gremito sabato 2 dicembre 2023, per l'opera contemporanea Le guerre di Ulisse, musica di Marco Somadossi, libretto di Patrizio Bianchi, ex rettore dell'Università di Ferrara ed ex Ministro della Pubblica Istruzione, oggi professore emerito di Economia Applicata, presso il "suo" ateneo.      
...prosegui la lettura

Opera dal Centro-Nord
Eccola di nuovo: La bohčme
servizio di Nicola Barsanti FREE

20231201_Fi_00_LaBoheme_GiacomoSagripantiFIRENZE - Al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino torna La bohème nella  classica e tradizionale regia firmata da Bruno Ravella (già vista e recensita nel 2017 che potete leggere qui), in quest’occasione ripresa da Stefania Grazioli con ottima cura, e  come allora si apprezzano le luci di D. M. Wood, qua riprese da Emanuele Agliati.
...prosegui la lettura

Opera dal Centro-Nord
La Turandot viene dall'oriente
servizio di Athos Tromboni FREE

20231127_Fe_00_Turandot_MarcelloMottadelli_phMarcoCaselliNirmalFERRARA - La nuova Stagione d’Opera e Balletto del Teatro Comunale "Claudio Abbado" si è inaugurata con la messa in scena della Turandot di Giacomo Puccini, coproduzione tra la coreana Daegu Opera House e la Fondazione Teatro Comunale di Ferrara. Tutto esaurito, sia per la "prima" che nella replica della domenica
...prosegui la lettura

Opera dall Estero
La donna senz'ombra
servizio di Ramón Jacques FREE

20231113_Lyon_00_DieFrauOhneSchatten_SaraJakubiak_phBertrandStoflethLYON (Francia) - 25 ottobre 2023 Opera de Lyon. Nel 1911, otto anni prima della première dell’opera, Hugo von Hofmannsthal mostrò a Richard Strauss i primi schizzi di quello che sarebbe stato il libretto della sua nuova opera. Il lavoro creativo svolto tra il librettista e il compositore, iniziato alla fine del 1913 e conclusosi nell'agosto del 1916
...prosegui la lettura

Opera dal Nord-Est
Des Grieux non dā l'acqua a Manon
servizio di Rossana Poletti FREE

20231106_Ts_00_ManonLescaut_LanaKos_phFabioParenzanTRIESTE - Teatro Verdi. La Manon Lescaut di Giacomo Puccini, in scena in questi giorni al Teatro Verdi di Trieste, avrebbe potuto essere rappresentata come concerto sinfonico, togliendo cantanti, coro, comparse e tenendo solo la musica. A ragione si afferma da parte degli autorevoli critici musicali che questa è un’opera “sinfonica”
...prosegui la lettura

Vocale
Bella Betulia Liberata
servizio di Simone Tomei FREE

20231105_Ge_00_BetuliaLiberata_DiegoFasolisGENOVA - Un nuovo appassionante concerto per la stagione sinfonica del Teatro Carlo Felice di Genova - all’interno del ciclo “Mozart l’italiano - ha visto l’esecuzione dell’oratorio sacro in due parti La Betulia liberata K.118  di Wolfgang Amadeus Mozart. La commissione di questo lavoro avvenne a Padova dove Mozart fece sosta dopo il successo di Mitridate
...prosegui la lettura

Opera dal Centro-Nord
Ottimo Don Carlo
servizio di Nicola Barsanti FREE

20231105_Mo_00b_DonCarlo_JordiBernacer_phLucioAbadMODENA - Reduce dal grande successo riscontrato nell’esecuzione in forma di concerto (avvenuta in epoca pandemica), torna vincente sul palcoscenico del Teatro Comunale di Modena l’opera monumentale di Giuseppe Verdi: Don Carlo. Eseguita nella versione di Milano (che esclude il primo atto nella foresta di Fontainebleau), l’opera mantiene
...prosegui la lettura

Personaggi
Celebrando Corelli si lanciano i giovani
di Simone Tomei FREE

20231101_00_ForteMarmi_KreionPerFrancoCorelliFORTE DEI MARMI (LU) – Premetto che questo scritto non è una recensione bensì il semplice resoconto di un pomeriggio musicale che si è tenuto a Forte dei Marmi nella splendida cornice del Giardino d’inverno di Villa Bertelli. L’Associazione Kreion Versilia di cui sono vice presidente ha organizzato domenica 29 ottobre 2023 - all’interno della sua
...prosegui la lettura

Opera dal Centro-Nord
Una Bohčme minimalista
servizio di Simone Tomei FREE

20231021_Lu_00_LaBoheme_VittoriaMagnarelloLUCCA - La Bohème di Giacomo Puccini, comunque la si voglia interpretare, è una storia di morte già dal primo atto. La spensieratezza dei quattro spiantati giovani parigini ha il sapore amaro della povertà, delle ristrettezze e di una vita vissuta tra donnine allegre e un po’ d’amor in cui l’instabilità delle relazioni e degli affetti diventa un elemento
...prosegui la lettura

Opera dal Nord-Ovest
Meraviglioso Sogno di una notte
servizio di Simone Tomei FREE

202317_Ge_00_AMidsummerNightSDream_SydneyMancasolaGENOVA - Il Teatro Carlo Felice ha inaugurato la stagione lirica 2023-2024 con il capolavoro di Benjamin Britten scritto nel 1960 con la collaborazione del librettista e suo compagno di vita Peter Pears tratto dall’omonima commedia shakesperiana: A Midsummer Night’s Dream. Non è sicuramente il primo compositore a tradurre in musica quel
...prosegui la lettura

Opera dal Centro-Nord
I Lombardi alla prima crociata
servizio di Angela Bosetto e Nicola Barsanti FREE

20231016_Pr_00_ILombardiAllaPrimaCrociata_MichelePertusi_phRobertoRicciPARMA - Nell’ottica di uno spettatore contemporaneo, I Lombardi alla prima crociata è (insieme alla sua versione francese, Jérusalem) il titolo verdiano forse più problematico da mettere in scena, dal momento che è impossibile ignorare due dati chiave: la nostra concezione delle Crociate è radicalmente cambiata (per quanto il libretto di Temistocle
...prosegui la lettura

Classica
La Creazione dello stupore
servizio di Simone Tomei FREE

20231015_Ge_00_LaCreazione_RiccardoMinasiGENOVA - La creazione del mondo attraverso la musica: ecco l’idea di Franz Joseph Haydn di mettere nero su bianco sullo spartito musicale il monumentale capolavoro Die Schöpfung (La Creazione).  È così che ha preso il via la stagione sinfonica del Teatro Carlo Felice di Genova con un concerto inaugurale dal quale sono uscito mentalmente e
...prosegui la lettura

Opera dal Centro-Nord
Una Fedora di gran lusso
servizio di Simone Tomei FREE

20231009_Pc_00_Fedora_AldoSisilloPIACENZA - Umberto Giordano rimase folgorato sia da Victorien Sardou - drammaturgo francese -  sia da Sarah Bernhardt quando nel 1889 ebbe modo di assistere al Teatro Bellini di Napoli alla rappresentazione di "Fedora". Alla richiesta di Giordano al commediografo francese di poter musicare il suo capolavoro, la risposta sembra sia stata «Si
...prosegui la lettura

Echi dal Territorio
Archos Quartet suona D'Ambrosio
nota di Gianluca La Villa FREE

20231009_To_00_ArchosQuartet_AlfredoDAmbrosioTORINO - Infine giunse a Torino, nella bella sala ricca di spettatori di Palazzo Barolo, domenica 8 ottobre 2023 alle 17, il debutto torinese sia del Quartetto Archos sia della bella pagina di Alfredo D'Ambrosio per il suo Quartetto in Do minore op.42: un debutto in Italia, può dirsi, per questo Quartetto op.42 dato che la sua ultima esecuzione
...prosegui la lettura

Opera dal Centro-Nord
Lombardi coinvolgenti con bella regia
servizio di Simone Tomei FREE

_20231008_Pr_00_LombardiAllaPrimaCrociata_MichelePertusiPARMA - Bianco e nero sono due facce della stessa medaglia e ne assumono  significati antitetici: bene e male, buoni e cattivi, vincitori e vinti e così via... È in questo modo che il regista Pier Luigi Pizzi - curatore di regia, scene, costumi e video - ha inteso mettere in scena al Festival Verdi di Parma I Lombardi alla prima crociata, opera giovanile
...prosegui la lettura

Vocale
Commovente Nabucco a Fidenza
servizio di Simone Tomei FREE

20231007_Fidenza_00_Nabucco_GiampaoloBisantiFIDENZA (Pr) - Anche quest’anno il Festival Verdi esce dalle mura storiche del Teatro Regio di Parma e sposta alcune delle produzioni nei Comuni limitrofi della città nell’intento di coinvolgere altre realtà monumentali come il Teatro Magnani di Fidenza, un piccolo gioiello incastonato nella cittadina parmense che, nonostante l’esigua capienza, vanta
...prosegui la lettura

Opera dal Centro-Nord
Trovatore non al top
servizio di Nicola Barsanti FREE

20230926_Pr_00_IlTrovatore_RiccardoMassi_phRobertoRicciPARMA - L’ennesima distorsione di uno dei massimi capolavori del Cigno di Busseto che in quest’occasione vede la prima rappresentazione di Il Trovatore nell’ambito del XXIII Festival Verdi di Parma potrebbe essere riassunta con due sentimenti: amarezza e delusione.
Se l’amarezza è dovuta ad una rappresentazione
...prosegui la lettura

Eventi
Il Torrione del jazz riparte
servizio di Athos Tromboni FREE

20230925_Fe_00_JazzClubFerrara_MarcoGulinelliFERRARA -  La 25.ma edizione della stagione del Jazz Club Ferrara si aprirà nel Torrione San Giovanni di Corso Porta Mare 112 venerdì 6 ottobre 2023 e si protrarrà fino al 30 aprile 2024. Oggi è stato reso noto dal presidente Federico D’Anneo e dal direttore artistico Francesco Bettini alla presenza dell’assessore alla Cultura del Comune di Ferrara, Marco Gulinelli
...prosegui la lettura

Classica
Ottime voci per il Verdi sacro
servizio di Nicola Barsanti FREE

20230925_Pr_00_VerdiRequiem_OksanaLyniv_phRobertoRicciPARMA - Terrore e dubbio: i caratteri salienti della Messa da Requiem di Giuseppe Verdi.
La direzione di questo capolavoro sinfonico-corale è affidata al direttore ucraino Oksana Lyniv che nella prima parte, fino al terzetto Quid sum miser  trasmette ad hoc l’intensità drammatica della partitura, mentre assume un carattere meno intenso e quasi
...prosegui la lettura

Jazz Pop Rock Etno
Ares Tavolazzi riceve il premio Tutte le Direzioni
redatto da Athos Tromboni FREE

20230923_Fe_00_TutteLeDirezioni_AresTavolazziVIGARANO MAINARDA (FE) - «Seduto in quel caffè io non pensavo a te e tutta la città…» è una parafrasi in questo caso; ma qui, questa, che è una delle più belle canzoni di Lucio Battisti e Mogol ci può stare, perché proprio il 29 settembre torna al Ristorante Spirito di Vigarano Mainarda la grande musica dal vivo: prende il via infatti la nuova stagione di
...prosegui la lettura

Vocale
Ottimo recital di Lise Davidsen
servizio di Ramón Jacques FREE

20230920_00_LosAngeles_LiseDavidsen_phBenGibbsSANTA MONICA, California 17 settembre 2023 - Il giovane soprano norvegese Lise Davidsen ha debuttato a Los Angeles sul palco del Teatro Broadstage, situato nel sobborgo  di Santa Monica, il cui ciclo intitolato 'Celebrity Opera Recital Series' si è consolidato negli anni come tappa imprescindibile, quasi obbligata, per la presentazione,
...prosegui la lettura

Pagina Aperta
La ricca stagione del Bonci
redatto da Edoardo Farina FREE

20230910_Cesena_00_TeatroBonci_ValterMalostiCESENA - Conferenza stampa del Teatro Comunale “Alessandro Bonci“ in data 7 settembre 2023: è stata definita la programmazione della stagione invernale 2023/2024 caratterizzata da un’ ampia scelta intesa come luogo di confronto, esplorazione e dialogo, ovvero filtro e racconto del nostro vivere, offrendo ancora una volta una visione
...prosegui la lettura

Opera dal Nord-Est
Tre donne tre stelle: Pirozzi, Grigorian, Stikhina
servizio di Simone Tomei FREE

VERONA - Ho frequentato il Festival "Arena 100" della città scaligera solo verso il concludersi della stagione estiva 2023. Sono arrivato a Verona agli inizi di settembre ed in questo scritto vi do conto delle mie tre serate areniane.
20230905a_Vr_02_Tosca_AnnaPirozzi_EnneviFotoTOSCA – Venerdì 1 settembre 2023
Il consueto allestimento del regista Hugo de Ana
...prosegui la lettura


Questo sito supporta PayPal per le transazioni con carte di credito.


Gli Amici della Musica giornale on-line dell'Uncalm
Via San Giacomo 15 - 44122 Ferrara (Italy)
direttore Athos Tromboni - webmaster byST
contatti: redazione@gliamicidellamusica.it - cell. +39 347 4456462
Il giornale č iscritto al ROC (Legge 249/1997) al numero 2310