Pubblicato il 21 Novembre 2024
Successo per l'anteprima della stagione lirica del Teatro Comunale Claudio Abbado di Ferrara
Vissi d'arte. Vissi per Maria servizio di Athos Tromboni

20241120_Fe_00_VissiDArteVissiPerMaria_MariaCallasFERRARA - Non è facile evocare il mito di Maria Callas portando in scena uno spettacolo che la racconta, senza sporcare o comunque pasticciare impropriamente i contenuti di quella che fu la vita turbinosa e la virtù artistica della grande cantante. Ci hanno provato i componenti del trio Ensemble Musica Civica con Dino De Palma (violino), Luciano Tarantino (violoncello) e Donato Della Vista (pianoforte). Poi diremo come.
La serata era un'anteprima della stagione lirica del Teatro Comunale "Claudio Abbado" (che partirà venerdì 6 dicembre prossimo con Die Zauberflöte - ossia Il flauto magico - di Mozart, replica domenica 8 pomeriggio) ed era destinata alla beneficenza a favore di ADO Ferrara a cui andrà il ricavato dell'iniziativa: per questo sul palcoscenico, prima dello spettacolo, si sono recati Gisella Rossi - presidente ADO Ferrara - e Carlo Bergamasco, direttore generale del Teatro Abbado.
20241120_Fe_01_VissiDArteVissiPerMaria_GisellaRossiCarloBergamascoEntrambi hanno ringraziato i presenti e hanno spiegato il senso della stessa iniziativa che, grazie ancora una volta a Callas, ha richiamato un buon numero di spettatori dislocati nella platea e nei primi due ordini di palchi.
Dunque lo spettacolo: il titolo era descrittivo, "Vissi d'arte. Vissi per Maria" perché è stato un misto di recitazione e musica.
In scena con il trio Ensemble Musica Civica anche l'attore Giampiero Mancini che impersonava Bruno. Cioè una Bruna Lupoli al maschile: persona vera, la Lupoli, governante inseparabile di Maria Callas dal 1953 e fino alla morte della divina, avvenuta a Parigi nel 1977 (Vissi d'arte, la Callas appunto: Vissi per Maria, la Lupoli, appunto). Bruna è sopravvissuta a Maria ed è a sua volta scomparsa nel 2017, all'età di 95 anni.
Dunque il Bruno in scena ha raccontato fatti e aneddoti riallacciando fra loro molte delle cose risapute sulla vita della divina, e divagando anche nella vita romanzata della stessa.
Il testo e la drammaturgia erano firmati da Roberto D'Alessandro.
Ma la sostanza attesa  e realizzata è stata quella musicale: attraverso una sofisticata tecnica d’ingegneria acustica e di estrapolazione della voce (che ha eliminato gli accompagnamenti orchestrali che sono nelle incisioni discografiche fatte dalla Callas), lo spettacolo ha consentito di ascoltare la voce del soprano praticamente a cappella, mentre l'Ensemble Musica Civica suonava dal vivo in perfetta sincronia. Si è trattato di un esperimento unico di isolamento della voce riprodotta in playback con musica suonata dal vivo, che ha proposto le emozioni di una vita e di una carriera uniche, connaturate ad un virtuosismo tecnico e interpretativo che sta alle origini d'un mito ancora indimenticato.
Molto bravi i musicisti in scena. Altrettanto bravo Giampiero Mancini nel tenere con il fiato sospeso gli spettatori del Teatro Abbado via via che il suo racconto intervallato dal canto si sviluppava.
Del resto arie come “Vissi d’Arte” dalla Tosca e “Un bel dì vedremo” dalla Madama Butterfly di Giacomo Puccini; “La mamma morta” dall' Andrea Chénier di Umberto Giordano; “Casta Diva” dalla Norma di Vincenzo Bellini e la stupenda “Ave Maria” di Desdemona dall' Otello di Giuseppe Verdi non possono che ammaliare e commuovere. Ancora di più risentendole (dopo averle sentite innumerevoli volte sui dischi) dalla voce sempreviva di Maria Callas.
Molti e molto calorosi gli applausi dei presenti, per uno spettacolo che ha unito emozione e finezza e che avrebbe fatto breccia anche nei gusti difficili, difficilissimi, della divina.
(La recensione si riferisce allo spettacolo di martedì 19 novembre 2024)

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Crediti fotografici: Ufficio stampa del Teatro Comunale "Claudio Abbado" di Ferrara
Nella miniatura in alto: un ritratto iconico di Maria Callas
Al centro: Gisella Rossi (presidente Ado Ferrara) e Carlo Bergamasco (direttore generale del Teatro Abbado) durante il saluto iniziale
Sotto: l' Ensemble Musica Civica e l'attore Giampiero Mancini in scena





Pubblicato il 27 Ottobre 2024
La partitura del 1874 di Giuseppe Verdi dedicata alla memoria di Manzoni per la prima volta a Livorno
Requiem salvato dalle voci servizio di Simone Tomei

20241027_Li_00_RequiemVerdi_EricLederhandler_phTeamBizziLIVORNO - Rappresenta un debutto assoluto per il Teatro Goldoni e più in generale per i teatri livornesi l’esecuzione della Messa da Requiem di Giuseppe Verdi, uno dei più grandi e sentiti capolavori del Cigno di Busseto, che fino ad oggi aveva avuto un'unica esecuzione nella città labronica nel 1986 a Villa Mimbelli. È con questo concerto inaugurale quindi, che prende il via la stagione lirica 2024-2025 e mi piace riportare qui un piccolo estratto del comunicato stampa del Teatro a suffragio di questa scelta: «... Oltre alle motivazioni artistichedicono dal Goldoni c’è sembrato quanto mai opportuno aprire la stagione lirica con quest’opera, soprattutto in un periodo come il nostro, segnato da guerre e conflitti sanguinosi: quei fortissimi e ripetuti terribili accenti del “Dies irae” (i Giorni dell’ira) del Giudizio finale che ridurranno “il mondo in cenere”, attraversano con potenza e drammaticità tutta la partitura e sono oggi più che mai un monito su un futuro quanto mai incerto e minaccioso
Il legame tra Giuseppe Verdi e Alessandro Manzoni non è documentato da molte lettere ma esistono testimonianze che offrono uno sguardo significativo sul rispetto e l'ammirazione che il compositore nutriva per il celebre scrittore. Un esempio eloquente di questo sentimento si concretizza nella dedica della Messa da Requiem che Verdi volle dedicare a Manzoni, una scelta dettata non solo dall'intensità del loro legame spirituale ma anche da una profonda stima intellettuale.
Il progetto di un Requiem, per la verità, era germogliato già qualche anno prima, in seguito alla morte di un altro grande della musica italiana: Gioachino Rossini, nel 1868. In quell’occasione, Verdi si era proposto di comporre un'opera corale dedicata al maestro pesarese, un progetto che però non giunse mai a pieno compimento.
Tuttavia, fu la scomparsa di Manzoni, nel 1873, a toccare Giuseppe Verdi in maniera così profonda e personale da spingerlo a realizzare questo imponente lavoro per celebrare il poeta e romanziere milanese.

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La Messa da Requiem, eseguita per la prima volta a Milano il 22 maggio 1874 nel primo anniversario della morte di Manzoni, è un'opera monumentale in cui traspare tutta l’intensità delle emozioni di Verdi. Ogni movimento e ogni nota sembrano voler comunicare il rispetto, il dolore e la commozione che la scomparsa di Manzoni suscitò nel compositore. In questo lavoro ogni frase musicale racconta una storia di passione e di sentimenti vibranti, trasformando il Requiem in un dialogo intimo e universale insieme, in cui Verdi ha riversato tutte le sfumature del proprio animo e dell’ammirazione verso il letterato.
Con la Messa da Requiem, Verdi non celebra solo la memoria di Manzoni, ma riflette sull'esistenza umana, sulla fragilità della vita e sull’inevitabilità della morte, regalandoci un capolavoro che resta una delle vette della musica sacra.
«... Vi sono delle nature virtuosissime che hanno bisogno di credere in Dio: altre, ugualmente perfette, che sono felici, non credendo a niente ed osservando solo rigorosamente ogni precetto di severa moralità.
Manzoni e Verdi!... Questi due uomini mi fanno pensare, sono per me un vero soggetto di meditazione. Ma le mie imperfezioni e la mia ignoranza mi rendono incapace di sciogliere l’oscuro problema
...» (da una lettera di Giuseppina Strepponi a Clarina Maffei del 3 settembre dello stesso anno, nel quale i nomi di Verdi e Manzoni appaiono associati - tratta da Frank Walker, L’uomo Verdi).
Esiste una distinzione profonda tra religiosità e spiritualità, due concetti che spesso vengono confusi ma che possono, invece, divergere notevolmente. Per comporre un'opera come questa è necessario attingere a una dimensione spirituale autentica, che non implica necessariamente un percorso di fede tradizionale o un'adesione al dogma religioso. Questo è evidente anche in un’altra lettera di Giuseppina Strepponi, moglie di Verdi e devota credente, indirizzata al medico veneziano Cesare Vigna. Nella lettera ella riflette sul rapporto tra spiritualità e positivismo, rispondendo proprio a un libro inviatole dal dottor Vigna. Questo scambio epistolare mette in luce il dialogo aperto tra differenti visioni del mondo: da un lato, il positivismo scientifico e razionale di Vigna; dall'altro la sensibilità spirituale della Strepponi, che pur essendo profondamente religiosa, comprende l'approccio laico e spirituale del marito. Questo scritto rivela come la spiritualità possa rappresentare un terreno comune, indipendente dal dogma religioso, capace di unire riflessioni profonde su fede e scienza. «... Verdi è artista, tutti s’accordano nell’accordargli il dono divino del genio; una perla d’onest’uomo, capisce e sente ogni delicato, ed elevato sentimento, con tutto ciò, questo brigante si permette d’essere, non dirò ateo, ma certo poco credente, e ciò con una ostinazione ed una calma da bastonarlo. Io ho un bel parlargli delle meraviglie del cielo, della terra, del mare, etc. etc. Mi ride in faccia e mi gela in mezzo del mio entusiasmo tutto divino col dirmi: siete matti! e sfortunatamente lo dice in buona fede …»

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In questa musica risplende una profonda spiritualità, ma c’è molto di più: qui si manifesta il Genio. Ogni nota, intrecciata con la parola in modo magistrale, diventa veicolo di un’immensità che si trasforma in un dono generoso di emozioni, trasmesse attraverso le voci dei protagonisti di questa serata. È un’esperienza che trascende la semplice esecuzione musicale, offrendo al pubblico un viaggio intenso e toccante, in cui l’arte si fa messaggera di sentimenti universali e senza tempo.
Le parole sono belle, ma i fatti livornesi da un punto di vista prettamente strumentale, tradiscono quanto la partitura vuole rappresentare. La direzione del M° Eric Lederhandler alla guida dell’Orchestra del Teatro Goldoni sembra aver travisato lo spirito autentico del Requiem. Nonostante la partitura di Verdi esiga un’esecuzione ricca di pathos e sfumature, la scelta di tempi eccessivamente accelerati, le sonorità bandistiche talvolta imprecise - soprattutto nella sezione degli ottoni - e un gesto direttoriale squadrato e impersonale hanno restituito un’esecuzione rigida e meccanica, impoverendo la naturale fluidità espressiva dell’opera. L’approccio di Lederhandler freddo e scandito da un metronomo quasi implacabile ha puntato su dinamiche sonore eccessivamente roboanti, oscurando la tensione drammatica e la profondità emotiva volute da Verdi. I momenti lirici e intimisti, che richiederebbero un tocco delicato e sfumato, sono stati sacrificati in favore di un impeto eccessivo che ha impedito agli interpreti di comunicare appieno l’intensità dei sentimenti.
L’esecuzione della Messa da Requiem è avvenuta in un’ora e quindici minuti…  mi pare un po’ pochino.
Nonostante questi limiti da me riscontrati nell’agogica direttoriale, vengo adesso a dire dei bravi interpreti vocali.
Il soprano Marianna Mappa ha messo in luce una vocalità brunita dal timbro robusto e ricco di sfumature, alternando con eleganza accenti poderosi a delicati cammei che hanno conferito all’esecuzione una cifra di finezza ed espressività.
L’altra voce femminile, il mezzosoprano Irene Molinari, si è messa in luce per  un’interpretazione di spessore affrontando con cura le complesse pagine a lei affidate; ottimo è stato anche l’equilibrio nei brani d’insieme, dando prova di grande sensibilità nel dialogo musicale con gli altri interpreti. Particolarmente riusciti il "Liber scriptus", in cui ha brillato per potenza espressiva, e il sublime "Recordare", dove la fusione delle due voci femminili ha generato una preghiera musicale di rara dolcezza e profondità emotiva.
Il tenore Raffaele Tassone si è distinto per una freschezza vocale notevole e un’eccezionale capacità di adattamento alle sfumature richieste dalla partitura. Nel celebre e impegnativo "Ingemisco" ha saputo passare con agilità da momenti di grande intensità a passaggi più eterei e riflessivi, mostrando padronanza tecnica e sensibilità interpretativa.
Di grande rilievo l’approccio musicale del basso Yongheng Dong che ha dimostrato di possedere una vocalità di ragguardevole timbro e potente proiezione. Fiore all’occhiello della sua interpretazione è stato il fraseggio nobile ed elegante che gli ha permesso di affrontare con sicurezza sia le note più impervie quanto i passaggi nell’avello del registro grave. Il suo bel legato e la capacità di interagire con sensibilità con gli altri artisti hanno conferito alla sua esecuzione una signorilità espressiva emersa in ogni momento musicale.
Il Coro del Teatro Goldoni preparato e diretto dal M° Maurizio Preziosi - in una formazione rinforzata per l’occasione - ha offerto una prestazione di tutto rispetto, caratterizzata da precisione e compattezza  musicale. La qualità della preparazione si è rivelata evidente in ogni intervento corale, ma l’equilibrio complessivo è stato a tratti compromesso da un’orchestra troppo sonora e poco attenta alle esigenze delle voci che ha finito spesso per vanificare parte degli sforzi corali. Nonostante queste difficoltà il Coro ha mantenuto una buona quadratura musicale, confermando la validità del lavoro di studio svolto.
Teatro abbastanza gremito ma non affollato; il pubblico ha chiamato più volte i protagonisti alla ribalta con applausi sentiti.
(La recensione si riferisce al concerto di sabato 26 ottobre 2024)

Crediti fotografici: Foto Team Bizzi per il Teatro Goldoni di Livorno
Nella miniatura in alto: il direttore Eric Lederhandler
Al centro e sotto in sequenza: panoramiche su soli orchestra e coro





Pubblicato il 23 Settembre 2024
Un concerto ha fatto da 'preludio' alla prima mondiale dello spettacolo di Artemis Danza
Donne nelle arie di Puccini

20240924_Fe_00_DonneNelleArieDiPuccini_NicolettaContiFERRARA - Il Teatro Comunale "Claudio Abbado" ha inaugurato il Festival di danza contemporanea con una prima esecuzione mondiale dello spettacolo Puccini's Opera - Voci di donne realizzato dalla coreografa e regista Monica Casadei con la sua Compagnia Artemis Danza di Parma.
Nell'ambito della giornata dedicata a questo importante appuntamento coreutico, gli allievi del corso di alto perfezionamento tenuto a Ferrara dal maestro Leone Magiera (presidente onorario del Teatro Abbado) hanno omaggiato sia l'evento spettacolare, sia il centenario della scomparsa di Giacomo Puccini con un impegnativo concerto dal titolo altrettanto impegnativo: Donne nella arie di Puccini.
In realtà non si è trattato solo di 'donne' perché a cantare arie, duetti, quartetti pucciniani c'erano anche un baritono e un tenore.
Al pianoforte sedeva la pianista e direttore d'orchestra Nicoletta Conti mentre in pedana erano, appunto, il tenore Carlo Emilio Confalonieri e il baritono Donato Di Gioia contornati da uno stuolo invidiabile di giovani soprani; Giada Bastoni, Annalisa Ferrarini, Mariia Komarova, Paola Pelella, Rosa D'Alise e Bohui Yao.
Insieme ad arie poco frequentate anche in concerto quali "Se come voi piccina" (Le Villi), "Questo amore" (Edgar), "Il bel sogno di Doretta" (La rondine) sono state eseguite le più belle arie del repertorio pucciniano quali "Sì mi chiamano Mimì" e il valzer di Musetta "Quando men'vo" (La bohème), "Vissi d'arte" (Tosca), "Un bel dì vedremo" (Madama Butterfly), "O mio babbino caro" (Gianni Schicchi), "Signore ascolta" e "Tu che di gel sei cinta" (Turandot), oltre al duetto finale del primo quadro ("O soave fanciulla") e al quartetto finale del terzo quadro di Bohème ("Ci lasceremo alla stagion dei fior" con il recitativo/litigio di Marcello e Musetta).

 

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Sotto l'attenta esecuzione strumentale di Nicoletta Conti al pianoforte, gli allievi di Leone Magiera si sono distinti per l'ottima preparazione e per la particolare propensione ad interpretare anche col gesto (oltre che con il canto) i momenti più emotivamente significativi delle seducenti melodie scritte dal sor Giacomo.
Il numeroso pubblico presente nel Ridotto del Teatro Abbado, ha riservato ai cantanti e alle cantanti molti gratificanti applausi, meritatissimi.
Il commento a caldo del maestro Marcello Corvino (direttore artistico del Teatro Abbado) è stato: «... questi ragazzi stanno seguendo le lezioni di Magiera da poco più di tre mesi; io ero presente durante le selezioni di ammissione al corso e devo dire che il miglioramento e la crescita artistica rispetto a tre mesi fa è veramente sorprendente.»
A coronamento dell'applauditissimo concerto, è stato offerto come bis fiori programma l'aria da camera, sempre di Puccini, Sole e amore dove hanno cantato tutti, alternandosi frase dopo frase del libretto e concludendo sull'ultimo verso in un assieme come coro. (a.t.)
(il servizio si riferisce al concerto di Domenica 22 settembre 2024)

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Crediti fotografici: Fototeca gli Amici della Musica Uncalm
Nella miniatura in alto: la pianista e direttore d'orchestra Nicoletta Conti
al centro, in sequenza: Giada Bastoni, Annalisa Ferrarini, Donato Di Gioia, Mariia Komarova, Carlo Emilio Confalonieri e Paola Pelella, Rosa D'Alise, Bohui Yao, Nicoletta Conti (al pianoforte), Donato Di Gioia e Bohui Yao
Sotto: tutti assieme per il bis Sole e amore






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Nuove Musiche Jazz Pop Rock Etno Classica Vocale


Parliamone
Una Butterfly come dev'essere
intervento di Athos Tromboni FREE

20250111_Fe_00_MadamaButtefly_ClaudiaPavoneViktorPastoriFERRARA - «Abbiamo voluto fare una Madama Butterfly nel rispetto della realtà giapponese dell'epoca, una realtà di usi e costumi ben diversa dall'immaginario occidentale... così abbiamo tolto nel nostro allestimento e nelle scelte registiche tutte quelle "giapponeserie esotiche" immaginate tra fine Ottocento e inizio Novecento in Europa. Ed io - ci tengo a dirlo - non ho fatto la regia di quest'opera, ma ho fatto la sua messa in scena...»
Così si è espresso Leo Nucci, il grande baritono passato alla regia dopo una straordinaria carriera di cantante, durante la presentazione dell'opera di Giacomo Puccini nel Ridotto del Teatro Comunale "Claudio Abbado".
Questa scelta di Nucci è veramente coraggiosa, coraggiosissima, proprio perché si discosta dalle dominanti regie "moderne" che di moderno hanno il più delle volte solo l'obiettivo della provocazione fine a sé stessa ammantato da una patina di conformismo che sfocia spesso nel deja-vu... un già visto che sa di stantìo.
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VideoCopertina
La Euyo prende residenza a Ferrara e Roma

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Classica
Saccon Genot Slavėk una meraviglia
servizio di Athos Tromboni FREE

20250111_Fe_00_ConcertoSacconGenotFERRARA -  Il Comitato per i Grandi Maestri fondato e guidato dal prof. Gianluca La Villa ha ripreso l'attività concertistica dopo alcuni mesi di pausa: saranno quattro gli appuntamenti fissati per la corrente stagione, il primo dei quali si è svolto ieri, 10 gennaio, nella sede che ospiterà anche gli altri appuntamenti: era la sala nobile del Circolo dei
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Eventi
Apre Puccini chiude Rossini
redatto da Athos Tromboni FREE

20250120_Bo_00_StagioneOpera_FulvioMacciardiBOLOGNA - Come anticipato nella conferenza stampa di “anteprima” dal sovrintendete Fulvio Macciardi nel luglio dello scorso anno, la Stagione d’Opera 2025 del Teatro Comunale di Bologna proporrà 8 opere in scena e 2 opere in forma di concerto. Le recite si terranno anche per questa stagione al Comunale Nouveau in Piazza della Costituzione 4
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Ballo and Bello
Lo Schiaccianoci dei rumeni
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20241231_Fe_00_LoSchiaccianoci_MariusPetipaFERRARA - Non poteva mancare Lo Schiaccianoci nel periodo delle feste natalizie per il Teatro Comunale "Claudio Abbado". E infatti ecco mobilitato il Balletto dell'Opera Nazionale della Romania per due recite di fine anno a Ferrara (28 e 29 dicembre 2024), recite che hanno praticamente registrato il tutto esaurito. La compagnia rumena, diretta da
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Ora tocca a Chiatti e Vinco
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Opera dal Centro-Nord
Mavra e Schicchi insolito dittico
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Gustavo e il Cappello di Paglia
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E il Regio si prende Battistoni
redatto da Athos Tromboni FREE

20241129_To_00_NuovoDirettoreMusicale_AndreaBattistoni_phDanieleRattiTORINO - «Il Teatro Regio di Torino è lieto di annunciare la nomina di Andrea Battistoni a Direttore musicale, un momento fondamentale per il Teatro e il suo futuro. Battistoni, figura di spicco nel panorama musicale internazionale, entrerà in carica ufficialmente dal 1° gennaio 2025, con un mandato che abbraccerà le prossime due Stagioni.» È la
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Torna il Comitato per i Grandi Maestri
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Un eccellente Roberto Devereux
servizio di Simone Tomei FREE

20241124_Bg_00_RobertoDevereux_JessicaPratt_phGianfrancoRotaBERGAMO - La versione napoletana del Roberto Devereux inaugura la decima edizione del Donizetti Opera Festival 2024. Il capolavoro di Gaetano Donizetti fin dalla sua prima rappresentazione al Teatro di San Carlo di Napoli nel 1837 ha riscosso grande successo. Ghiotta occasione per il festival bergamasco che la presenta nell’edizione critica
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Lucia di Lammermoor impiccata a Genova
servizio di Simone Tomei FREE

20241123_Ge_00_LuciaDiLammermoor_NinaMinasyanGENOVA - Il nuovo allestimento della Lucia di Lammermoor curato dal regista  Lorenzo Mariani per la Fondazione Teatro Carlo Felice, in coproduzione con il Teatro Comunale di Bologna e l’Abao-Olbe di Bilbao, ha visto una regia carica di situazioni forti e simboliche e talvolta inopportune. Lo spettacolo si apre con un'immagine scioccante
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Vocale
Vissi d'arte. Vissi per Maria
servizio di Athos Tromboni FREE

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Eventi
La stagione sinfonica 2025 dei felsinei
redatto da Athos Tromboni FREE

20241119_Bo_00_StagioneSinfonica_MacciardiFulvioBOLOGNA - Ventuno concerti costituiscono l’ampia e variegata offerta sinfonica, che caratterizza la stagione 2025 del Teatro Comunale di Bologna, in programma dal 12 gennaio all’11 dicembre 2025 all’Auditorium Manzoni, alle 20.30 nei giorni feriali e alle 17.30 la domenica. Sono ben 20 gli appuntamenti in abbonamento, che spaziano dal
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La Traviata dello sballo
servizio di Rossana Poletti FREE

20241118_Ts_00_LaTraviata_EnricoCalessoTRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. La Traviata, che ha aperto la stagione lirica del Verdi, denota subito un tratto lampante della regia di Arnaud Bernard: l’evidenziare in maniera sguaiata la licenziosità dei costumi. Di fatto parliamo di una mantenuta che, se anche moralmente riscattata nel finale da Alfredo, come pure dal padre di lui,
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Don Pasquale č un vaudeville
servizio di Athos Tromboni FREE

20241118_Bg_00_DonPasquale_RobertoDeCandia_phGianfrancoRotaBERGAMO - La sorpresa più lieta, arrivando a teatro per la "prima" del Don Pasquale del Festival Donizetti 2024, è stata che abbiam trovato disponibile un libretto (anzi, un libro) a stampa come succedeva nei migliori anni del secondo Novecento e come non succede quasi più in nessun teatro, specie se di provincia. Il libretto (anzi, il libro) contiene
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Madama Butterfly ciak si gira
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20241118_00_LosAngeles_MadamaButterfly_KarahSon_phCoryWeaverLOS ANGELES (USA), Dorothy Chandler Pavilion - Il mese di settembre segna l'inizio di quasi tutte le stagioni dei teatri d'opera americani, e la Los Angeles Opera, uno dei teatri più importanti del Paese, che propone un'interessante offerta di titoli, ha inaugurato il proprio ciclo con la già celebrata e apprezzata Madama Butterfly di Giacomo Puccini
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Requiem salvato dalle voci
servizio di Simone Tomei FREE

20241027_Li_00_RequiemVerdi_EricLederhandler_phTeamBizziLIVORNO - Rappresenta un debutto assoluto per il Teatro Goldoni e più in generale per i teatri livornesi l’esecuzione della Messa da Requiem di Giuseppe Verdi, uno dei più grandi e sentiti capolavori del Cigno di Busseto, che fino ad oggi aveva avuto un'unica esecuzione nella città labronica nel 1986 a Villa Mimbelli. È con questo concerto inaugurale
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20241022_Pr_00_LaBattagliaDiLegnano_AlessioVernaMarinaRebeka_phRobertoRicciPARMA - Nel 1849 Giuseppe Verdi presenta a Roma La Battaglia di Legnano, un'opera in quattro atti con libretto di Salvatore Cammarano. Ambientata nel 1176, durante la celebre battaglia in cui la Lega Lombarda sconfisse l'imperatore Federico Barbarossa, l'opera va oltre la semplice rievocazione storica, riflettendo profondamente
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Echi dal Territorio
Miracolo al soglio di sor Giacomo
FREE

20241020_00_TorreDelLago_FabrizioMiracoloPresidenteFondazioneFestivalPuccinianoTORRE DEL LAGO (LU) - È l’avvocato Fabrizio Miracolo il nuovo presidente della Fondazione Festival Pucciniano nominato dal sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro, alla guida della stessa Fondazione; il neo presidente si dice  «... profondamente onorato per la fiducia ricevuta dal primo cittadino. È un incarico – ha poi proseguito – che rappresenta
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20241017_Pr_00_GalaVerdiano+Macbeth_GiuseppeVerdiPARMA - Era il 10 ottobre 1813 quando, alle Roncole di Busseto, Luigia Uttini diede alla luce Giuseppe Fortunino Francesco Verdi, colui che, citando Gabriele D’Annunzio, avrebbe dato voce alla speranza e ai lutti, pianto e amato per tutti. Tradizione vuole dunque che, nell’ambito del Festival Verdi di Parma e Busseto, il decimo giorno del
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Opera dall Estero
Ballo in maschera di stelle
servizio di Ramón Jacques FREE

20241016_00_SanFrancisco_UnBalloInMaschera_MichaelFabiano_phCoryWeaverSAN FRANCISCO (USA), War Memorial Opera House - Ci sono alcune opere liriche che hanno un legame o un significato speciale con alcuni teatri, e una di queste è Un Ballo in Maschera di Giuseppe Verdi con la San Francisco Opera, titolo scelto dalla compagnia per avviare la nuova stagione, la 102 ̊ della propria storia. Quest'opera verdiana ebbe
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Opera dal Nord-Ovest
Giro di vite diversamente fatto
servizio di Simone Tomei FREE

20241014_Ge_00_IlGiroDiVite_KarenGardeazabal_phFedericoPittoGENOVA - Due teatri genovesi, il Nazionale ed il Carlo Felice, hanno avuto un’idea innovativa e affascinante per l’apertura della nuova stagione 2024-2025, proponendo un duplice spettacolo che unisce prosa e opera, presentato al Teatro Ivo Chiesa. È la prima volta in Italia che il pubblico può assistere a un dittico in cui viene messo in scena lo
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