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Nel Teatro Comunale Claudio Abbado bella iniziativa dell'Associazione Ferrara Musica |
Progetto Lauter per i giovani |
servizio di Edoardo Farina |
Pubblicato il 13 Maggio 2022 |
FERRARA - Ultimo appuntamento della Stagione concertistica 2021-2022 di “Ferrara Musica” nel Teatro Comunale “Claudio Abbado”: dopo lo strepitoso concerto tenuto dall’Orchestre de Paris sotto la direzione di Esa-Pekka Salonen dodici giorni prima, il 10 maggio 2022 è tornato sul palcoscenico il “Progetto Lauter”, fortunata formazione cameristica ideata e diretta da Nicola Bruzzo. Nato nel 1989, talentuoso violinista ferrarese dalla carriera internazionale e artefice a suo tempo di un’idea inserita fin dal suo esordio, si è posto già a suo tempo il difficile intento di avvicinare i ragazzi delle scuole superiori alla storia della musica proponendo esecuzioni e guide all’ascolto grazie a una formula semplice quanto efficace coinvolgendoli attivamente nell’organizzazione creandoli consapevoli e partecipi, stimolando tra di essi curiosità e attenzione nei confronti di un mondo considerato a loro desueto e molto spesso distante. Dal nome che propriamente non rimanda alla tipologia musicale assai introspettiva della serata, “Lauter” in tedesco significa “più forte”, espressione che intende descrivere l’intenzione di renderne un genere gestito da un gruppo di artisti, giuristi, esperti di comunicazione e musicologi provenienti da tutto il mondo. «Crediamo che la classica sia una delle radici culturali dell’Europa moderna: essa fa parte della nostra identità al pari del patrimonio artistico e architettonico. Fondamentale è riaccenderne l’interesse e la passione attivando un dialogo su tre diversi livelli: Musicale, Culturale e Sociale in grado di costituire il nostro proposito. Pensiamo alle circostanze preposte come cantieri aperti, in cui la collaborazione e il contributo di tutti sono fondamentali - sostiene Bruzzo - sviluppando direzioni diverse ma mantenendo alcuni tratti caratteristici che costituiscono l’anima del progetto creando oggi il pubblico di domani.» La divulgazione del repertorio dei secoli passati, attraverso un lavoro cominciato a fianco dei vari adolescenti e l’idea di fare dialogare la musica con altre forme di espressione interattiva, sono l’essenza vera dello “spirito Lauter”. Obiettivo primario di tutte le loro attività è assumersi responsabilità per i musicisti, per i loro interlocutori, mettendosi in gioco in prima persona contribuendo alla realizzazione di una iniziativa comune. Inserito fin dal suo esordio nei cartelloni principali delle varie associazioni concertistiche, il contesto nasce come stimolo per tutte le componenti "dell’ingranaggio" coinvolgendo i presenti e ottenendo un risultato finale assai sorprendente. Unendo interpreti di primissimo livello, l’alchimia che si è sempre creata a teatro di fronte al folto pubblico formato sia da appassionati che da tantissimi studenti è stata davvero speciale, come di consueto la residenza cameristica, accompagnata da una forma di educazione didattica musicale che ancora una volta ha coinvolto le scuole superiori della città estense nell’ambito del Liceo Classico “Ariosto” – Istituto “Bachelet” – Liceo Scientifico “Roiti”.
Dopo la presentazione e i consueti ringraziamenti enunciati dallo stesso Bruzzo, la scelta è stata incentrata interamente su compositori attivi tra la fine del secolo romantico e il Novecento in una formazione rinnovata riguardo il quintetto composto dai violinisti Nicola Bruzzo in primis poi Maia Cabeza, la violista Karolina Errera, il violoncellista Paolo Bonomini e il pianista Gabriele Carcano che ha aperto il sipario con il Menuet antique, Op. 7 in Fa diesis minore per pianoforte, del compositore francese Maurice Ravel (1875 – 1937) scritto nel 1895 a vent’anni e sua prima opera a essere pubblicata, poi da lui stesso orchestrato nel 1929. Ravel non è quel tipo di rivoluzionario della musica desideroso di dare un taglio netto alla tradizione, ma intimamente convinto che il necessario rinnovamento del linguaggio musicale debba partire da un dialogo continuo con le esperienze del passato. E un importante ponte con le origini lo costruisce sul ritmo e la forma del Minuetto, entrando stabilmente nella musica strumentale dal Seicento fino all’inizio dell’Ottocento, prima nella Suite, poi nella Sonata e nella Sinfonia. Reinventa più volte la celebre danza di corte francese nella sua opera pianistica, conservando del modello la sovrapposizione tra esposizione e gesto coreografico, il ritmo ternario, il tempo moderato e talvolta anche la divisione tripartita, il tutto costruito secondo un principio di simmetria che agisce su diversi piani della forma musicale: la struttura, la melodia, la tessitura. Il tema del Menuet antique del 1895, è costituito da quattro elementi motivici di differente lunghezza che possono essere liberamente associati agli analoghi passi di base del medesimo. Il primo, con armonia sempre diversa simula la riverenza e l’inchino, ma costituisce anche l’elemento strutturale più importante del brano in quanto ne stabilisce il ritmo e il colore armonico, organizza l’andamento sintattico del pezzo in ogni sezione, tranne il Trio, trasportandoci in una delle solite regioni incantate tanto care a Ravel, dove il tempo e lo spazio si confondono. La Francia dell’ultimo quarto d’Ottocento è un Paese che, come il nostro, conosce un solo genere veramente popular, capace di raccogliere un consenso di pubblico trasversale alle classi sociali: quello operistico. Rispetto ciò, la musica da camera, più prossima al gusto dell’élite borghese soffre di una minore visibilità, nonché di una certa subalternità di fronte all’omologo di sponda tedesca, che è il riferimento obbligato sul palcoscenico internazionale. I musicisti francesi guardando dunque inevitabilmente alle novità che arrivano al di là del Reno, rivendicando tuttavia il compito di promuovere uno stile strumentale a pieno titolo nazionale. Continuazione di programma ancora al piano solo con gli otto Valses nobles et sentimentales nei tempi Modéré - très franc, Assez lent - avec une expression intense, Modéré, Assez animé, Presque lent - dans un sentiment intime, Vif, Moins vif, Épilogue, Lent (o prestato), elaborati nel 1911 in omaggio alle raccolte di Valses sentimentales e Valses nobles di Franz Schubert rispettivamente del 1823 e 1827 o più in generale come riferimento all’idea dello stile viennese di solito formato da una serie di danze legate tra loro. Insieme al minuetto, la più rappresentata nella produzione raveliana è il Valzer, come l’epigrafe sullo spartito recita: «il piacere delizioso e sempre nuovo di un’inutile attività», dandoci subito l’idea di una lettura insieme ironica ed estetizzante, accompagnata dall’intenzione di mostrarne la decadenza della civiltà austriaca, del resto la prima guerra mondiale è ormai prossima. Tuttavia è anche molto forte in queste pagine il tipico rapporto di Ravel con il passato ricostituito da una memoria nostalgica e melanconica, seguendo il suo tipico approccio intellettualistico alla musica, sorretto da una tecnica straordinaria, isola alcuni gesti caratteristici del Valzer e li trasfigura. A conferma, nel primo pezzo, un tipico slancio ritmico viene decomposto con l’uso di forti dissonanze contrapposte a improvvise cadenze tonali. Inoltre, mentre tradizionalmente esso si apre con un elegante gesto in levare, tutti i brani a eccezione del quinto, cominciano sul tempo forte, quasi come se la musica fosse già iniziata. Il terzo ha l’andamento di uno stilema ancora precedente allo stesso Valzer introducendo un altro elemento su cui lavora: la contrapposizione tra ritmo binario della melodia e ritmo ternario dell’accompagnamento, ambiguità ritmica tipica ma resa in modo quasi straniata. La quarta danza è infatti tutta costruita con la mano destra che suona in tre e quella sinistra in due, dando una prospettiva particolarmente deformata e quasi cubista. Il quinto movimento è lento dal tono intimo e delicato, come una parentesi nostalgica sospesa nel tempo all’interno del ciclo, mentre il sesto, in cui il medesimo contesto continua ma a mani invertite, finisce con le stesse tre note con cui inizia il settimo Valzer, il suo preferito, quello che più trasmette il profumo insieme luminoso e melanconico contenendo un tema che ritroveremo in La Valse. L’ultima pagina funge da epilogo, e su un tessuto sospeso di solenni accordi e rintocchi fa emergere a tratti frammenti lontani dei Valzer precedenti – (come riporta Roberto Russi dall’archivio di “Ferrara Musica”, contenuto diversificato tratto in parte dal saggio per il concerto di Aleksandar Madzar, 10 dicembre 2019, stagione 2019/2020).
Ancora del compositore della città basca di Ciboure, la Sonata per violino e violoncello op. 73 in La minore nei tempi Allegro, Très vif, Lent, Vif avec entrain, in duo formato da Cabeza e Bonomini, è considerata da egli stesso un’opera di svolta, che segna il distacco dalle suggestioni impressioniste e l’adesione a un linguaggio sempre più essenziale e concentrato. La fraseologia melodica guida in modo perentorio il senso discorsivo del pezzo, mentre l’armonia sostiene e determina l’articolazione formale, rinunciando ad aloni magici e irreali. La Sonata, in un primo momento intitolata Duo, è una delle opere più sperimentali di Ravel, soprattutto per quanto riguarda l’esasperazione delle trasgressioni e sospensioni armoniche in grado di condurre le forze di gravità tonali a un grado estremo di tensione. Nell’ Esquisse autobiographique (Schizzi autobiografici, edito nel 1943), dice “la spoliazione è portata all’estremo” ed emergono “la rinuncia al fascino armonico e la reazione sempre più marcata nel senso della melodia”. Come in altri suoi lavori, il materiale tematico riaffiora ciclicamente in modo da presentare un ipotetico spunto unitario nelle sue più svariate prospettive e sfaccettature. Le idee sono, in sé, polivalenti, ricche, nella loro conformazione, di possibilità combinatorie, il gioco della sovrapposizione-simultaneità melodica e strutturale genera, quindi, potenzialità già intrinseche e implicite. Così avviene nello sviluppo del primo tempo che sfrutta, quasi in senso probabilistico, le varianti dei temi apparsi nell’esposizione, anziché proporre, in senso classico, la loro elaborazione da elementi germinali. I quattro motivi scelti e modellati da Ravel nell’Allegro iniziale si prestano più che mai a questa analisi-scomposizione-riscrittura. Procedimento che investe sia le microcellule costitutive, sia le loro associazioni in arcate melodiche. Composta tra il 1920 e il 1922 e dedicata alla memoria di Debussy, morto nel 1918, rappresenta un punto estremo della ricerca linguistica raveliana, ai solisti è richiesto uno sforzo estremo di suggestivo virtuosismo tecnico. La prima esecuzione avvenne nel 1922, alla “Salle Pleyel” di Parigi, con Hélène Jourdan-Morhange (1888 – 1961) al violino e Maurice Maréchal (1892 – 1964) al violoncello. Ravel eseguì puntigliosamente la loro preparazione, della quale la stessa violinista ci parla dettagliatamente nella sua biografia dedicata all’autore: «Le difficoltà del Duo per violino e violoncello non sono della medesima natura di quelle proprie alla Tzigane. Occorre soprattutto riuscire a equilibrare le due sonorità così differenti del “tenore” e del “basso”. Generalmente, Ravel non trovava mai abbastanza rilevato e distinto l’accompagnamento in forma di arabesco del violoncello: questo, seguendo naturalmente il canto, può pregiudicare l’effetto d’assieme, specie se attenua le armonie, basi principali di sostegno di tutto l’edificio. Ci fece studiare il Duo pazientemente, una pagina per volta, mentre stava ancora terminando di scriverlo: soltanto la prima parte era apparsa nella Revue Musicale in occasione del Tombeau di Claude Debussy, alla cui memoria è dedicata l’opera». A proposito delle difficoltà esecutive, dopo accurati accorgimenti su ogni movimento, aggiunge: «Opera un po’ aspra, a prima vista, il Duo nasconde veri tesori musicali, ma tratta assai duramente il violino. L’autore non gli consente la benché minima seduzione; lo lascia spietatamente nudo... La parte del violoncello, poi, è addirittura demoniaca. Ravel, grande amante delle difficoltà tecniche, ha costretto l’istrumento a inerpicarsi su scale di note acute con l’agilità di uno scoiattolino…Tutto quanto è stato detto deve però rimanere un segreto di camerino. Il lavoro, ben preparato, bisogna che appaia al pubblico scorrevole e disinvolto...». Anche il secondo, Molto vivo, ha carattere popolare mentre il primo motivo dell’Allegro si spezza nei due strumenti in pizzicato, dedicando al violino un altro tema dal sapore folcloristico. Dice ancora la celebre Hélène: «Ricordo la preparazione dello Scherzo dal Duo... Gli spiccati debbono venire eseguiti con ritmo e sonorità tanto precisi da poter passare, senza stacchi bruschi, dall’uno all’altro strumento». Sofisticate rievocazioni di idee del primo movimento riaffiorano nel Lento, una Passacaglia dilatata e densa di riferimenti storici che interferiscono, in un intreccio molteplice e aperto, con gli echi tematici che percorrono tutta la Sonata rimodellandosi nel Vivo conclusivo. Alle idee cicliche ricorrenti si aggiungono nuovi motivi dal carattere marcato, che hanno spesso fatto parlare di “atonalità” come riferisce anche il filosofo Vladimir Jankélévitch a proposito di uno dei temi del tempo iniziale. La proliferazione contrappuntistica, attraverso un’estremizzata concezione selettiva-combinatoria del materiale melodico e armonico, avvolge il Finale in un’atmosfera di ermetismo straniante – (secondo Lidia Bramani dall’archivio di “Ferrara Musica”, testo variato tratto dal saggio per il concerto di Giuliano Carmignola, Mario Brunello e Andrea Lucchesini, 22 ottobre 1994, stagione autunnale 1994). Solamente la seconda parte è stata affidata interamente all’ensemble per le note di Alfred Garrievich Schnittke (Engels, 1934 – Amburgo, 1998) autore di origine ebreo-tedesca convertito al Cristianesimo. Tra i più eseguiti e registrati della musica classica del tardo ventesimo secolo e tra i più illustri musicisti sovietici, è descritto dal musicologo Ivan Moody come un "compositore che si preoccupava nella sua musica di rappresentare le lotte morali e spirituali dell'uomo contemporaneo in profondità e dettaglio", mostrando la forte influenza di Dmitrij Šostakovič nella rara lettura del Quintetto per pianoforte e archi op. 108 nei tempi Moderato, Tempo di Valse, Andante, Lento, Moderato pastoral. «Dem Andenken meiner Mutter Maria Vogel - in memoria di mia madre Maria Vogel», sono le parole che leggiamo in cima alla partitura ove la composizione fu ultimata nel 1976, quattro anni dopo la morte della propria genitrice. La sua struttura è classica e trasparente, mentre il linguaggio musicale, grazie a dissonanze estreme e a una frammentazione continua del materiale tematico, esaspera l’atmosfera di tetro disagio della partitura. Tale contrasto potrebbe essere trovato in alcune opere di Francis Bacon: proprio come nel ciclo di dipinti che ritraggono Papa Innocenzo X° sfigurato e inquietante, questo Quintetto lascia intravedere i profili, le linee strutturali su cui è impostato che ricordano autori del passato, ma le tinte sonore che Schnittke utilizza vanno ad alterare in modo macabro e irreversibile questa classicità. I cinque episodi scritti senza soluzione di continuità, ovvero senza pausa tra uno e l’altro, creano una salda unità narrativa. Ad aprire il Moderato iniziale è il pianoforte, esponendone il tema principale di tutta l’opera: cinque note a distanza di semitono, quindi vicinissime l’una all’altra, che oscillano come una sinusoide. Con l’ingresso del quartetto d’archi questa prossimità viene man mano portata al limite, limando le distanze e usando sovente piccoli intervalli, la cui conseguenza è una dissonanza sempre maggiore e più espressiva. L’andamento ritmico e l’armonizzazione ne creano un clima funesto, confermato da un lungo passaggio in cui il pianoforte ripete inesorabile un Sol diesis acuto, mimando il suono in sottofondo dell’elettrocardiogramma che il compositore ha dovuto ascoltare negli ultimi momenti di vita della madre. Il secondo, In Tempo di Valse, porta fin da subito l’ascoltatore nel passato, un passato indeterminato, un ricordo sbiadito che col passare delle battute, da misterioso diviene grottesco e furente. Il terzo e quarto sono il cuore dell’opera, un Andante e un Lento in cui l’oscurità diventa assoluta e le capacità espressive delle singole voci, attraverso particolari tecniche strumentali e compositive, toccano l’apice. Schnittke disse: «(questi movimenti) sono scaturiti da una situazione di incredibile dolore, della quale preferisco non parlare perché di natura molto personale e perché sarebbe solamente banalizzata dalle parole».
Se la morte è esclusivamente ricordata nei primi due, nei centrali è invece vissuta e percepita in tutte le sue sfumature tragiche. La drammaturgia del brano è costruita in modo da rendere l’arrivo del finale catartico e pieno di luce: una Pastorale in ritmo ternario, che in musica ha significato circolare, dagli intervalli questa volta ampissimi. Mentre l’intero Quintetto è costruito da dissonanze fittissime e quasi asfittiche, ora l’ascoltatore è investito da una boccata d’aria purissima. Il pianoforte ripete a oltranza il tema, indipendente, quasi alienato rispetto al quartetto che ripresenta tutto il materiale preposto ora però illuminato da una luce molto diversa, chiudendo così l’opera in maniera rarefatta e quasi mistica – (spiega di nuovo Bruzzo, in modo ampiamente esaustivo in relazione alle note di sala). Ottima interpretazione ed espressione da parte di Carcano riguardo il recital pianistico prescelto, storicamente ben consolidato e quindi non facile essendo all’apice della letteratura classica, poi attacchi degli archi in perfetto sincronismo, intonazione direi ineccepibile, dinamica strumentale ottenuta da grande intesa per quanto concerne sia il duo che il quintetto. Il tutto per una platea costituita per l’appunto e in massima parte da giovanissimi inseriti nel contesto “scuola”, non sempre tutti attenti e a livello comportamentale inesperti dell’ambiente teatrale, messi alla prova da pagine dall’aspetto estremamente intimistico e introspettivo di primo acchito non facili all’ascolto e a mio avviso del tutto inidonee all’ottica preposta, creando inevitabilmente una sorta di disconnessione tra livelli culturali molto differenti in conflitto tra l’intransigenza dei coetanei sul palco e coloro non portati a tali scelte rigorosamente accademiche. Repertorio dettato forse più da un inconsapevole gusto personale del Lauter che altro, come tale probabilmente sarebbe stato più adatto e fruibile un tardo barocco vivaldiano o un solare quartetto di Mozart “da consumo”, per usare un termine un po’ azzardato. Lodevole iniziativa, comunque, costituita da un’interessante e insolita forma attraverso l’esecuzione di un concerto strutturato nella sequenza dal solista alla formazione in insieme, generando elementi professionali direi quasi inaspettati a tale livello da parte di strumentisti mediamente trentenni. Sicuramente hanno saputo creare e destare l’attenzione soprattutto dei consueti habitué au théâtre sino al termine della performance dando prova di grandissima abilità al di là di ogni limite, nella speranza di essere il tutto di buon auspicio riguardo le generazioni a venire, come afferma l’editore musicale Filippo Michelangeli, attento e sensibile a diverse e plurime realtà sociali, di cui riporto felicemente un suo recente pensiero: «Agli adulti e agli anziani che non perdono occasione per dire "... i ragazzi di oggi non si impegnano più, sono buoni a nulla, non sanno sacrificarsi..." io rispondo semplicemente che sono tutte sciocchezze. E’ pieno di gioventù operosa, seria, studiosa, affettuosa, generosa. Ai giovani diamo il buon esempio. Ci verranno dietro e in molti casi saranno pure meglio di noi.»
Crediti fotografici: Marco Caselli Nirmal per Ferrara Musica Nella miniatura in alto: il violinista Nicola Bruzzo Sotto in sequenza: primi piani e panoramiche sul concerto di "Progetto Lauter"
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Innocence debutta a San Francisco
intervento di Ramón Jacques FREE
SAN FRANCISCO (USA) - War Memorial Opera House, 18 giugno 2024. Per il secondo anno consecutivo, il pubblico di San Francisco ha potuto apprezzare un'altro titolo operistico della compositrice finlandese Kaija Saariaho, morta all'età di settant'anni nel giugno 2023, curiosamente pochi giorni prima della rappresentazione della sua seconda opera Adriana Mater da parte della San Francisco Symphony Orchestra. Quest'estate l'Opera di San Francisco ha offerto la prima esecuzione americana dell'ultima opera in cinque atti della Saariaho, intitolata Innocence, la cui prima assoluta è avvenuta nell'estate del 2021 al festival di Aix-en- Provence in Francia. Per circa due ore di durata e senza interruzioni, l'opera della compositrice finlandese affronta un tema attuale, tragico, anche se nuovo per la scena operistica, quello dell’uso delle armi e della conseguente tragedia accaduta in una scuola
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Echi dal Territorio
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I percorsi di Bal'danza
servizio di Edoardo Farina FREE
FERRARA - Si è conclusa la prima parte della programmazione concertistica 2023-2024 curata dall’Associazione culturale Bal’danza svoltasi tra le cornici più prestigiose della città di Ferrara, ove ad apertura della stagione precedente già dal febbraio 2023 è stato proposto l’appuntamento inaugurale del 19 con l’orchestra “La Toscanini Next” – in
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Opera dal Nord-Est
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Carmen vive, viva Carmen!
servizio di Angela Bosetto FREE
VERONA – Creato nel 1995, l’allestimento areniano di Carmen firmato da Franco Zeffirelli è ormai considerato un grande classico del festival lirico estivo eppure non è mai rimasto uguale a se stesso, se si escludono i magnifici costumi di Anna Anni. Difatti, nel corso di oltre trent’anni, lo spettacolo è stato modificato, aggiornato, ripensato, ridotto
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Opera dall Estero
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Partenope emigra a Parigi
servizio di Ramón Jacques FREE
SAN FRANCISCO (USA) - War Memorial Opera House, 19 giugno 2024. Partenope, opera lirica in tre atti di Georg Friedrich Händel su libretto italiano anonimo, adattata nel 1699 da Silvio Stampiglia, e la cui prima assoluta ebbe luogo al King's Theatre di Londra il 24 Febbraio 1730 - come molte delle opere di Händel - non è una delle opere più
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Opera dal Nord-Ovest
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Trittico omogeneizzato da Kratzer
servizio di Simone Tomei FREE
TORINO - La stagione lirica 2023/2024 del Teatro Regio chiude i battenti con un ulteriore omaggio a Giacomo Puccini mettendo in scena Il Trittico. Un’opera, anzi tre, nelle quali si snocciolano eventi e situazioni assai dissimili tra loro; una eterogeneità che spesso stimola la fantasia di molti registi alla ricerca di un filo conduttore che possa armonizzare
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Concorsi e Premi
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Premio al Trio Ndayambaje
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ACIREALE (CT) - Il Trio composto da studenti del biennio jazz del Conservatorio "Girolamo Frescobaldi" di Ferrara si è aggiudicato il premio per la miglior composizione originale della competizione tra jazz band dei Conservatori di Musica e di Scuole Musicali di Alta Formazione (AFAM) di tutta Italia, Jaci&Jazz Academy Award organizzata; il concorso svoltosi
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Opera dal Nord-Est
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Torna il Barbiere dopo il diluvio
servizio di Angela Bosetto FREE
VERONA - Quando, nella nona scena del Barbiere di Siviglia, il Conte d’Almaviva si lamenta dell’improvviso temporale, affermando «... Poter del mondo! Che tempo indiavolato ...», Figaro replica, soave: «Tempo da innamorati!». Ed è con il pensiero rivolto all’ottimismo del factotum rossiniano che il pubblico attende la prima areniana stagionale
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Jazz Pop Rock Etno
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Settant'anni di Romagna mia
servizio di Attilia Tartagni FREE
CERVIA (RA) - Ravenna Festival, dopo “Casadei secondo a nessuno” del 2013, omaggia di nuovo lo “Strauss di Romagna” e la sua celeberrima Romagna mia, una canzone diventata, al di là delle intenzioni dell’autore che la pubblicò per un caso fortuito solo nel 1954, l’inno della Romagna, un canto di nostalgia universale, un sempreverde che si
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Echi dal Territorio
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Anita prima esecuzione assoluta
redatto da Athos Tromboni FREE
SPOLETO (PG) - Giunta quest’anno alla sua 78° edizione torna a Spoleto e nei principali teatri dell’Umbria la stagione del Teatro Lirico Sperimentale “A. Belli” di Spoleto che aprirà con la consueta kermesse musicale “Eine Kleine Musik 2024” al Teatro Caio Melisso (anteprima per gruppi organizzati: giovedì 22 agosto ore 20.30 - spettacoli
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Eventi
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Genova fa il Giro di Vite
servizio di Athos Tromboni FREE
GENOVA - «A conclusione di una Stagione lirico-sinfonica 2023/2024 che ha conseguito un enorme successo di pubblico e di critica – ha detto il sovrintendente Claudio Orazi nella conferenza stampa – il cartellone artistico 2024/2025 che oggi presentiamo si conferma ricco di ulteriori emozioni. Con il sostegno di decine di migliaia di spettatori,
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Ballo and Bello
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Riecco la Danza contemporanea
redatto da Athos Tromboni FREE
FERRARA - Da settembre la danza contemporanea torna ad essere protagonista a Ferrara, entrando negli spazi verdi e nei palazzi storici della città. Tra fine settembre e novembre, il Festival di Danza Contemporanea 2024 inaugurerà la nuova stagione teatrale del Teatro Comunale di Ferrara, con due prime mondiali e una prima nazionale. La
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Eventi
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Piacenza ecco il cartellone
redatto da Athos Tromboni FREE
PIACENZA - La Stagione 2024/2025 del Teatro Municipale di Piacenza propone, da dicembre 2024 a giugno 2025, cinque titoli d’opera, sei concerti, cinque balletti, in attesa di presentare un significativo progetto verdiano programmato per l’autunno 2025. In memoria di Giuseppe Verdi sarà il Recital che vedrà protagonista il baritono Luca Salsi, il
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Opera dal Nord-Ovest
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Il Barbiere dei giovani
servizio di Simone Tomei FREE
GENOVA - La stagione operistica del Teatro Carlo Felice di Genova chiude i battenti con l'attesa rappresentazione di Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini in una produzione datata 2005 del Teatro del Maggio Fiorentino. Non sono nuovo nella visione di questo allestimento scenico che vede la firma registica e dell’impianto scenico di Damiano
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Opera dal Nord-Est
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Il dittico delle Porte
servizio di Rossana Poletti FREE
TRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. Si conclude con un dittico la stagione lirica del Teatro Verdi: in scena La Porta divisoria di Fiorenzo Carpi e Il Castello del Duca Barbablù di Béla Bartók. Di La Porta divisoria le notizie sono legate ai documenti conservati nell’Archivio del Piccolo Teatro di Milano, perché all’opera è legata la figura del triestino Giorgio
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Classica
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Simone Nicoletta clarinettista per Muti
servizio Attilia Tartagni FREE
RAVENNA - Come sempre prima dei concerti diretti dal M° Riccardo Muti l’atmosfera è di spasmodica attesa, mentre l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini è già tutta schierata sul palco a provare gli strumenti. L’incedere carismatico del direttore spezza quel tempo sospeso, scatenando l’applauso e l’abbraccio ideale del pubblico. Muti lo abbiamo
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Opera dal Nord-Est
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Doppia inaugurazione in Arena
servizio di Angela Bosetto FREE
VERONA - Negli anni Novanta, il celebre spot di un altrettanto famoso gelato affermava che «Du gust is megl che one», quindi dato che l’estate è alle porte e ci sono ben due cose da festeggiare (il riconoscimento della pratica del canto lirico italiano come Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO e il centenario della scomparsa di Giacomo Puccini),
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Opera dall Estero
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Béatrice et Bénédict secondo Michieletto
servizio di Ramón Jacques FREE
LIONE (Francia) - Il compositore Héctor Berlioz (1803-1869) è nato nella città di La Côte-Saint-André nella regione dell'Auvenia-Rodano, a circa 75 chilometri dalla città di Lione, quindi è praticamente da considerarsi un compositore di casa. Si tratta tuttavia di una coincidenza, poiché non esiste uno stretto rapporto tra le opere del compositore e
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Pagina Aperta
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La Chamber of Europe e sir Schiff
servizio di Edoardo Farina FREE
FERRARA - Preceduto dall’interessante lezione-conferenza tenutasi presso la sala del Ridotto del Teatro a cura del musicologo Giorgio Pestelli in presenza del Direttore artistico di Ferrara Musica Renzo Restagno che ne ha introdotto il programma e le caratteristiche storiografiche del concerto nel pomeriggio antecedente, il penultimo appuntamento della
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Jazz Pop Rock Etno
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Cartoline dal Sud degli Ánema
servizio di Edoardo Farina FREE
FERRARA - La ricchissima programmazione invernale di Ferrara Musica nell’ambito dei concerti cameristici della domenica mattina attraverso l’organizzazione artistica di Dario Favretti presso la sala del Ridotto del Teatro Comunale “Claudio Abbado” ha visto nello svolgimento della sola prima parte, dal 15 ottobre al 17 dicembre 2023 ben dodici
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Eventi
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Ferrara Musica il nuovo cartellone
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Il direttore artistico Enzo Restagno, il direttore organizzativo Dario Favretti, con il concerto conclusivo del giovanissimo pianista Marco Merola (Fryderyk Chopin, Ballata n.2 in Fa maggiore op.28), hanno presentato alla stampa e al numeroso pubblico invitato, la stagione 2024-2025 di Ferrara Musica che terrà i propri concerti nel Teatro
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Jazz Pop Rock Etno
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Tutte le Direzioni in Summertime
redatto da Athos Tromboni FREE
COMACCHIO (FE) - Prende il via nella cittadina lagunare la stagione estiva del Gruppo dei 10: nove concerti, tre suggestive location, alcune novità e grandi ritorni, dal sax di Lou Marini alla poesia di Corrado Govoni, passando per Mimmo Locasciulli, Frank Sinatra, Sugarpie and the Candymen e tanti altri. A partire da venerdì 7 giugno 2024.
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Prosa
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Prosa ecco la Stagione
redatto da Athos Tromboni FREE
FERRARA - Partecipata conferenza stampa oggi per la presentazione della Stagione di Prosa 2024/2025 del Teatro Comunale "Claudio Abbado": erano presenti e sono intervenuti l’assessore alla Cultura del Comune di Ferrara, Marco Gulinelli, Michele Placido, presidente della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Moni Ovadia
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Opera dal Nord-Ovest
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Il Corsaro piace
servizio di Simone Tomei FREE
GENOVA - Prosegue con successo e volge al termine la stagione lirica del Teatro Carlo Felice di Genova: nel penultimo appuntamento con il suo pubblico mette in scena il melodramma verdiano in tre atti Il Corsaro su libretto di Francesco Maria Piave, tratto dall’omonimo poema “The Corsair” di Lord Byron. La sua prima rappresentazione fu
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Opera dal Centro-Nord
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L'Isola disabitata del Conservatorio Frescobaldi
servizio di Edoardo Farina FREE
FERRARA - Dopo Ecce cor meum, spettacolare omaggio in versione orchestrale all’immortale musica dei Beatles, prosegue la ricca programmazione del Teatro Comunale “Claudio Abbado” di Ferrara nell’ambito della Stagione Opera/Balletto 2023-24 con in scena il penultimo appuntamento dei dodici previsti, L’isola disabitata di Franz Joseph Haydn
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Vocale
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La Divina Giustizia canta il monito
sevizio di Athos Tromboni FREE
RAVENNA - Entrando nella Basilica di San Giovanni Evangelista si resta colpiti dalla sobrietà e insieme solennità delle architetture. La chiesa fu eretta dall’imperatrice Galla Placidia negli anni successivi al 424 dopo Cristo, per sciogliere un voto espresso durante una rovinosa burrasca in mare in cui era incappata al ritorno da Costantinopoli: se fosse
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Operetta and Musical
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The Sound of Music a Houston
servizio di Ramón Jacques FREE
HOUSTON ,Texas (USA) - Wortham Theater Center. Tradizionalmente pochissimi teatri d'opera americani sono stati interessati a programmare Musical come parte integrante delle loro stagioni. C'è una linea molto labile che divide questo genere, il Musical, e l'opera lirica, che nella sostanza sono simili in quanto entrambi richiedono cantanti
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Classica
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Mozart, Schubert e Muti un trionfo
servizio di Athos Tromboni FREE
RAVENNA - E così l'11 maggio dentro un Palazzo De Andrè stipato di pubblico all'inverosimile (3500 posti a sedere la capienza dichiarata) è iniziata la trentacinquesima edizione del Ravenna Festival, quest'anno sulle corde d'una frase biblica, E fu sera e fu mattina..., sottotitolo della manifestazione mutuato dal più celebre "leitmotiv" della
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Vocale
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Die Walküre secondo Luisi
servizio di Ramón Jacques FREE
DALLAS (Texas, USA) - Il 5 maggio 2024 Con Die Walküre WWV 86B è proseguito il ciclo dell' Anello del Nibelungo di Richard Wagner, che la Dallas Symphony Orchestra quest’anno sta portando avanti, ciclo che si interromperà e riprenderà nel mese di ottobre di questo stesso anno. Wagner ha composto la musica per Die Walküre tra il 1854 e il 1856, secondo
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Personaggi
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A Felicia Bongiovanni il Premio Callas
servizio di Silvia Iacono FREE
PALERMO - L’attività artistica del soprano Felicia Bongiovanni prosegue dopo aver ricevuto il Callas Tribute Prize. Il 5 maggio 2024, presso la Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia, in occasione del primo concerto per il Gubileo rosaliano a Palermo, che celebra i quattrocento anni dal ritrovamento delle reliquie di Santa Rosalia, patrona amata
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Vocale
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Das Rehingold ha aperto il Ring
servizio di Ramón Jacques FREE
DALLAS (Texas, USA) - Fondata nel 1900, e con tante storie da raccontare, poiché da qui sono passati i migliori direttori d'orchestra, strumentisti e solisti, la Dallas Symphony Orchestra occupa senza dubbio un posto di rilievo tra le più prestigiose ed importanti orchestre americane. Ora ha intrapreso un programma ambizioso, impegnativo, ma di grande
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