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La prima regina del compositore bergamasco nel regno del Cigno di Busseto |
Il trionfo di Anna Bolena |
servizio di Simone Tomei |
Pubblicato il 24 Gennaio 2017 |
PARMA - Siamo nel 1830 quando Gaetano Donizetti finì di comporre Anna Bolena; fu il coronamento di anni dove le fatiche molto spesso venivano accolte da instabili successi. Fu la prima opera che in breve fece il giro di tutte le capitali europee, fruttandogli fama nazionale ed internazionale, con la precisazione che certamente la Bolena lo portò all'attenzione del mondo musicale europeo, ma non fu certo la sua prima opera ad essere rappresentata fuori d'Italia, e non fu un'improvvisa rivelazione della sua bravura. Fu piuttosto il culmine di un lungo processo di maturazione e di paziente apprendistato confermato dalla lunga lista di opere, fra le quali peraltro figurano già lavori seri quali Il paria, L'esule di Roma, Il castello di Kenilwoorth e Imelda de' Lambertazzi. Un elemento vincente in questa circostanza fu la presenza di Felice Romani che gli fornì un testo veramente di prima qualità, in quanto possiamo sicuramente affermare che il Romani era senza dubbio il più capace librettista del suo tempo. Studioso educato sui classici, poeta di autentica sensibilità e drammaturgo con un forte senso della teatralità, avrebbe in seguito fornito a Donizetti i testi per L'elisir d'amore e Lucrezia Borgia, dimostrando notevole versatilità non solo nella tragedia ma anche nella commedia e nel melodramma romantico. La stagione del Teatro Regio di Parma è stata inaugurata proprio con questo capolavoro donizettiano e in questa recensione vi darò conto del mio ascolto nella città di Giuseppe Verdi, della recita di domenica 22 gennaio 2017. Una produzione che porta la firma dell’aspetto visuale di Alfonso Antoniozzi come regista, Monica Manganelli per le scenografie, Gianluca Falaschi per i costumi, Luciano Novelli curatore delle luci e Sergio Paladino per i movimenti coreografici. Squadra che vince non si cambia come dice un vecchio adagio; andando indietro a quasi un anno fa, questi artisti furono i fautori dell’allestimento genovese del Roberto Devereux - altro titolo donizettiano che assieme a Maria Stuarda completa il ciclo delle Regine Tudor - di cui potere leggere le mie recensioni qui e qui . Anche in questa produzione possiamo sicuramente scorgere l’impronta e l’idea del team; un praticabile su cui si snodano le vicende dei personaggi allestito da pannelli di legno che si muovono al bisogno per creare gli ambienti scenici; un fondale in questo caso che cambia a seconda delle necessità e prende vita con delle proiezioni atte a configurare gli ambienti richiesti dalla drammaturgia; sul palcoscenico vero e proprio, vi è uno spazio nel quale si muovono principalmente gli artisti del coro e poche volte i protagonisti.

Se da un lato l’occhio avvezzo al primo Devereux ha trovato familiarità scenica in questo nuovo allestimento, qualche dubbio mi è sorto in relazione all’idea registica; nulla di trascendentale e nulla di così strano, ma ho avuto la sensazione che tutti gli intrecci e tutte le relazione tra i personaggi non abbiano trovato alla fine una loro perfetta esplicitazione e una loro logica evoluzione; tanti abbracci, tutti pressoché uguali, sia che fossero di compassione, sia che fossero d’amore o di empatia; poco spazio ai sentimenti di passione - tra Seymour ed Enrico VIII - e di amore come quello tra Anna e Percy e soprattutto poca differenziazione tra essi; le otto figure mimiche in scena - quattro donne vestite di bianco e quarto uomini con la testa a becco di rapace - sono state poco rappresentative e per trovarne in significato ho dovuto ricorrere alle ilari note di regia sul libretto di sala, trovandoci una spiegazione del tutto diversa dall’idea che mi ero fatto. In sostanza un trompe-l’œil di sicuro fascino e direi anche molto bello, ma di difficile interpretazione. Non hanno salvato le sorti della comprensione nemmeno i costumi in stile anni quaranta del XX secolo poco attinenti al libretto e ai personaggi con delle incursioni a dir poco grottesche: la vestaglia da camera color viola del Re - che somigliava più ad un prelato nel venerdì santo durante la Via Crucis - come pure il suo cappotto di pelo lungo fino ai piedi che lo avvicinava più al condottiero Attila che non a colui che regna sul soglio regale inglese; per non parlare poi del costume di Seymour che si poteva tranquillamente scambiare con l’addetta al servizio lavanderia. Un lavoro nel complesso sicuramente di grande impegno interpretativo e di grande “fantasia” che - pur non facendomi rimpiangere l’idea di aver voluto trascorrere una domenica a teatro - non mi ha soddisfatto appieno come fu per l’esperienza genovese; voglio comunque gettare una pietra a favore di questa squadra ricordando, che Anna Bolena, rispetto al Roberto Devereux, è più deficitaria di azione e di movimento e quindi è forse più difficile cogliere e trasfondere in scena condizioni psicologiche e rapporti umani così particolari e così complicati come quelli dei quest’opera; come pure sono convinto che rivendendo una seconda volta questo allestimento - e spero di averne l'occasione - possano chiarirsi nella mia mente alcuni elementi rimasti più in oblio.


L’aspetto musicale nel complesso è stato di gran livello dovendo dare atto che la prova di Yolanda Auyanet nel ruolo eponimo è stata quella osannata a furor di popolo da tutto il pubblico astante; un canto solido, una vocalità pienamente a fuoco e salda in tutta la gamma dei suoni della sua corda, sono riuscite a far emergere il personaggio in tutta la propria drammaticità; un ruolo impegnativo che non lascia spazio a cedimenti o incertezze; un ruolo esaltante una Regina che lo sarà fino alla fine nonostante la pazzia; un ruolo che proprio nelle pagine estreme dello spartito richiede il massimo impegno e sforzo. Tutto questo è stata la Auyanet; una Regina sempre, una donna innamorata, sì, ma con la consapevolezza del ruolo che impersona e proprio questa sua “condizione sociale” le dà come unica via d’uscita il rifugio nella pazzia; e quando si arriva a questa grande scena finale il suo canto si fa ancora più partecipe ed il pubblico si trova di fronte ad una rappresentazione che, dalla prima all'ultima nota, convince sia come virtuosismo che come vis drammatica molto partecipata, ma sempre ponderata dove i suoni in acuto esplodono veementi, sapendo trovare, come necessario, anche quei delicati filati e quelle meravigliose mezze voci che inebriano il pubblico in una richiesta quasi smodata di bis dopo l’aria Al dolce guidami. Riccardo Zanellato accorso in sostituzione dell’indisposto Marco Spotti, dopo aver eseguito la recita precedente a “bordo campo” con il titolare in scena a recitare senza cantare, questa volta ha vestito i panni di Enrico VIII; tonante, sicuro e mai sopra le righe, ha delineato un personaggio torbido e cinico come si conviene, con un’emissione perentoria, ma costantemente curata nel fraseggio, nell’intonazione e nelle intenzioni, trovando una buona amalgama con il resto del cast e con il coro nei meravigliosi momenti di assieme. In merito al personaggio di Giovanna Seymour appannaggio del mezzosoprano Sonia Ganassi, per la sua indisposizione annunciata nell’intervallo tra i due atti, preferisco esimermi da qualsiasi commento. Interessante voce quella del tenore Giulio Pelligra nei panni di Lord Riccardo Piercy; anche lui è subentrato in soccorso del tenore Maxim Mironov che ha dovuto abbandonare il palcoscenico proprio la sera delle “generale”. Ha affrontato il ruolo in maniera molto convincente e preparata, dimostrando di possedere un ottimo squillo in acuto ed un’elegante capacita di fraseggio di gestione delle dinamiche di suono che - a mio giudizio - lo renderebbe e lo renderà probabilmente un ottimo cantante del repertorio rossiniano; in questa veste non ha assolutamente sfigurato, anzi, onore alla sua preparazione e alla sua interpretazione, ma credo che nel contesto sopraddetto potrebbe trovare delle grandissime soddisfazioni e annoverarsi come una vera personalità del futuro. Encomio senza se e senza ma per la giovane Martina Belli nei panni un po’ androgini di Smeton; se è stata poco convincente per la mise scenica con cui si è presentata al pubblico, sicuramente si è riscattata per il suo canto, che vanta una voce pastosa, sonora e ben salda anche in acuto, curata nel fraseggio e attenta alle intenzioni, cui ha unito una bella presenza scenica ed un’ottima capacità attoriale. Anche il basso Paolo Battaglia nei panni di Lord Rochefort non è stato da meno, con voce tonante e perentoria è riuscito ad emergere nonostante il ruolo di fianco. Buona la prova di Alessandro Viola nei panni dell’ufficiale Hervey.

Preziosa la prestazione del Coro del Teatro Regio di Parma diretto dal M° Martino Faggiani; molto presente e centrato negli ensemble che in Anna Bolena sono di ottima qualità, così come nelle grandi pagine elegiache del secondo atto, cantate dalle dame di corte e dai cortigiani per sottolineare le varie fasi del declino della Regina. Sul podio, alla guida dell’Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna, uno dei massimi esperti e dei massimi conoscitori del repertorio belcantista e non solo; il M° Fabrizio Maria Carminati si è distinto in questa prova per la grande capacità di trovare il giusto equilibrio tra buca e palco; Anna Bolena non possiede grandi pagine sinfoniche dove l’orchestra possa emergere come protagonista assoluta, ma il difficile compito affidato alla bacchetta è quello di riuscire a mantenere gli equilibri spesso molto delicati tra le voci; ho notato sempre un gesto attento, preciso e “amico” per il cantante che non si è mai trovato privo di guida e che grazie al sostengo di un suono sempre incline con il momento, ha potuto esprimersi al meglio regalando delle pagine di puro godimento. Anche il pubblico ha apprezzato molto questo allestimento effettuato in coproduzione con il Teatro Carlo Felice di Genova, coronandolo con quasi dieci minuti di applausi scroscianti per tutti gli interpreti.
Crediti fotografici: Roberto Ricci per il Teatro Regio di Parma Nella miniatura in alto: il direttore Fabrizio Maria Carminati Al centro in sequenza: Giulio Pelligra (Piercy) e Yolanda Auyanet (Anna Bolena); Sonia Ganassi (Giovanna Seymour) e Riccardo Zanellato (Enrico VIII) Sotto in sequenza: tre istantanee di Roberto Ricci sull'allestimento parmigiano
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Rigoletto adesso è un clown
intervento di Ramón Jacques FREE
LOS ANGELES (Usa), Dorothy Chandler Pavilion 12 giugno 2025 - È impossibile essere amanti della musica e rimanere indifferenti al piacere di ascoltare le note di Rigoletto dal vivo in un teatro. Sebbene non sia trascorso molto tempo dalla sua ultima rappresentazione al Dorothy Chandler Pavillion, sede della compagnia di Los Angeles "LA Opera" (l'ultimo Rigoletto andò in scena nel 2018), non si tratta di un titolo rappresentato con frequenza in questo luogo. Le uniche altre produzioni degne di nota sono state quelle delle stagioni 1993, 2000 e 2010. Quest’opera in tre atti, con musica di Giuseppe Verdi (1813-1901) e libretto di Francesco Maria Piave, è tratta da "Le roi s’amuse" di Victor Hugo. Considerata uno dei primi capolavori del periodo centrale del compositore, Rigoletto si scontrò con la censura austriaca che controllava i teatri dell’Italia settentrionale al momento della sua prima rappresentazione alla Fenice di Venezia dove ebbe la sua prima assoluta l’11 marzo 1851. Ironia della sorte, le ragioni della sua censura
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Echi dal Territorio
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79 anni di emozioni
redatto da Athos Tromboni FREE
SPOLETO (PG) - Partirà il 7 agosto 2025 per concludersi il 24 settembre la nuova Stagione lirica del Teatro Lirico Sperimentale "A. Belli" giunta al lodevole traguardo della 79.ma edizione. Gli spettacoli, oltre che nella città spoletina, andranno in scena anche nei principali teatri dell'Umbria: «79 anni di emozioni, una stagione da vivere!» è lo slogan
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Jazz Pop Rock Etno
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La notte degli Oscar
servizio di Athos Tromboni FREE
VIGARANO MAINARDA (FE) - La "Notte degli Oscar" del Gruppo dei 10 idea uscita dalla testa di Alessandro Mistri (così come Pallade Atena uscì dalla testa di Zeus, ci racconta il poeta greco Esiodo) ha visto una nutrita partecipazione di pubblico allo Spirito di Vigarano Mainarda. Non poteva essere altrimenti
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Jazz Pop Rock Etno
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De Silva amore che vieni amore che vai
servizio di Athos Tromboni FREE
COMACCHIO (FE) - Ha preso il via ieri sera con una nutrita partecipazione di pubblico il ciclo di sei concerti del "Gruppo dei 10" versione estiva: Tutte le direzioni in summer time 2025. Ospite per l'apertura era il Trio Malinconico formato da Diego De Silva (voce e chitarra acustica), Stefano Giuliano (sax alto) e Aldo Vigorito (contrabbasso). Prima della
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Opera tra tradizione e novità
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GENOVA - È un viaggio simbolico e culturale quello che il Teatro Carlo Felice di Genova propone per la stagione 2025-2026, presentata ufficialmente alla stampa lo scorso 2 luglio. Un viaggio che coinvolge artisti e pubblico come naviganti di una stessa rotta, guidati da una bussola che punta al repertorio lirico più amato, ma non rinuncia a
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Opera dal Nord-Est
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L'Aida di cristallo è tornata
servizio di Simone Tomei FREE
VERONA - Quando l’Aida di Giuseppe Verdi risuona all’Arena di Verona non si tratta di una semplice replica, è un rito collettivo, un appuntamento simbolico che scandisce il calendario della lirica estiva. Questa nuova ripresa dell’allestimento firmato da Stefano Poda, definito “di cristallo” per le sue trasparenze e gli inediti giochi di luce, ha riaperto il sipario
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Opera dall Estero
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Idomeneo a San Francisco
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SAN FRANCISCO (USA) War Memorial Opera House - Sebbene Idomeneo, l’opera seria in tre atti di Wolfgang Amadeus Mozart (1756–1791), abbia avuto la sua prima americana il 4 agosto 1947 al Berkshire Music Festival di Tanglewood, nel Massachusetts (ora sede estiva della Boston Symphony Orchestra), fu la San Francisco Opera a
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Opera dal Nord-Est
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Blue Traviata in Arena
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Opera dal Centro-Nord
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Matrimonio in camera da letto
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - L'allestimento di Il matrimonio segreto di Domenico Cimarosa su libretto di Giovanni Bertati ha chiuso la stagione d'opera del Teatro Comunale "Claudio Abbado" con un vero successo di pubblico: sia per la presenza di tanti spettatori in platea e nei palchi, sia per il calore con cui è stata salutata la recita a fine serata. La produzione era il
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Opera dal Nord-Est
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Tosca sugli spalti di San Giusto
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TRIESTE – Castello di San Giusto. Non è l’Arena di Verona e men che meno Castel Sant’Angelo, ma gli spalti di San Giusto, le pietre antiche che contornano il grande piazzale delle Milizie, suscitano nella Tosca di Giacomo Puccini, in scena a Trieste, il senso di incombenza del pericolo, della morte che la musica del grande compositore regala al pubblico,
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Opera dal Centro-Nord
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Aida nella palestra
servizio di Nicola Barsanti FREE
FIRENZE – Opera emblema del grande repertorio verdiano, Aida è spesso associata all’idea di spettacolarità, grandi masse corali, scene sontuose e sontuosi costumi esotici. Tuttavia, dietro la patina dell’epico e del monumentale, si cela un’anima intimista, quasi cameristica: Aida è, in fondo, una tragedia dell'amore e del potere, fatta di sguardi, silenzi,
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Echi dal Territorio
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Torna la rassegna Tutte le Direzioni Estate
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Torna l'estate e, come ogni anno, torna anche la programmazione "balneare" del Gruppo dei 10: Tutte le direzioni in summertime 2025, la canonica rassegna estiva conterà quest'anno sei appuntamenti, dal 6 luglio al 12 settembre che si svolgeranno per due concerti nella consolidata location del Bar Ragno di Comacchio in via Cavour 1
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Opera dal Nord-Est
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Candide da Voltaire a Bernstein
servizio di Rossana Poletti (13 giugno 2025) FREE
TRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. Per quale motivo Leonard Bernstein scelse il romanzo filosofico “Candide” di Voltaire per scrivere un’opera che lo proiettasse nel mondo lirico? Il primo motivo è certamente la questione politica. Nel dopoguerra l’America è dominata dal Maccartismo (un po’ come oggi dal trumpismo, ma guarda
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Opera dall Estero
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L'Incoronazione di Poppea piace
servizio di Ramón Jacques FREE
BOGOTÁ (Colombia), Teatro Mayor Julio Mario Santo Domingo - L’Incoronazione di Poppea (SV 308) è l’ultima composizione operistica di Claudio Monteverdi (1567–1643), autore italiano a cui si attribuisce il merito di aver contribuito alla nascita dell’opera lirica. La sua lunga carriera, che lo vide impegnato come direttore di coro (fu maestro di cappella
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Opera dall Estero
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Tannhäuser torna a Houston
servizio di Ramón Jacques FREE
HOUSTON (USA) - Grand Opera. Wortham Theatre Center. La Houston Grand Opera ha concluso con successo un’altra stagione con Tannhäuser, un’opera in tre atti con musica e libretto in tedesco di Richard Wagner (1813-1883). Come la maggior parte delle sue opere, Tannhäuser trae ispirazione da leggende medievali tedesche. La quinta opera
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Opera dal Centro-Nord
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Der junge Lord ovvero l'antitesi
servizio di Simone Tomei FREE
FIRENZE - In occasione dell'87° Festival del Maggio Musicale Fiorentino, abbiamo avuto l'opportunità di immergerci nell'intrigante universo di Der junge Lord, un'opera in due atti che porta la firma di Hans Werner Henze. Composta su libretto di Ingeborg Bachmann, liberamente ispirato alla novella di Wilhelm Hauff Der Affe als Mensch ("La scimmia come
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Eventi
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Festival Puccini 2025 e... 2026
servizio di Athos Tromboni FREE
TORRE DEL LAGO (LU) - Nel rinnovato e suggestivo giardino della Villa Puccini sulle rive del Lago di Massaciuccoli, accolti da Patrizia Mavilla, direttrice della Fondazione "Simonetta Puccini", si è tenuta la presentazione del 71° Festival Puccini che inaugurerà la stagione il 18 luglio 2025 con Tosca, per concludersi il 6 settembre con Manon Lescaut.
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Opera dal Nord-Ovest
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Carmen delle parole e delle note
servizio di Simone Tomei FREE
GENOVA – Con Carmen di Georges Bizet, l’Opera Carlo Felice di Genova ha proseguito la sua Stagione Lirica 2024-2025 mandando in scena l’ottavo titolo in cartellone. Opéra-comique in quattro atti, su libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy tratto dalla novella di Prosper Mérimée, Carmen è tra i titoli più celebri e popolari dell’intero repertorio
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Opera dall Estero
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Giulio Cesare a Berkeley
servizio di Ramón Jacques FREE
BERKELEY (California, USA), Zellerbach Hall - Nel corso della tournée annuale negli Stati Uniti dell’ensemble inglese The English Concert, è stata eseguita con grande successo l’opera seria in tre atti Giulio Cesare in Egitto, HWV 17 di George Friedrich Händel (1685-1759). La rappresentazione si inserisce nel prestigioso ciclo Cal Performances di danza,
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Vocale
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La Veneziani e la Messa K.427
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Il settantesimo anniversario dell'Accademia Corale "Vittore Veneziani" si è celebrato in queste settimane con diverse iniziative che hanno coinvolto la corale stessa e, naturalmente, la città. E in tutte le circostanze la città (artisti locali, istituzioni e pubblico) ha manifestato la propria simpatia verso "la Veneziani" come viene chiamata
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Opera dal Centro-Nord
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Giselle around Le Villi
servizio di Simone Tomei FREE
LUCCA - Sabato 17 maggio 2025, il Teatro del Giglio ha chiuso la sua stagione lirica con la prima nazionale di Giselle around Le Villi, un evento che ha trasceso la semplice rappresentazione per divenire un'operazione artistica di profonda risonanza. Non un mero spettacolo, ma una narrazione avvincente che ha saputo intessere due capolavori apparentemente
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Opera dal Nord-Est
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Enkbath grande Rigoletto
servizio di Rossana Poletti FREE
TRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. E’ stato un Rigoletto come non lo si vedeva da anni, quello andato in scena al Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste. Un cast eccezionale ha animato il palcoscenico del debutto. Daniel Oren ha diretto l’Orchestra del Verdi con straordinaria maestria, attento a tutte le sfumature della splendida musica del
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Classica
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Zangiev/Gadijev accoppiata vincente
servizio di Nicola Barsanti FREE
FIRENZE - Due opere monumentali della musica russa, lontane nel linguaggio ma accomunate da una tensione emotiva profonda, si incontrano in un’unica serata: il Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 di Sergej Prokof’ev e la Sesta sinfonia di Pëtr Il’ič Tchaikovsky, la celebre Patetica. Da un lato, un’esplosione di energia, una scrittura virtuosistica al
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Classica
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Ferrara Musica nuova Stagione
redatto da Athos Tromboni FREE
FERRARA - Presentata la Stagione 2025/2026 di Ferrara Musica: sono quattordici gli appuntamenti con le migliori orchestre italiane e internazionali, guidate da grandi direttori, tra i quali spiccano il nome di Sir Antonio Pappano sul podio della Chamber Orchestra of Europe e quello di Michele Mariotti alla guida della Filarmonica della
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Nuove Musiche
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Torna miXXer
FREE
FERRARA - Il Festival miXXer, ideato e organizzato dal Conservatorio "Girolamo Frescobaldi" di Ferrara, giunge alla XVIII edizione e avrà luogo il 15, 16 e 17 maggio 2025 presso Palazzo Naselli Crispi, Ridotto del Teatro Comunale, giardino di Palazzo Giulio D’Este, Torrione Jazz Club, Pinacoteca Nazionale di Ferrara e loggiato di Palazzo dei
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Eventi
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Il nuovo cartellone del Regio
redatto da Simone Tomei FREE
TORINO - Il Teatro Regio di Torino si prepara a inaugurare una stagione 2025/2026 ricca di appuntamenti imperdibili, all'insegna di un rinnovato slancio artistico e culturale. Dieci titoli operistici, che spaziano dalle vette del repertorio classico a gemme preziose del Novecento, quattro nuove produzioni che promettono di lasciare
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Opera dal Centro-Nord
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Un Falstaff maturo e autoritario
servizio di Simone Tomei FREE
LIVORNO - Con Falstaff, ultimo capolavoro di Giuseppe Verdi, si è conclusa la stagione lirica 2024-25 del Teatro Goldoni, regalando ai livornesi un ritorno atteso da più di un secolo. L’opera, infatti, era stata rappresentata nella città toscana soltanto una volta in oltre cento anni. La messinscena è frutto di una prestigiosa collaborazione
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Echi dal Territorio
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Vivaldi e il mandolino
servizio di Edoardo Farina FREE
FERRARA - La programmazione invernale 2024/primaverile 2025 di “Ferrara Musica al Ridotto” - Giovani interpreti e rare occasioni d’ascolto attraverso l’organizzazione artistica di Dario Favretti autore anche delle varie ed esaustive note di sala allegate a ogni concerto della domenica mattina presso la sala Stemma del Teatro Comunale “Claudio
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Echi dal Territorio
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Garcia e i cantanti del Frescobaldi
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Voluto dalla direttrice del Conservatorio "Girolamo Frescobaldi", Annamaria Maggese, e realizzato dai docenti Alessandro Patalini, Marina De Liso, Manolo Da Rold, Monica Benvenuti e Susanna Guerrini, si è svolto ieri nel Ridotto del Teatro Comunale "Claudio Abbado" un concerto sotto il titolo “Manuel Garcia 1775-2025, due secoli e mezzo
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Opera dall Estero
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Ainadamar a Los Angeles
servizio di Ramón Jacques FREE
LOS ANGELES (USA), Dorothy Chandler Pavilion - Ainadamar, opera prima in tre atti e tre scene composta dal compositore argentino Osvaldo Golijov (nato nel 1960), è uno dei titoli in programma nella stagione in corso della Los Angeles Opera che si concluderà a giugno con una produzione di Rigoletto e i recital del tenore Joshua Guerrero
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Personaggi
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Parla Leone Magiera
redatto da Athos Tromboni FREE
FERRARA - Quasi duecento giovani cantanti lirici provenienti da tutto il mondo stanno partecipando, in più giorni, alle audizioni presso il Teatro Comunale "Claudio Abbado" di Ferrara per le nuove produzioni liriche rossiniane di La Cenerentola e Il barbiere di Siviglia, in programma nelle prossime stagioni d'Opera del teatro ferrarese. Vogliono mettere
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Opera dall Estero
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Così fan tutte alti e bassi
servizio di Ramón Jacques FREE
LOS ANGELES CA, USA, Dorothy Chandler Pavilion - Le nuove e più dinamiche programmazioni dei teatri americani, che si concentrano sulla messa in scena di opere contemporanee, prevalentemente di compositori americani e di alcuni stranieri (il prossimo titolo in programma sarà Ainadamar del compositore argentino Osvaldo Golijov - 1960), nonché di
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Classica
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Saccon Génot ritorno a Ferrara
servizio di Athos Tromboni FREE
FERRARA - Pubblico come sempre numeroso nel salone d'onore del Circolo Negozianti in Palazzo Roverella, ieri, vigilia di Pasqua, per il secondo concerto cameristico promosso dal Comitato per i Grandi Maestri fondato e diretto da Gianluca La Villa. Dopo i saluti del presidente del sodalizio, Paolo Orsatti, sono entrati i due cameristi già conosciuti e
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Opera dal Nord-Ovest
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Danae di rara opulenza
servizio di Simone Tomei FREE
GENOVA - In un panorama operistico spesso dominato da titoli consolidati, emerge con prepotente originalità la produzione di Die Liebe der Danae, Op. 83 di Richard Strauss al Teatro Carlo Felice di Genova. Quest'opera, lungi dall'essere un mero reperto archeologico, si rivela un'esplorazione complessa e affascinante delle dicotomie umane, incastonata
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