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Inaugurata a Ferrara la stagione d'Opera e di Balletto con l'incompiuta di Giacomo Puccini

La Turandot viene dall'oriente

servizio di Athos Tromboni

Pubblicato il 27 Novembre 2023

20231127_Fe_00_Turandot_MarcelloMottadelli_phMarcoCaselliNirmalFERRARA - La nuova Stagione d’Opera e Balletto del Teatro Comunale "Claudio Abbado" si è inaugurata con la messa in scena della Turandot di Giacomo Puccini, coproduzione tra la coreana Daegu Opera House e la Fondazione Teatro Comunale di Ferrara. Tutto esaurito, sia per la "prima" che nella replica della domenica pomeriggio. Tutto esaurito anche per l'anteprima generale riservata agli studenti ferraresi.
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Prima dell'apertura sipario della serata inaugurale, si sono presentati sul proscenio il console generale della Corea del Sud, Hyung Sik Kang, accompagnato dal viceconsole Tae Woo Kim e dall'assessore alla Cultura del Comune di Ferrara, Marco Gulinelli.
«Sono molto lieto di partecipare a questo significativo evento realizzato dalla Daegu Opera House a Ferrara, città ricca di bellezza e fascino - ha detto il console Hyung Sik Kang - perché la cultura è un tassello assai importante per il nostro Paese. Mi auguro che in futuro ci siano altre opportunità di collaborazione e di scambio.»
«Quello di stasera è un momento speciale, come risultato di un ponte tra Oriente e Occidente; è l'incontro tra diverse tradizioni teatrali - ha sottolineato l’assessore Marco Gulinelli - ed esprimo grande soddisfazione per i notevoli passi in avanti fatti dal nostro Teatro Comunale, merito di un grande lavoro di squadra.»
Sul palco, anche il sovrintendente della Daegu Opera House, Kabgun Chung, che ha ringraziato la città di Ferrara per l’invito di realizzare la loro Turandot in Italia, «... patria del compositore Giacomo Puccini.»
Il cast dei cantanti era tutto composto da voci coreane: Lilla Lee vestiva i panni della principessa di ghiaccio Turandot, Calaf era interpretato da Yoon Byungkil, Liù da Kim Eunhye, Timur da Moon Seokhoon, Ping da Leo An, Pong da Choi Yosub, Pang da Park Sinhae, il Mandarino da Juhyeon Kim e l'imperatore Altoum da Kim Juntae.

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Le masse erano invece italiane: sul podio dell'Orchestra Città di Ferrara era il maestro Marcello Mottadelli; il Coro Colsper - Coro Lirico Sinfonico di Parma e dell’Emilia Romagna - era istruito dal maestro Andrea Bianchi; e il Coro di Voci Bianche del Teatro Comunale di Bologna era istruito dalla maestra Alhambra Superchi.
La regia di Plamen Kartaloff, direttore del Teatro Nazionale dell’Opera e Balletto di Sofia (Bulgaria), si è avvalsa delle belle e imponenti scene, dei suggestivi costumi e degli oggetti di scena provenienti dalla Corea del Sud.
Certo il regista Kartaloff non ha faticato a disegnare una Turandot tutta nel solco della tradizione, rispettosa delle indicazioni del libretto in merito ad ambientazione, epoca e costumi. Sul fondali prevalentemente scuro di alzava un "occhio" colorato e la tinta variava a seconda degli episodi che si susseguivano, in scena nella parte centrale del palcoscenico: dentro questo "occhio" colorato sedeva l'imperatore Altoum e da là decretava (e declamava) i suoi detti.
Sulla parte destra e sinistra del proscenio prendeva posto il coro, vestito coi costumi tradizionali cinesi, rossi, e col tipico cappello di bambù a cono. Il coro a volte si ricomponeva ponendosi al centro del proscenio, per poi ritirarsi di nuovo negli angoli opposti.
Al centro della scena una costruzione rotonda e rotante rappresentava via via la piazza della "città proibita" (Pechino) o l'interno della reggia. Molto efficace e silenzioso il movimento rotante anche a scena aperta.
Il tutto organizzato con una grande meticolosità e precisione che ha trasformato lo spettacolo da narrativo a magniloquente. Una scelta estetica che ha entusiasmato il pubblico.

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Sul versante musicale, eccellente la conduzione del maestro Marcello Mottadelli sul podio dell'Orchestra Città di Ferrara: la sua concertazione è stata efficace sia per i chiaroscuri della partitura (i pianissimi e i fortissimi, così come le dinamiche intermedie) sia per i tempi staccati, di grande aiuto per l'esibizione del canto da parte di protagonisti.
Questa Turandot è andata in scena con il finale tradizionale di Franco Alfano ricavato dagli appunti lasciati da Puccini - il maestro lucchese era morto senza completare l'opera - e non c'è dubbio che, proprio qui, la musica lussureggiante e celebrativa sottolineata soprattutto dagli ottoni dell'orchestra e dal canto del Coro che si rivolge osannante all'imperatore Altoum (ma anche nelle parti d'accompagnamento del declamato e del duetto di Turandot e di Calaf), esige una dosatura equilibrata fra strumentale e canto, perché il tutto con finisca in caciara: e, anche qui, il maestro Mottadelli ha dimostrato la propria preparazione e la sua sensibilità musicale nel coordinamento fra buca e palcoscenico.

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Luci e ombre, invece, sulle prestazioni del cast: splendida la Turandot interpretata da Linda Lee con sicurezza: la sua voce è una lama d'acciaio che conquista l'ascolto del pubblico. Sempre intonata, musicalissima, in grado di superare i pieni orchestrali con il suo saldo acuto.
Meno entusiasmate invece la Liù della Kim Eunhye che fa sì le note, ma l'impressione è che non riesca a melodizzare il legato delle arie della piccola serva di Timur, per cui il suo canto non seduce. Avrà molto da lavorare per perfezionare il passaggio dalla cantante all'interprete, comunque i mezzi vocali non le mancano.
Deludente la prova del tenore Yoon Byumgkol nel ruolo di Calaf: la sua voce è parsa fin dall' inizio stanca, priva di smalto per un manifesta disomogeneità di timbro, con intonazione precaria e insicurezza negli acuti (gli è morto in gola il Si acuto finale di Nessun dorma).
Molto brave le tre maschere, senz'altro la palma della migliore prestazione va a loro e alla Lee: erano, come già detto, Leo Ang (Ping), Park Sinhae (Pang) e Choi Yosub (Pong).
Bravo anche il basso Moon Seokhoon nel ruolo di Altoum: voce calda e morbida, emissione intonata e omogeneità in tutti i registri della tessitura.
Altrettanto bene le prove di Kim Juntae (l'imperatore Altoum) e Kim Juhyeon (il Mandarino).
Eccellente il coro diretto da Andrea Bianchi e molto ben istruito anche il coro di voci bianche sotto la guida della brava Alhambra Superchi.
Il pubblico è rimasto entusiasta e ha applaudito tutto il cast anche con ovazioni al termine della rappresentazione.
(la recensione si riferisce alla recita di venerì 24 novembre 2023)

Crediti fotografici: Marco Caselli Nirmal per il Teatro Comunale "Claudio Abbado" di Ferrara
Nella miniatura in alto e a destra: l'ottimo direttore Marcello Mottadelli
Al centro, in sequenza: Lilla Lee (Turandot): ancora Lilla Lee con Yoon Byungkil (Calaf); panoramica sull'allestimento.
Sotto, in sequenza: le Tre Maschere con Lella Lee e Kim Eunhye (Liù); istantanea sugli applausi finali durante l'anteprima generale riservata agli studenti






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