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Successo per il quarto concerto all'Ensemble Musik Festival nel Teatro Comunale Abbado |
Michelle Candotti non solo Chopin |
intervento di Athos Tromboni |
Pubblicato il 14 Maggio 2022 |
FERRARA - La pianista Michelle Candotti è ritornata a suonare nel Teatro Comunale "Claudio Abbado" otto mesi dopo il suo debutto nella città estense come concertista: nel settembre 2021 presentò un programma tutto incentrato su Fryderyk Chopin perché in quel periodo stava preparando la propria partecipazione al Concorso Internazionale Chopin di Varsavia, uno fra i più prestigiosi e difficili del mondo. Ebbene partecipò, arrivando fino alla semifinale: un risultato lusinghiero se si considera che già l'ammissione al concorso è uno scoglio niente affatto semplice da superare; e poi mediamente sono selezionati dai 150 ai 200 giovani pianisti da tutto il mondo, perciò la strada per arrivare alla finale è perigliosa e difficile e il raggiungimento almeno della semifinale è un risultato più che eccellente. Così venerdì 13 maggio 2022 nel Ridotto del Teatro Abbado di Ferrara, per il suo ritorno in terra estense, la Candotti ha eseguito anche musiche di Chopin, ma il ventaglio di proposte si è allargato a Franz Joseph Haydn e Franz Liszt: il recital era il quarto concerto della rassegna "Ensemble Musik Festival" dell'omonima associazione musicale, diretta da Matteo Cardelli; i prossimi appuntamenti comunicati da Cardelli saranno con la pianista Silvia Carlin (20 maggio), con il Duo Spagnolo-Rugani (27 maggio) e con la pianista Eva Gevorgyan (11 giugno). Nel concerto del 13 maggio scorso la Candotti ha sciorinato la sua personale concezione del rapporto interprete/pianoforte: è sembrato che per lei sia una lotta che si instaura fra esecutrice e strumento, con lo strumento destinato ad essere dominato; ma come contromisura, lo strumento diventa possente, esprimendo suono energico e dinamiche vigorose sotto le mani e le dita dell'interprete. È il problema principe di ogni concertista: il suono, anche quando elegiaco, lo faccio imponente o trasognato? Il confine fra l'una e l'altra scelta è a volte impalpabile, sta all'interprete rendere omogeneo in maniera pertinente non solo il suono, o la dinamica, ma principalmente l'esecuzione complessiva: in modo che piani e forti, sussurri e grida, riescano ad alternarsi affidandosi alla sensibilità di quelle mani, a quelle dita, ma soprattutto possano esprimere l'unità e l'unicità del pensiero musicale che permea l'interpretazione. Allora un impaginato che preveda musiche di Haydn (Sonata Hob.XVI:49), Chopin (Barcarolle op.60; Scherzo n.2 op.31; Notturno op.48 n.1), e Liszt (Parafrasi da concerto su l'Ernani di Verdi S.432; Après une lecture du Dante, Fantasia quasi Sonata) assume l'aspetto di "vetrina" per tutto quanto detto sopra: un percorso dell'interprete nella mutevolezza che va dal classicismo al tardo romanticismo. Dunque Haydn, secondo la Candotti: il compositore viennese non è mai pre-romantico, neanche nei languori più commoventi; non è Mozart, ovviamente. La sua musica conserva sempre quel distacco dallo sturm che la rende soprattutto perfetta e tonda armonicamente: e così l'Allegro iniziale della Sonata è leggero e toccatistico, un cesello di virtuosismo dove la pulizia del diteggio e la scorrevolezza dei temi sono non solo il necessario, ma l'essenziale. Pure nel secondo movimento (Adagio cantabile) la musica mantiene quelle caratteristiche: qui la melodia è estatica (estatica, non romantica, si badi bene) e la Candotti non cade nel tranello del sentimentalismo: esegue con rapimento, ma si mantiene dentro la logica del suono toccatistico realizzando un felicissimo equilibrio fra gli arpeggi e le scale affidate alla mano destra e le note ribattute e "precipitate" della mano sinistra. Proprio brava. Il finale (Tempo di Menuetto) realizza il compimento dello stile galante di cui Haydn fu maestro e mentore, e di cui l'esecutrice si è resa interprete.
Poi Chopin: suonato con un vigore in tutti e tre i brani (e anche nel bis concesso: Studio n.5 op.10) e con un imprinting imperioso che hanno letteralmente entusiasmato il pubblico. Ma è davvero così "teatralizzabile" la musica del compositore polacco? D'accordo che possa esserlo nello Scherzo n.2 e nello Studio n.5, ma nella Barcarola? Là dove le note sono ostinate come un refluire e là dove la delicata fluidità dell'onda culla ogni movimento, è difficile pensare a una scelta forte e corsara dell'interpretazione che travalichi i significati semantici del titolo, che pur hanno un loro valore. Ebbene, fuori degli schemi e lontano dalle censure accademiche facciamo rispondere ad una corrispondenza giornalistica di sir. Charles Hallé, pianista eccelso e direttore d'orchestra coevo di Chopin: «In occasione del suo ultimo concerto a Parigi... all'inizio del 1848 - scriveva Hallé - Chopin eseguì l'ultima parte della sua Barcarola op.60 a partire dal momento che richiede più energia, in modo radicalmente opposto (alle indicazioni dinamiche stampate); suonò pianissimo ma con sfumature così meravigliose che veniva da chiedersi se questa nuova versione non era preferibile a quella a cui si è abituati.» Ora, se l'Autore ammette due (o forse più) possibilità di interpretare la sua musica ricorrendo egli medesimo a due (o forse più) dinamiche, timbri, agogiche, lo stesso vale per chi dopo di lui lo legge, lo metabolizza, lo interpreta... per cui il carpe diem della sensibilità applicato alla prassi rende libera e attuale la verità interpretativa, più di ogni concezione o accademismo di maniera. Bisogna essere grati a pianisti come Glenn Gould o Ivo Pogorelich o Lang Lang (per citarne almeno tre) di aver chiarito il concetto di "libera interpretazione" comunque dentro lo "spirito del compositore", perché questo è ciò che rende viva e non museificata la partitura. E grazie anche ai/alle giovani di talento - come la Candotti - che sembrano essere gli interpreti elettivi dell'essenzialità di quel carpe diem che abbiamo citato. Infine Liszt: la musica dell'abate ungherese è sempre teatrale e, dunque, emotivamente teatralizzabile. E qui la Candotti è sembrata trovarsi a proprio agio a maggior ragione: confessiamo che se prima l'avevamo ascoltata con ammirazione, in Liszt l'abbiamo ascoltata con entusiasmo anche perché, oltre l'esecuzione condotta con sicurezza e determinazione, la sua mimica è un altro aspetto dello spettacolo che lei sa offrire: trasognata, meravigliata, concentrata, rilassata, fiduciosa, sicura, imperturbabile. Mai titubante. Ecco le sue evidenti qualità psicofisiche, per come le ha mostrate nel recital al Ridotto del Teatro Abbado: è una pianista che quando suona non si lascia perturbare dalle interferenze dell'ambiente (colpi di tosse, mormorii, scricchiolii, ecc.) ma va sicura alla méta perché l'ambiente è solo l'involucro e non la deve condizionare: e il contenuto è sopra ogni cosa la musica, a cui lei adegua il gesto che palesa i caratteri propri della sensibilità. (la recensione si riferisce al recital pianistico di venerdì 13 maggio 2022).
Crediti fotografici: Fototeca gli Amici della Musica Uncalm Nella miniatura in alto e sotto: la giovane pianista Michelle Candotti
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Il Turco conquista Rovigo
intervento di Athos Tromboni FREE
ROVIGO - Una sorta di "esegesi" aveva preceduto l'andata in scena di Il turco in Italia, libretto di Felice Romani musica di Gioachino Rossini; e l'interprete critico della verità rivelata era stato il regista Roberto Catalano che aveva comunicato in una nota di regia che «... la necessità è stata quella di intercettare nel ruolo di Fiorilla il tratto universale di un'umanità vittima di stimoli costanti, per cercare di dare al suo personaggio non l'eccezione dell'essere umano "guasto" che va aggiustato, ma quella di una vittima perfetta sulla cui fragilità è possibile lucrare. Ecco perché in questa drammaturgia il personaggio del Poeta (Prosdocimo, ndr) a caccia della sua storia "sfruttando" le vite degli altri, vestirà i panni di un creativo senza scrupoli ...» Ci sarà riuscito il regista, nel Teatro Sociale di Rovigo, a dimostrare questa sua "esegesi"? O tutto è rimasto sulla carta, come sua e personale testimonianza d'intenti e basta? Oggi, nelle regie cosiddette moderne, il capovolgimento del paradigma è ormai una costante
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Nabucco fra Oren e Del Monaco
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TRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. L’avventura del Nabucco in scena in questi giorni al Teatro Verdi di Trieste comincia con una conferenza stampa, nella quale Daniel Oren, maestro concertatore e direttore, ha espresso che questo terzo titolo di Giuseppe Verdi, suo primo grande successo, è molto importante per il popolo ebraico, «... per
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VERONA - Fu così che per la prima volta in assoluto Il Campiello di Ermanno Wolf-Ferrari andò in scena nel Teatro Filarmonico di Verona. E fu così che alla "prima" venne accolto da un pubblico numeroso con molti minuti di applausi a fine recita e con vere ovazioni per alcuni protagonisti di quella commedia musicale. Chissà se le cronache del futuro, parlando del
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Vi presentiamo La Bohčme
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Il 35° nel segno della solidarietā
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RAVENNA - il Teatro Alighieri era gremito di pubblico, giornalisti, operatori video e radio per la presentazione della 35.ma edizione di Ravenna Festival 2024, che si svolgerà dall’11 maggio al 9 luglio e farà registrare oltre 100 alzate di sipario; gli artisti coinvolti sono più di mille, dai grandi nomi della musica classica e del canto lirico, fino ad alcuni "menestrelli"
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LOS ANGELES (USA) - La sala concerti Walt Disney Hall, sede dell’orchestra Los Angeles Philharmonic, è situata nel cuore della città e ha festeggiato nel 2023 i suoi vent'anni (è stata inaugurata il 23 ottobre 2003). E’ stata progettata e realizzata con la supervisione dal famoso architetto e designer canadese-americano Frank Gehry (1929)
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LUCCA – Al Teatro del Giglio approda con grande apprezzamento del pubblico la versione bresciana di Madama Butterfly di Giacomo Puccini (datata 28 maggio 1904) dopo che il clamoroso fiasco del Teatro alla Scala di qualche mese prima, indusse il compositore a rimettere le mani sulla partitura. La scelta dell’adattamento bresciano per il Teatro del
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Incontro con Lorenzo Cutųli
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FERRARA - Il 100° anniversario dalla morte di Giacomo Puccini rappresenta un’occasione per commemorare e ripercorrere la vita e la carriera di uno dei più grandi musicisti italiani. Le sue Opere, ancora oggi, continuano a essere rappresentate sui palcoscenici più prestigiosi del mondo, celebrando lo straordinario valore artistico delle composizioni
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Bologna Festival numero 43
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BOLOGNA - La 43.esima edizione di Bologna Festival 2024, da marzo a novembre, presenta alcuni dei più interessanti direttori dell’odierna scena musicale quali Teodor Currentzis, per la prima volta a Bologna con la sua orchestra musicAeterna, Vladimir Jurowski con la Bayerisches Staatsorchester e Paavo Järvi con la Die Deutsche
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Jazz Pop Rock Etno
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Jazz e altro allo Spirito
redatto da Athos Tromboni FREE
FERRARA - Varato il calendario dei concerti "Tutte le Direzioni in Winter&Springtime 2024", organizzata da Il Gruppo dei 10 con qualche novità e collaborazione in più rispetto ai precedenti. La location è (quasi sempre) la stessa: il ristorante lo Spirito di Vigarano Mainarda (Ferrara), nell’intimo tepore delle sue suggestive sale, immerso nella
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FERRARA - Suggestivo l'allestimento di La bohème di Giacomo Puccini curato da Cristina Mazzavillani Muti per il Teatro Alighieri di Ravenna, approdato ieri sera al Comunale "Claudio Abbado" di Ferrara. Pubblico della grandi occasioni ("sold-out" si dice oggi, con un inglesismo ormai sostitutivo di "tutto esaurito" d'italiana fattura); pubblico
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Jazz Pop Rock Etno
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Jazz Club Ferrara 45 concerti
redatto da Athos Tromboni FREE
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GENOVA – Prosegue con successo la stagione del Teatro Carlo Felice grazie ad una bellissima produzione dell’opera “nipponica” di Giacomo Pucccini, Madama Butterfly. Il contesto scenico-registico firmato da Alvis Hermanis si sviluppa in uno spettacolo sostanzialmente classico e iconografico dove l’immagine stereotipata del Giappone
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PARMA - Il Teatro Regio di Parma inaugura il cartellone d’opera del 2024 con il fiore all’occhiello di Gioacchino Rossini: Il Barbiere di Siviglia. Com’è noto ai più, nel 1782 Giovanni Paisiello scrisse un’opera dallo stesso titolo e con lo stesso soggetto, da qui la decisione del maestro di Pesaro di intitolare la sua nuova composizione (almeno in un primo
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Un Barbiere un po' cosė...
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LUCCA - Il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini si veste di attualità, attraverso una lettura piuttosto singolare, ma non del tutto dissonante dalle intenzioni musicali e librettistiche, nell’allestimento andato in scena al Teatro del Giglio di Lucca con la firma registica di Luigi De Angelis che ha curato anche scene e luci. In un condominio stile Le Courboisier
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Opera dal Nord-Est
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servizio di Athos Tromboni FREE
ROVIGO - Una Bohème senza lode e senza infamia. Così potrebbe definirsi l'allestimento dell'opera di Giacomo Puccini andata in scena al Teatro Sociale. Si tratta di una coproduzione del teatro di Rovigo con il Comune di Padova e il teatro "Mario Del Monaco" di Treviso. Una produzione tutta veneta, considerando la bacchetta affidata a Francesco Rosa
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Ecco la stagione 2024 del Filarmonico
redatto da Athos Tromboni FREE
VERONA - Teatro Filarmonico: dal 21 gennaio al 31 dicembre 2024, sono in programma 5 opere e 10 concerti sinfonici, con grandi interpreti internazionali. Attesissimo il ritorno del balletto, in scena anche nella sera di San Silvestro. Sarà - inoltre - l’anno delle prime assolute e dei grandi omaggi: il 2024 porterà sul palcoscenico del Filarmonico
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