Pubblicato il 15 Settembre 2025
Un romanzo del tenore Massimo Crispi narra fra ironia e sdegno il mondo dell'opera e della musica
Cantami o Diva gli intrighi... intervista a cura di Athos Tromboni

20250915_Personaggi_00_MassimoCrispi_CantamiODivaMassimo Crispi è un tenore particolare, ribelle per molte cose e dal repertorio quanto mai vario. Vive una parte dell'anno a Palermo e l'altra parte dell'anno a Firenze. Vario - si diceva - il suo repertorio, ma varia è anche la sua maniera di essere artista. Da sempre ha infatti coltivato la scrittura, in ogni campo, e, oggi, non frequentando più i palcoscenici, ci si è dedicato completamente.
Quest’anno sorprende tutti con tre pubblicazioni, a breve distanza l’una dall’altra. La prima è un romanzo rosa-noir-umoristico-grottesco e potrebbe includere anche tanti altri aggettivi perché il suo modo di esprimersi è trasversale: Cantami o Diva è il titolo, edito da Entheos.
Poi seguirà, a distanza di un mese, un pamphlet satirico, in uno stile buzzatiano-swiftiano, sul Natale: Noël sans frontières – Come salvarsi dal Natale senza rinunciare al panettone, per Tempesta Editore.
Infine un racconto, grottesco anche questo, che ha ricevuto il primo premio al concorso “Raccontami una donna” del Rotary Libertà di Palermo: Le sette virtù di Donna Crucidda, che sarà edito da Navarra. Ma andiamo per ordine.

Cantami o Diva. Che cos’è? Un episodio ritrovato dell’Iliade, un’invocazione a una musa del canto, una parafrasi?
Cantami o Diva è in realtà il titolo della biografia di Emma Ricci, il soprano del secolo, scritta da un certo Federico Testagrossa, che magnifica la vita e i successi di questa diva inarrivabile. Ma questa biografia (vincitrice del Premio Ostrega - ! - con due milioni di copie, cosa chiaramente impossibile) esiste solo nel romanzo, citata nelle pubblicità del “necrologio” che apre il romanzo, dove tutti i personaggi sono immaginari, Emma compresa. Attenzione, perché questo necrologio, o coccodrillo, nel gergo giornalistico, è in realtà la mappa del romanzo, coi luoghi, gli eventi e i personaggi, che si nascondono anche nelle pubblicità; l’ho messo lì apposta.

Una mappa della caccia al tesoro. Cominciamo da Adamo ed Eva, così lo facciamo capire meglio ai lettori
Il romanzo si apre, appunto, con un funerale, proprio quello di Emma Ricci: tutto il mondo la piange, la famiglia, i fan, il mondo dell’arte, della cultura, della politica. Lei era il soprano assoluto, inossidabile, senza età, senza limiti, la diva che la natura aveva dotato di uno strumento sovrumano e resistentissimo, che piegava la sua voce come voleva, regalando interpretazioni toccanti al pubblico. Che, infatti, si sente orfano.
Al funerale, oltre ai familiari e tutti i politici più in vista del Paese, Presidente della Repubblica incluso, e decine di migliaia di fan, assiste anche una sostituta procuratrice siciliana, Maria Giovanna Cannavò, che però opera a Roma. Infatti, la Diva, ma soprattutto il marito, il regista-manager Gianfranco Nardini, sembrano implicati in affari poco puliti relativi all’organizzazione di un festival nel Lazio, in un castello dove molte cose sono intrise di misteri e di strane frequentazioni. Per una soffiata di un pianista della compagnia, scontento del trattamento economico che Nardini ha riservato non solo a lui ma a tutti, Maria Giovanna inizia a indagare.
La cosa divertente è che alla procuratrice il mondo dell’opera è ostico, proprio non lo sopporta, e quest’indagine che le è stata affidata quasi per dispetto alle soglie della pensione, le risulta pesante, all’inizio. E, per saperne di più, compra anche la biografia della Diva, quella del Premio Ostrega, restando molestata dalla mediocrità del prodotto, dove ogni minimo evento nella vita artistica di Emma è sublimata, come in un feuilleton televisivo. Ma, grazie alla presenza del fido appuntato Bepi Squizzato un giovane coltissimo e melomane, e anche alla voce sublime della Ricci, a poco a poco pure lei si appassiona al mondo del melodramma.

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I fatti che la sostituta procuratrice Maria Giovanna scopre, gradatamente, sono inquietanti: i fasti del palcoscenico, e a quei livelli, sono in realtà intrisi di malaffare e sono tutti coinvolti, la politica, la massoneria, la Chiesa…
Eh sì, grazie alle manovre furbastre di Nardini, regista mediocre che nella moglie ha trovato l’oca dalle uova d’oro. Lei è una vittima consenziente, alla fine, però, per vanità e anche per indolenza, si assoggetta a quest’uso spregiudicato dell’arte e insieme diventano una macchina da soldi inarrestabile.
La Cannavò scopre così che i loro nomi sono anche legati a casi irrisolti e insabbiati, complice anche il suo Procuratore Capo, proprio quello che le ha affidato l’indagine dopo la soffiata del pianista.
Nel romanzo sono presenti le idiosincrasie di tutti, degli artisti in primo luogo, ma anche della magistratura, della politica, dei preti, in una trama quasi melodrammatica dove l’opera buffa si intreccia alla tragedia. Il quartetto dei personaggi principali rispetta lo schema della coppia alta e della coppia bassa dell’opera buffa, ma i ruoli si scambiano di continuo.
La Cannavò e l'appuntato Bepi Squizzato non conosceranno mai personalmente Emma Ricci, perché la cantante muore, pur in età avanzata sebbene non vecchissima e ancora in grado di cantare egregiamente. L’indagine, a un certo punto, viene tolta a Maria Giovanna perché ha disturbato qualcuno molto in alto in Vaticano e, per di più, colla morte di Emma, si arena. Ma lei e l’appuntato continuano a indagare per i fatti loro e, come in un melodramma, incontrano i personaggi più vari, commercialisti, tenori, indovine, e scoprono cose che stanno in faldoni ormai chiusi e sepolti, se non scomparsi, senza possibilità di andare a fondo. Ti ricorda qualcosa?

Un ritratto di un’Italia dalla doppia faccia, insomma...
Doppia, tripla, multipla, direi, ma giocata sempre sul filo del grottesco, come il nostro Paese è. Ci sono certi giorni che le dichiarazioni dei politici sono talmente assurde e grottesche che sembra di stare veramente in uno show televisivo, con autori e pubblico finto.

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Ma questi personaggi del tuo romanzo da dove vengono?
Beh, nella mia lunga carriera in teatro ho incontrato artisti d’ogni tipo, spesso anche squinternati, nel senso che soprattutto i cantanti lirici, per non parlare dei registi d’opera, sono quasi sempre tutti sopra le righe e mi sono serviti in qualche modo da modelli. Ricordo un regista francese, di Nizza, che aveva un carattere orrendo, ti trattava malissimo, omofobo, lepeniano di ferro, e che combinava dei pastiche senza senso, secondo il suo genio, e, come lui tanti altri, compositori, direttori d’orchestra, direttori artistici, critici musicali, agenti teatrali: uno zoo di matti ma anche, forse, di persone fragili, che, per non apparirlo, si comportavano in maniera assurda. E poi mio padre, che era avvocato, mi raccontava ogni tanto di casi misteriosi e occulti, depistati da giudici legati a società segrete. Ma è, comunque, tutto inventato, rimescolato, la trama, le relazioni tra i personaggi. Ciò che non è inventato sono i luoghi, la musica, le suggestioni che la musica e i cantanti possono dare, i fanatismi che gli artisti sono in grado di catalizzare, soprattutto in un Paese di tifosi come il nostro. Hai presente i partiti della Callas contro la Tebaldi? Ecco...

La tua Emma Ricci sembra senza rivali, nel romanzo
È vero. Lei è unica, lei è la Diva colla D maiuscola. Fin dagli esordi. E fa sognare tutti, non c’è nessuno che non la ammiri. Perfino Maria Giovanna ne resta incantata, pur dovendo svolgere un’indagine pesante su lei e il marito.

Le situazioni che descrivi nel tuo romanzo sono esilaranti. Ma succede davvero questo in scena?
Succede anche di peggio! Per esempio l’episodio del pompiere che inciampa in un cavo provocando il blackout in palcoscenico l’ho vissuto in prima persona in una Forza del Destino molti anni fa e lo spettacolo andò avanti al buio comunque, per ben dieci minuti, finché la luce non riapparve. Fu suggestivo cantare nell’ombra, oggi mi vien da ridere ma al momento fu il panico.
Ne ho preso spunto, così come da tante altre situazioni assurde, ma esilaranti. La vita di un’artista di teatro ne è costellata. Poi, proprio nella Forza, opera che i superstiziosi dicono maledetta. Lo stesso successe per un improvviso blackout durante una Nona di Beethoven proprio nel momento dell’assolo del tenore. Per fortuna l’orchestra, il coro e io sapevamo la parte a memoria e andammo avanti come dei treni per un po’. Il fantasma di Beethoven è intervenuto e ha fatto durare poco le tenebre. Il direttore, reso momentaneamente invisibile, era stupefatto, anche perché andare insieme senza una guida in quel punto lì, con tutti i contrattempi, è una cosa abbastanza difficile. Al riapparire della luce si voltò verso il pubblico per elogiarci, e il pubblico applaudì. Potrei raccontartene un sacco e una sporta.

E poi, i capricci dei divi…
Beh, sì. Possono essere visti come capricci, e spesso lo sono, sono manifestazioni di un narcisismo che in una persona che si espone in palcoscenico è inevitabile trovare. Solo che, a volte, codesta attitudine può diventare parossistica. Altre volte, però, preservare la propria voce, strumento delicatissimo, può apparire ai più come un capriccio, un’esagerazione, sebbene non sia così: un cantante conosce il proprio corpo meglio di chiunque altro e sa che per arrivare a un certo risultato bisogna fare dei sacrifici.
La maggior parte delle persone è convinta che basti aprire la bocca e si canti, è spesso il messaggio che passa in televisione. Ma, per arrivare sani a una recita, ci vuol ben altro e qualche volta è necessario “fare i capricci”, che poi consiste nel non sovraffaticarsi e rinunciare a qualche capriccio, vero, di un regista o di un direttore d’orchestra.

Hai ragione. Lo spettatore medio molte cose non le sa
No. Ma lo spettatore medio di questo romanzo non immagina nemmeno in che sorta di malaffare sia coinvolto il regista Nardini e, di conseguenza, anche la Diva. Il lettore lo scoprirà gradatamente, via via che Maria Giovanna progredisce colle indagini, ma, nel frattempo, farà una piacevole indigestione di aneddoti sulla vita degli artisti, di come percepiscono la realtà.
Il regista, Gianfranco Nardini, è un personaggio tremendo: usa tutto e tutti senza pudore, l’importante sono i soldi che la moglie riesce a canalizzare, l’arte è l’ultima cosa per lui. Ma la sua superbia, di tanto in tanto, gli sfugge di mano e ha esiti negativi, incontrando persone più furbe e più accorte di lui. Gli spettacoli mediocri che produce hanno l’unico pregio del canto della moglie, inarrivabile.
Ovviamente la coppia artistica è un’icona, potrebbero essere la soubrette televisiva e il direttore di rete, l’attrice e il drammaturgo o il produttore cinematografico, la ballerina e il coreografo, e così via, gli esempi ci sarebbero anche; cambierebbe il contesto ma i rapporti sarebbero uguali. Pigmalione, no? Io ho scelto il soprano e il regista perché è il mondo che conosco meglio e mi divertiva riprenderne un po’ le fila.

Certamente, è la storia del Pigmalione che si ripete. Ciò che vien fuori, leggendo il romanzo, è anche una famiglia artistica assai disagiata sebbene ricchissima. I figli della coppia hanno pochissimi rapporti coi due genitori, sempre in giro per il mondo, pur abitando nella stessa tenuta in Toscana colle loro rispettive famiglie
Succede spesso nel mondo dello spettacolo. I figli, soprattutto quando sono piccoli e se i genitori hanno una carriera internazionale, può accadere che siano un po’ messi da parte e affidati a un educatore. Quando tornano a casa, gli artisti genitori vengono, a volte, vissuti come estranei, come dei parenti lontani che portano il regalino costoso ed esclusivo per scaricarsi la coscienza ma coi quali non esiste in realtà alcun rapporto profondo. Non è sempre così ma ho visto famiglie un po’ strane tra i colleghi. Anche la famiglia di Francesca Balducci, l’attrice amica di Nardini e Ricci che interpreta Isabella Colbran, è un disastro, e vien fuori in tutta la sua “effervescenza” durante il Premio Harmonia. È una scena a cui mi è capitato veramente di assistere.

La serata del Premio Harmonia è un fuoco di fila di gag. Ma anche un po’ triste, proprio per queste famiglie sdrucite di cui parli. Anche Emma nel romanzo sembra rattristarsi di questo
Ma non solo di questo. Anche dei ritmi infernali che le impone il marito perché deve soddisfare le esigenze economiche della famiglia e, soprattutto, della politica di cui entrambi sono testimonial proprio per la loro indiscussa popolarità, soprattutto della Diva, sono patti a senso unico, non s può tornare indietro, come quelli colla mafia.
Però l’ambizione e il narcisismo, nella sua vita, sono stati più forti e non ha saputo opporsi quando avrebbe ancora potuto. Solamente in tarda età Emma ha qualche ripensamento, quando vede il tempo che le sfugge tra le mani e realizza ciò che ha perduto, interrogando i suoi fantasmi. I soldi, però, le sono piaciuti, è il prezzo che si paga.

Maria Giovanna intuisce qualcosa di questa enorme mole di disagi?
Il suo intuito percepisce che le cose non sono quelle che sembrano, naturalmente. È il suo credo: l’apparenza è solo una scenografia. E il suo modo di indagare, completamente anticonvenzionale, attento ai dettagli, la porta a un passo dalla verità. Ma, poi, proprio per questa ragione, viene esautorata dal suo capo.
Non voglio rivelare di più per non togliere il piacere al lettore.
Ciò che, forse, renderà simpatica Maria Giovanna a chi legge è che è una di noi, una che lotta per una giustizia distratta, complice spesso dei poteri nascosti, una che si emoziona per i versi di Petrarca osservando il flusso della Sieve nel Mugello, una che ha visto la bellezza nella Natura da giovane e che ha conosciuto il dolore della perdita di un genitore ucciso dalla malavita. È una che ha una profonda cultura classica, a cui attinge di continuo per darsi delle risposte.

E Nardini? Chi è in realtà?
Nardini è l’incarnazione della mediocrità, che oggi vediamo in tutti i campi, soprattutto nella politica e nella televisione. Basti vedere gli ultimi ministri della cultura (e non solo della cultura) che ci sono toccati, si salvi chi può.
Nardini vorrebbe essere ciò che non sarà mai e per questo ruba agli altri: le idee, i soldi, gli spazi. La prima a cui ruba la libertà è sua moglie che utilizza a suo uso e consumo, colla scusa che, se non ci fosse lui, lei avrebbe una carriera ordinaria. E il necrologio dell’inizio, probabilmente, l’ha scritto lui, come pure la biografia della moglie. Tutto passa sotto il suo controllo. Lui inventa a getto continuo, spesso riciclando, spettacoli di livello mediocre dove la protagonista è Emma, infilandocela a forza anche dove non c’entrerebbe nulla, come nell’episodio della madre di Gilda nel Rigoletto, che nel dramma non esiste. E lui lo sa; sa che senza di lei i suoi spettacoli sarebbero spazzatura. Il suo cattivo gusto, che si esplicita nel riempire in maniera compulsiva ogni spazio col suo ciarpame da rigattiere, credendo di abbellire la realtà, non può essere guarito perché è stratificato, è costruito, anche inconsapevolmente, in forma autoportante: se si cerca di correggerlo crolla e per non crollare ha bisogno dell’apporto di persone che sanno come far funzionare le cose.
Solamente che lui, per esorcizzare questo complesso d’inferiorità, di cui è cosciente, crea confusione, agita la realtà intorno a sé per camuffarlo, per nasconderlo. I suoi collaboratori se ne rendono conto ma il potere che lui ha consolidato negli anni, soprattutto grazie alla presenza dell’unica vera star, che è Emma, è tale che ogni piccolo dissenso può essere fatale a chi lo esprime.
Lo dice chiaramente a Maria Giovanna chi va a denunciare i traffici della coppia.
Di personaggi così l’Italia è piena, già negli anni Cinquanta e Sessanta la cinematografia li stigmatizzava, la commedia all’italiana ne deborda: Risi, Pietrangeli, Germi, Visconti hanno messo in evidenza questi arrivisti senza scrupoli. I Mostri, I Nuovi Mostri, ecco, Nardini è uno di quei cialtroni. E pure Emma viene coinvolta in questo mostraio.

Non c’è una salvezza, insomma...
S’intravede qualcosa di salvifico nelle azioni di Maria Giovanna che, però, è alle soglie della pensione, e, soprattutto nel giovane e sveglio appuntato Bepi Squizzato, che ammira la procuratrice per la sua integrità morale per il suo acume, di cui anche lui è dotato, con un metodo invidiabile, frutto di studio e di passione.
È un messaggio che solamente collo studio e la purezza di cuore si può forse salvare qualcosa, Bepi è il futuro. E il fatto che sia la musica, soprattutto l’opera, il veicolo su cui viaggia questa possibilità vuol essere il messaggio che solamente la bellezza ci può aiutare.
Perfino Maria Giovanna, che non conosce l’ambiente dell’opera né mai vi si è avvicinata, ne viene sedotta grazie all’affettuosa persuasione di Bepi, che le mostra come i librettisti e i compositori, insieme agli interpreti, decifratori dei loro segni sulla carta, abbiano concentrato tutto il mondo nelle loro opere, fornendo delle chiavi di lettura di ciò che è intorno a noi.
Le riflessioni di Maria Giovanna sulla potenza evocativa della voce umana, e di quella di Emma Ricci in particolare, che arrivano a romanzo inoltrato, sono il frutto di questa tardiva frequentazione: Casta diva la fulmina, le parole di Felice Romani e la musica di Vincenzo Bellini si traducono nella realtà che la circonda.
Ma quanti Bepi Squizzato ci sono accanto a noi? Sempre troppo pochi in questo overtourism della mediocrità che ci sommerge. Inoltre Bepi è un omosessuale e Maria Giovanna lo sa, lo intuisce senza mai parlargliene per delicatezza, e lo ammira per questa sua forza interiore e la sua determinazione. È il figlio che non ha mai avuto ma che la vita gli ha offerto come collaboratore.

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Il tuo romanzo è un affresco sinestetico di linguaggi, dalla poesia per l’opera ai dialetti italiani, è un mosaico idiomatico dove talora può non essere così facile districarsi
È la nostra realtà. Noi viviamo in un calderone dove ognuno parla la propria lingua, dove tutto si mescola, dove le realtà regionali s’incontrano e si scontrano, oggi, poi, coll’apporto degli stranieri, ancora di più. Se ne accorse Carlo Emilio Gadda che in “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” usò i dialetti che si potevano ascoltare in una città come Roma, dove l’inurbamento rapido postunitario e incrementato dal fascismo (si svolge negli anni Venti del XX secolo) aveva portato alla convivenza di genti diverse, provenienti da ogni dove. Anche in Bellissima di Visconti, che si svolge sempre a Roma, c’è questa dimensione multilingue sullo sfondo. E c’è pure in Cantami o Diva, anche perché il mondo del teatro è necessariamente poliglotta, sebbene la musica sia un metalinguaggio o, forse, proprio per questo.
L’opera (e i melomani al suo seguito) viaggia ovunque, da Tokio, a Londra, a Vienna, a Buenos Aires, sebbene sia nata a Firenze, e i suoi artisti parlano tante lingue, sempre, un po’ per i vari repertori nazionali che devono conoscere, un po’ perché devono capire e farsi capire all’estero. L’inglese è la lingua franca, il francese è per i più colti e raffinati. E, nel romanzo, la Toscana, anche per una questione di linguaggio, è spesso al centro di tutto, nel bene e nel male, un po’ come se la bellezza di quelle colline, incomparabile, fosse uno scenario che cela l’insidia, parallelamente alla vita agiata della coppia artistica che nasconde ruberie e malversazioni.
La splendida residenza dei Ricci Nardini è nella campagna toscana, non a caso. I salesiani di Bivigliano compiono le loro malefatte nella struttura vicino Firenze. Parte della famiglia di Maria Giovanna è toscana (come per me, la mia mamma era di Barberino del Mugello), lei ritrova dei parenti mentre conduce l’indagine a Bivigliano, nei pressi di Borgo San Lorenzo, e il toscanissimo Francesco Petrarca, modello per tutti i poeti successivi, anche d’oltralpe, fa parte dei suoi preferiti. In questi brani ci sono sparpagliati anche ricordi di famiglia.
Inoltre, nel “Pasticciaccio”, cosa non casuale, c’è il tema della giustizia vilipesa, ingrediente fondamentale anche nel mio romanzo.

Proprio così. Nel tuo romanzo ho notato vari livelli di lettura, per chi vuole e sa coglierli. C’è la storia principale, grottesca, spesso divertente, e, in chiave originale, a ritroso, dove le cose si scoprono a poco a poco, gli aneddoti di teatro, le sfuriate di Maria Giovanna, i suoi sogni, le citazioni operistiche di Bepi Squizzato, l’importanza della memoria, i grandi analisti della realtà come Pasolini (citato da Bepi) che oggi viene addirittura espropriato dalla Destra…
…in cerca di muse perché non ne ha, non può averne dopo tutto ciò che è successo nel Novecento, nonostante ciò che blaterano i vari ministri.

Esatto, e poi tante altre cose che i lettori più attenti scopriranno. C’è l’attenzione alla superstizione, come gli episodi esilaranti della Contessa Cassandra e delle sue visioni, c’è perfino la vacuità di certo mondo del fitness che disgusta Maria Giovanna, pur esperta nuotatrice, ci sono tanti di quegli ingredienti che i lettori scopriranno a ogni pagina e che, dovrebbero far riflettere chi affronta la lettura, a qualsiasi livello essa sia. Un elogio all’editore Entheos per il fiuto che ha avuto pubblicando il tuo romanzo
Mi fa piacere che tu abbia notato la costruzione a strati di questo romanzo. C’è sempre un intento simile in tutto ciò che scrivo, siano racconti, romanzi, saggi, articoli. La realtà è complessa e la sua complessità spesso non è decifrabile nello stesso momento. Ha bisogno di riflessione, di connessioni, di attenzione ai dettagli, di uno sguardo obliquo e multiplo.
Come Maria Giovanna e Bepi Squizzato riflettono col loro metodo galileiano applicato alle indagini, rifiutando il comodo rasoio di Occam proposto dal Procuratore Capo, così spero che i lettori riflettano e riescano a vedere le cose in maniera trasversale, attraverso gli indizi che dissemino in tutto il romanzo, a partire dal necrologio. Ciò potrebbe aiutare tutti per cercare di superare i tempi orribili che stiamo vivendo, dove la banalità e l’eccessiva semplificazione in bianco e nero (guarda cosa non succede alle grandi potenze e in Medio Oriente) rischiano di annientare secoli di civiltà, non sempre brillanti, va detto, ma che è la nostra Storia, la nostra identità, che va conosciuta. E la musica è parte integrante di questa civiltà, nell’opera si trova tutto ciò che ci serve, un po’ come diceva Goethe della Sicilia: “qui è la chiave di tutto”.

Ho notato una particolare attenzione al mondo femminile, da parte tua, nel romanzo
Vuoi sapere il complimento più gradito che mi hanno fatto quest’anno qual è stato? Alla premiazione per il racconto del concorso di Palermo, che era stato letto dalla giuria in forma anonima, i giurati, dopo averlo scelto e premiato, mi hanno detto che sono rimasti sorpresi quando hanno scoperto che l’autore del racconto non fosse una donna, perché non credevano che un uomo, soprattutto oggi, potesse ragionare con uno spirito femminile così libero. Pensavo a come Bellini, Donizetti, Verdi prendessero spesso le parti delle loro eroine, pensavo proprio ad Amina, nella Sonnambula, a come Bellini e Romani partecipassero alla sua disperazione per non essere creduta, a come Verdi e Piave fanno apparire i due Gérmont, padre e figlio, in Traviata: due imbecilli schiavi volontari delle convenzioni, che fanno emergere Violetta, vittima di queste convenzioni. Anche loro erano uomini.
Nei miei racconti e romanzi i personaggi femminili sono quasi sempre quelli che trainano la storia. E si potrebbe scoprire che Emma e Maria Giovanna, contrappeso l’una dell’altra, abbiano molto più in comune di quanto s’immagini.

Grazie, maestro Crispi, di questa conversazione intensa e, soprattutto, di questo romanzo che si preannuncia come un successo. Chissà, secondo me potrebbe anche diventare un film, gli elementi ci sono. E il finale, aperto (possiamo dirlo?) suggerisce un seguito
Lo spero. Ringrazio l’editore Entheos per aver deciso di pubblicarlo. Per il seguito… chi lo sa, può darsi, ho qualche idea ma è ancora presto per dirlo. Vedremo come va il romanzo. Ciò che, alla fine, cerco di fare attraverso la scrittura, oggi, è in pratica la stessa cosa che cercavo di fare quando cantavo: comunicare. E ringrazio la divina Luciana Serra, che ha scritto l’introduzione, per averlo notato.
Per me è sempre stato fondamentale comunicare, siano state idee, emozioni, proposte. Ciò che voglio comunicare oggi coi miei romanzi è: aprite gli occhi e non fatevi fregare. E anche: immergetevi nella bellezza, ne siamo circondati. Non costa nulla ed è gratificante.

L'acquisto del libro sia in formato e-book sia in formato cartaceo è possibile on line a questo link:
https://entheosedizioni.com/pubblicazioni/cantami-o-diva/

Crediti fotografici: Fototeca gli Amici della Musica Uncalm
Nella miniatura in alto: il tenore e scrittore Massimo Crispi in "formato barocco"
Al centro: la copertina fronte/retro del libro Cantami o Diva edito da Entheos
Sotto, in sequenza, Massimo Crispi tenore in scena: L'Orfeo di Monteverdi; Styx99; La Frascatana di Paisiello
In fondo: Massimo Crispi in concerto accompagnato dal pianista Antonio Ballista





Pubblicato il 25 Aprile 2025
Duecento giovani cantanti lirici in audizione a Ferrara per Cenerentola e Barbiere di Rossini
Parla Leone Magiera redatto da Athos Tromboni

20250425_Fe_00_IntervistaALeoneMagieraFERRARA - Quasi duecento giovani cantanti lirici provenienti da tutto il mondo stanno partecipando, in più giorni, alle audizioni presso il Teatro Comunale "Claudio Abbado" di Ferrara per le nuove produzioni liriche rossiniane di La Cenerentola e Il barbiere di Siviglia, in programma nelle prossime stagioni d'Opera del teatro ferrarese. Vogliono mettere in luce il loro talento davanti alla commissione presieduta dal Maestro Leone Magiera, che abbiamo avuto l’opportunità di intervistare durante una pausa del terzo giorno di audizioni.
Pianista e direttore d'orchestra di fama internazionale, grande didatta, noto per aver formato tanti talenti tra cui Luciano Pavarotti e Mirella Freni, Magiera è anche presidente onorario del Teatro Comunale di Ferrara.

20250425_Fe_01_IntervistaALeoneMagieraMaestro, come stanno andando queste audizioni?
Molto bene. Abbiamo duecento giovani da ascoltare e siamo arrivati ad esaminarne già 150. C'è stata una fortissima partecipazione, perché i giovani oggi si trovano un po' dimenticati dai teatri. Ferrara è uno dei pochi teatri italiani che fa audizioni di questo genere; e le fa da diversi anni.

Cosa ci può dire dei talenti che ha ascoltato?
Trovare cantanti superlativi non è facile, ma quattro o cinque credo di averli già identificati e sarebbe già molto, perché i cantanti importanti si trovano molto raramente.

Lei ha sempre avuto una missione nel riportare i giovani sui palchi della lirica.
Sì, l'ho sempre fatto. Ho insegnato in Conservatorio e ho sempre preferito i giovani valorosi, sulla scia di grandi cantanti come Pavarotti e Freni, che sono stati miei allievi. È un po' una vocazione, uno dei miei impegni preferiti, trovare giovani cantanti.

I giovani le sono riconoscenti?
Generalmente sì, molti cantanti mi sono rimasti legati anche da amicizie.

Crede che il futuro della musica e della lirica passi da loro?
Sì, non è mai scontato trovare tanti giovani che si impegnino in questa carriera ma io ci credo profondamente. 

Le audizioni presso il Teatro Abbado di Ferrara proseguiranno il 28 aprile 2025, quarto e ultimo giorno.
Leone Magiera curerà personalmente la preparazione dei giovani artisti che debutteranno nelle produzioni delle due opere di Gioachino Rossini, in programma per le stagioni liriche 2026 e il 2027, coprodotte dal Teatro Comunale di Ferrara e dal Teatro del Giglio di Lucca.

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Per maggiori informazioni e aggiornamenti sulle audizioni, è possibile visitare il sito ufficiale del Teatro Comunale di Ferrara: www.teatrocomunaleferrara.it


Crediti fotografici: Ufficio stampa del Teatro Comunale "Claudio Abbado" di Ferrara





Pubblicato il 01 Aprile 2025
Intervista al filologo e direttore d'orchestra dopo la realizzazione delle Serenata a tre RV 690
Ferrara e Vivaldi connubio in musica redatto da Edoardo Farina

20250401_Fe_00_FedericoMariaSardelli_PersonaggiÈ il quarto anno consecutivo che il maestro Federico Maria Sardelli è presente nel cartellone musicale del Teatro Comunale "Claudio Abbado" di Ferrara. Questa volta ha proposto al pubblico estense una Serenata a tre che è praticamente una pagina dimenticata del catalogo del "Prete Rosso".
Sardelli è direttore d'orchestra, compositore, flautista, musicologo, pittore, incisore e saggista. Oltre ai numerosi impegni con orchestre ed ensemble di grande prestigio, ha avuto numerosi riconoscimenti tra i quali due nomine al Grammy Awards (1997 e 2000).
Attualmente è membro dell'Istituto Vivaldi della fondazione "Giorgio Cini" di Venezia e responsabile del Catalogo Vivaldi (RV).
Nel 2023 ha fondato a Firenze l'Istituto "Giovanni Battista Lulli" che si propone di studiare, divulgare e valorizzare la musica del compositore toscano, naturalizzato francese, in Italia.
A proposito della Serenata a tre andata in scena a Ferrara in forma di concerto, si è trattato di una prima esecuzione assoluta in epoca moderna: notevole il successo di pubblico e di critica, successo che ha fatto dire al direttore generale del Teatro Abbado, avvocato Carlo Bergamasco: «... siamo orgogliosi di aver ospitato la prima assoluta di un'opera così importante. Vivaldi ha ancora molto da raccontare e Ferrara sta consolidando il suo ruolo di centro nevralgico per la riscoperta della sua musica. Guardiamo con entusiasmo alla tappa londinese alla Wigmore Hall del prossimo 28 ottobre; sarà un'ulteriore consacrazione di questo progetto ferrarese.»
Palesemente soddisfatto, il maestro Sardelli ha rilasciato un intervista a caldo sull'esperienza appena conclusa.

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Maestro il pubblico ha reagito con entusiasmo a questo ennesimo Vivaldi prodotto a Ferrara...
Sì. A Ferrara il cuore di Antonio Vivaldi batte ancora.

Cosa ha significato per lei dirigere questa Serenata d'Amore praticamente sconosciuta? E proprio qui, a Ferrara?
Eseguire questa serenata nella vostra città è stato un rinnovarsi di emozioni. Da quattro anni, Ferrara è diventata una sorta di nuova patria per Vivaldi, un centro pulsante della sua musica. Questo legame è nato grazie a un triennio in cui Ferrara ha messo in scena ogni anno un dramma per musica di Antonio Vivaldi. Quest'anno siamo tornati con la Serenata d'Amore e continueremo con altri progetti vivaldiani. Ferrara ha un legame speciale con il "Prete Rosso".

Qual è il rapporto storico tra Vivaldi e Ferrara?
Vivaldi ha scritto musica per Ferrara e qui aveva un importante protettore, il marchese Guido Bentivoglio d'Aragona, che gli commissionò diverse opere. Tuttavia, nel 1737, accadde un episodio drammatico: il nuovo reggitore della città, il cardinale Tommaso Ruffo, vietò a Vivaldi di mettere piede a Ferrara. Il motivo? Era un prete che non diceva messa e aveva rapporti d'amicizia con la sua cantante prediletta, scatenando così uno scandalo. Questo evento segnò l'inizio del declino della carriera di Vivaldi e della sua reputazione.

Negli ultimi anni avete cercato di 'riabilitare' la figura di Vivaldi a Ferrara. Ci racconti di più
Sì, abbiamo voluto rivendicare l'integrità della sua vicenda e simbolicamente chiedere scusa a Don Antonio Vivaldi. Quando abbiamo rappresentato a Ferrara il suo Farnace, l'opera che fu il casus belli con il cardinale Ruffo, abbiamo organizzato una sorta di 'risarcimento' storico. Persino il vescovo della città ha preso parte a questa iniziativa, chiedendo pubblicamente scusa a Vivaldi per conto del suo predecessore.
Oggi possiamo dire che Ferrara sta restituendo a Vivaldi tutto ciò che non ha potuto offrirgli negli ultimi anni della sua vita, ed è una soddisfazione immensa.
Con questo ulteriore spettacolo, Ferrara si conferma come un punto di riferimento per la musica barocca, restituendo ad Antonio Vivaldi quel riconoscimento che la storia, per un certo periodo, gli aveva negato.

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Crediti fotografici: Marco Caselli Nirmal per il Teatro Comunale "Claudio Abbado" di Ferrara






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Personaggi Approfondimenti Eventi Echi dal Territorio Pagina Aperta


Parliamone
Il matto Nanof e l'altro
intervento di Athos Tromboni FREE

20250809_Spoleto_00_NanofLAltro_RobertoCalaiSPOLETO - Morbus sine materia. È una forma letterale medica per definire quelle patologie che non manifestano degenerazioni organiche di una parte del corpo colpito dalla malattia. La pazzia, per esempio, è un morbo senza materia: non ci sono riversamenti di sangue, gonfiori, purulenze, catarri, eccetera. Il corpo rimane intonso; la mente no, va per conto proprio "deviando" il comportamento da quello stato che viene definito "normale" verso momenti e anche movimenti a volte inconsueti; e può indurre il corpo a gesti e posture che modellano il "disagio" al punto che esso si ripercuote visivamente negli atteggiamenti.
Proprio di questo è stata specchio l'opera in un atto Nanof, l'altro con la quale il Teatro Lirico Sperimentale "A. Belli" ha inaugurato, venerdì 8 agosto la propria settantanovesima stagione lirica nel Teatro Caio Melisso di Piazza del Duomo: musica di Antonio Agostini, libretto di Chiara Serani con la collaborazione di Davide Toschi.
Si è trattato di una prima esecuzione assoluta e l'opera è stata presentata alla stampa
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VideoCopertina
La Euyo prende residenza a Ferrara e Roma

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Opera dal Centro-Nord
L'amico Fritz fra sostenitori e detrattori
servizio di Simone Tomei FREE

20250915_Li_00_LAmicoFritz_BengisuYamanKoyuncuLIVORNO - Dopo l’esplosione dirompente del successo di Cavalleria rusticana (1890), Pietro Mascagni si trovò davanti a una sfida tutt’altro che semplice: dimostrare di non essere l’autore “di un’opera sola”, consacrato dalla fortuna di un libretto tratto da Verga. Ed è in questo clima che nacque L’amico Fritz, andato in scena per la prima volta al
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Personaggi
Cantami o Diva gli intrighi...
intervista a cura di Athos Tromboni FREE

20250915_Personaggi_00_MassimoCrispi_CantamiODivaMassimo Crispi è un tenore particolare, ribelle per molte cose e dal repertorio quanto mai vario. Vive una parte dell'anno a Palermo e l'altra parte dell'anno a Firenze. Vario - si diceva - il suo repertorio, ma varia è anche la sua maniera di essere artista. Da sempre ha infatti coltivato la scrittura, in ogni campo, e, oggi, non frequentando più
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Echi dal Territorio
Frescobaldi Day a Palazzo Schifanoia
FREE

20250914_Fe_00_FrescobaldiDay_MarinaDeLisoFERRARA - Marina De Liso, mezzosoprano e docente di musica antica nel Conservatorio "Girolamo Frescobaldi" nonché coordinatrice del "Concentus Musicus Fe' Antica"  ha presentato ieri nella bella e confortevole sala pubblica di Palazzo Schifanoia il primo concerto della stagione 2025/26 di Ferrara Musica: quest'anno l'associazione concertistica
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Vocale
Dalla romanza alla canzone napoletana
servizio di Simone Tomei FREE

20250913_00_PonteAMoriano_Concerto_AntonioCiprianiPONTE A MORIANO (LU) - La serata del 12 settembre 2025 al Teatro Idelfonso Nieri di Ponte a Moriano si è chiusa l’edizione di "Un Teatro Sempre Aperto", confermando ancora una volta la qualità e la coerenza di una rassegna che, pur in assenza della storica sala cittadina del Teatro del Giglio, ha saputo mantenere viva la propria presenza sul
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Opera dal Centro-Nord
Ode a Leopardi e Medium prova generale
servizio di Simone Tomei FREE

20250901_Li_00_OdeALeopardi_Mascagni Festival2025LIVORNO – In un Mascagni Festival sempre più attento al dialogo fra memoria storica e ricerca espressiva, la serata del dittico Ode a Leopardi di Pietro Mascagni e The Medium di Gian Carlo Menotti, presentata agli Hangar Creativi, ha offerto un accostamento insolito ma fecondo tra due poetiche distanti eppure unite dalla tensione verso il mistero
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Eventi
ROF bilancio 2025 e programma 2026
redatto da Athos Tromboni FREE

20250901_Ps_00_ROF-Bilancio2025Programma2026PESARO - A Pesaro si dichiarano soddisfatti per i risultati non solo artistici del Rossini Opera Festival 2025. Ecco qui sotto, in sintesi, la valutazioni che illustrano sommariamente gli obiettivi raggiunti e anche le anticipazioni per l'edizione 2026.

I numeri che contano
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Opera dal Centro-Nord
Manon Lescaut fra le sculture blu
servizio di Simone Tomei FREE

20250831_TorreDelLago_00_ManonLescaut_MariaJoseSiri_phGiorgioAndreuccettiTORRE DEL LAGO (LU) - Il 71° Festival Puccini si avvia alla conclusione con l’ultimo debutto operistico della stagione in una serata di fine agosto molto suggestiva: Manon Lescaut è tornata al Gran Teatro sulle sponde del Massaciuccoli nella produzione di Igor Mitoraj del 2003, ripresa con cura nella regia di Daniele De Plano, scene di Luca Pizzi
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Classica
SummerFest grande musica da camera
servizio di Ramón Jacques FREE

20250831_00_SanDiego_SummerFest2025_ReneFleming_phKenJacquesSAN DIEGO (USA) - SummerFest 2025, The Baker-Baum Concert Hall. Il festival di musica da camera SummerFest, che si tiene ogni estate a San Diego, California dal 1986 ed è organizzato dall'associazione musicale locale La Jolla Musical Society (LJMS), è diventato un appuntamento imperdibile per gli amanti della musica cameristica (nel sud
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Vocale
Giovane Scuola al Mascagni Festival
servizio di Simone Tomei FREE

20250929_Li_00_ GalaVerismo_FestivalMascagni_PietroMascagniLIVORNO - Il Mascagni Festival 2025, nell’anno dell’ottantesimo della scomparsa del compositore, si conferma laboratorio vivo di idee più che semplice contenitore di eventi: una geografia del suono disseminata tra Livorno, la provincia e luoghi simbolici d’Italia e del mondo, capace di intrecciare concerti, opere, letture sceniche e creazioni originali
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Opera dal Centro-Nord
Sepe una delicata Butterfly
servizio di Nicola Barsanti FREE

20250825_00_TorreDelLago_MadamaButterfly_AntoninoFogliani_phGiorgioAndreuccettiTORRE DEL LAGO (LU) – Diamo conto ai nostri lettori della replica del quarto titolo in cartellone nell’ambito del 71° Festival Puccini: Madama Butterfly. Per regia, scene e costumi rimandiamo alla recensione della prima rappresentazione che potete consultare qui .
La principale differenza rispetto al debutto riguarda il ruolo
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Eventi
Turandot e le altre
redatto da Athos Tromboni FREE

20250824_TorreDelLago_00_FestivalPuccini2026_TurandotiELeAltre_DisegnoDiEliosLippiTORRE DEL LAGO (LU) -  Questa volta si parte in largo anticipo: è ormai definitivo - infatti - il programma della 72.esima edizione del Festival Puccini di Torre del Lago (Viareggio) che si svolgerà nel Gran Teatro all’aperto sul Lago di Massaciuccoli nell’estate 2026 e che era stato anticipato nella conferenza stampa dello scorso maggio dal presidente
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Opera dal Centro-Nord
Alina Tkachuk la rivelazione
servizio di Nicola Barsanti FREE

202516_TorreDelLago_00_Turandot_AlinTkachukTORRE DEL LAGO (LU) - La rappresentazione di Turandot al Gran Teatro Giacomo Puccini, nell’ambito del 71° Festival Puccini, propone una lettura scenica affidata alla regia di Alfonso Signorini, la cui impronta visiva rimanda all’articolo della prima rappresentazione che potete trovare qui. L’allestimento conferma la forza visiva e simbolica dell’opera, ma
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Opera dal Nord-Est
Rigoletto, Nabucco e Aida
servizio di Nicola Barsanti FREE

20250814_Vr_00_Rigoletto_phEnneviFotoVERONA - L’anfiteatro Arena, con i suoi duemila anni di storia e le gradinate che custodiscono memoria e suggestione, si conferma il più imponente palcoscenico a cielo aperto dedicato all’opera lirica. Ogni estate l’antico anfiteatro romano si trasforma in una cassa armonica naturale, dove le note dei grandi compositori si fondono con l’energia collettiva
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Opera dal Centro-Nord
Butterfly e la simbologia degli alberi
servizio di Simone Tomei FREE

20250809_TorreDelLago_00_MadamaButterfly_MariaAgresta_phGiorgioAndreuccettiTORRE DEL LAGO (LU) - Madama Butterfly di Giacomo Puccini è il quarto titolo a susseguirsi sul palcoscenico del Festival Puccini di quest’anno. Per la sua 71ª edizione, la rassegna ha affidato la regia a Manu Lalli, che propone una lettura capace di andare oltre la mera rappresentazione scenica, trasformando il linguaggio visivo e simbolico in un elemento
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Opera dal Centro-Nord
La bohčme disegnata da Scola
servizio di Simone Tomei FREE

20250808_TorreDelLago_00_LaBoheme_CarloRaffaelli_phGiorgioAndreuccetti.JPGTORRE DEL LAGO (LU) - Tra i capolavori pucciniani La Bohème occupa un posto di privilegio per la sua capacità di fondere realismo e poesia, leggerezza giovanile e dramma struggente. Dal debutto del 1º febbraio 1896 al Teatro Regio di Torino, sotto la bacchetta di un giovane Arturo Toscanini, questo dramma lirico in quattro quadri - tratto dalle
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Jazz Pop Rock Etno
Ferrara Film Orchestra e la bacchetta di Ambra
servizio di Athos Tromboni FREE

20250803_00_GiardinoPerTutti_FerraraFilmOrchestra_CristinaColettiFERRARA - La prima serata della rassegna Giardino per tutti organizzata ai piedi del grattacielo dal Comune di Ferrara con la collaborazione del Teatro Comunale "Claudio Abbado", dentro il Parco Coletta, ha fatto l'en-plein. Era in pedana la Ferrara Film Orchestra capitanata dalla bacchetta di Ambra Bianchi
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Opera dal Centro-Nord
Buratto bel debutto in Tosca
servizio di Simone Tomei FREE

20250802_TorreDelLago_00_Tosca_EleonoraBuratto_phGiorgioAndreuccettiTORRE DEL LAGO PUCCINI (LU) - Nel terzo fine settimana del 71° Festival Puccini di Torre del Lago, la seconda recita di Tosca ha riproposto uno degli allestimenti più attesi di questa edizione. La produzione, firmata da Alfonso Signorini in veste di regista e costumista, si è presentata con una veste visiva marcatamente simbolica, ricca di richiami
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Opera dal Nord-Est
Nabucco Carmen La traviata
servizio di Angela Bosetto FREE

20250731_Vr_00_Nabucco_StefanoPodaVERONA – Anna Netrebko, Anita Rachvelishvili e Rosa Feola, ovvero Abigaille, Carmen e Violetta Valéry. Sono loro le tre grazie musicali che, dal 17 al 19 luglio 2025, hanno acceso l’Arena, rendendo ciascuna rappresentazione meritevole di grande interesse in virtù della propria peculiarità. Per il soprano russo si trattava del debutto italiano come figlia
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Jazz Pop Rock Etno
Verdi e il jazz un dialogo
servizio di Simone Tomei FREE

20250727_Fabbiano_00_ValtidoneFestival_AlessandroBertozziFABBIANO, Borgonovo Val Tidone (PC) - Nella serata di sabato 26 luglio 2025, un angolo a me ancora misconosciuto della Val Tidone, la suggestiva piazzetta di Fabbiano, frazione di Borgonovo Val Tidone, si è trasformato in un crocevia di sublime audacia musicale. Il Valtidone Festival, giunto alla sua 27ª edizione e promosso dalla
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Opera dal Centro-Nord
Ecco la Bohčme che ti aspetti
servizio di Athos Tromboni FREE

20250720_TorreDelLago_00_LaBoheme_PierGiorgioMorandi_phGiorgioAndreuccettiTORRE DEL LAGO PUCCINI (LU) - Un po' meno pubblico per La bohème rispetto alla Tosca della sera precedente, nel Gran Teatro all'aperto sul Lago di Massaciuccoli. Comunque una buona presenza (diciamo a spanne, oltre 2 mila spettatori?) per un ritorno, quello della regia "cinematografica" di Ettore Scola del 2014 ripresa da
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Opera dal Centro-Nord
Un magico Elisir
servizio di Simone Tomei FREE

20250716_Fi_00_LElisirDAmore_AntonioMandrrillo_phMicheleMonastaFIRENZE - L'elisir d'amore di Gaetano Donizetti è un capolavoro senza tempo che, a quasi due secoli dalla sua prima rappresentazione, continua a incantare e commuovere. Definito "melodramma giocoso", fonde mirabilmente la profondità patetica con l'arguzia dell'opera buffa italiana, creando una "commedia agrodolce" capace di strappare
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Echi dal Territorio
79 anni di emozioni
redatto da Athos Tromboni FREE

20250715_Spoleto_00_Stagione2025_AntonioAgostini_phRomboniDalleLucheSPOLETO (PG) - Partirà il 7 agosto 2025 per concludersi il 24 settembre la nuova Stagione lirica del Teatro Lirico Sperimentale "A. Belli" giunta al lodevole traguardo della 79.ma edizione. Gli spettacoli, oltre che nella città spoletina, andranno in scena anche nei principali teatri dell'Umbria: «79 anni di emozioni, una stagione da vivere!» è lo slogan
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Jazz Pop Rock Etno
La notte degli Oscar
servizio di Athos Tromboni FREE

20250711_Vigarano_00_GruppoDei10_DadoMoroniVIGARANO MAINARDA (FE) - La "Notte degli Oscar" del Gruppo dei 10 idea uscita dalla testa di Alessandro Mistri (così come Pallade Atena uscì dalla testa di Zeus, ci racconta il poeta greco Esiodo) ha visto una nutrita partecipazione di pubblico allo Spirito di Vigarano Mainarda.
Non poteva essere altrimenti
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Jazz Pop Rock Etno
De Silva amore che vieni amore che vai
servizio di Athos Tromboni FREE

20250707_Comacchio_00_GruppoDei10_DiegoDeSilvaCOMACCHIO (FE) - Ha preso il via ieri sera con una nutrita partecipazione di pubblico il ciclo di sei concerti del "Gruppo dei 10" versione estiva: Tutte le direzioni in summer time 2025. Ospite per l'apertura era il Trio Malinconico formato da Diego De Silva (voce e chitarra acustica), Stefano Giuliano (sax alto) e Aldo Vigorito (contrabbasso). Prima della
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Eventi
Opera tra tradizione e novitā
redatto da Simone Tomei FREE

20250703_Ge_00_StagioneCarloFelice_MicheleGalliGENOVA - È un viaggio simbolico e culturale quello che il Teatro Carlo Felice di Genova propone per la stagione 2025-2026, presentata ufficialmente alla stampa lo scorso 2 luglio. Un viaggio che coinvolge artisti e pubblico come naviganti di una stessa rotta, guidati da una bussola che punta al repertorio lirico più amato, ma non rinuncia a
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Opera dal Nord-Est
L'Aida di cristallo č tornata
servizio di Simone Tomei FREE

20250701_Vr_00_Aida_DanielOren_phEnneviFotoVERONA - Quando l’Aida di Giuseppe Verdi risuona all’Arena di Verona non si tratta di una semplice replica, è un rito collettivo, un appuntamento simbolico che scandisce il calendario della lirica estiva. Questa nuova ripresa dell’allestimento firmato da Stefano Poda, definito “di cristallo” per le sue trasparenze e gli inediti giochi di luce, ha riaperto il sipario
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Opera dall Estero
Idomeneo a San Francisco
servizio di Ramón Jacques FREE

20250701_00_SanFrancisco_Idomeneo_MatthewPolenzani_phCoryWeaverSAN FRANCISCO (USA) War Memorial Opera House - Sebbene Idomeneo, l’opera seria in tre atti di Wolfgang Amadeus Mozart (1756–1791), abbia avuto la sua prima americana il 4 agosto 1947 al Berkshire Music Festival di Tanglewood, nel Massachusetts (ora sede estiva della Boston Symphony Orchestra), fu la San Francisco Opera a
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Opera dal Nord-Est
Blue Traviata in Arena
servizio di Angela Bosetto FREE

20250630_Vr_00_LaTraviata_AngelBlue_phEnneviFotoVERONA – “È spenta!” Quando la tonante voce di Giorgi Manoshvili risuona nell’Arena, segnando il termine della prima Traviata stagionale, si viene quasi colti da un senso di sorpresa. Per quanto chiunque frequenti il teatro lirico conosca a menadito il libretto di Francesco Maria Piave, è inevitabile chiedersi da quanto tempo non si assisteva
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Opera dal Centro-Nord
Matrimonio in camera da letto
servizio di Athos Tromboni FREE

20250630_Fe_00_IlMatrimonioSegreto_GerardoFelisatti_phMarcoCaselliNirmalFERRARA - L'allestimento di Il matrimonio segreto di Domenico Cimarosa su libretto di Giovanni Bertati ha chiuso la stagione d'opera del Teatro Comunale "Claudio Abbado" con un vero successo di pubblico: sia per la presenza di tanti spettatori in platea e nei palchi, sia per il calore con cui è stata salutata la recita a fine serata. La produzione era il
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Opera dal Nord-Est
Tosca sugli spalti di San Giusto
servizio di Rossana Poletti FREE

20250630_Ts_00_Tosca_EnricoCalesso_phFabioParenzanTRIESTE – Castello di San Giusto. Non è l’Arena di Verona e men che meno Castel Sant’Angelo, ma gli spalti di San Giusto, le pietre antiche che contornano il grande piazzale delle Milizie, suscitano nella Tosca di Giacomo Puccini, in scena a Trieste, il senso di incombenza del pericolo, della morte che la musica del grande compositore regala al pubblico,
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Opera dal Centro-Nord
Aida nella palestra
servizio di Nicola Barsanti FREE

20250628_Fi_00_Aida_DamianoMichielettoFIRENZE –  Opera emblema del grande repertorio verdiano, Aida è spesso associata all’idea di spettacolarità, grandi masse corali, scene sontuose e sontuosi costumi esotici. Tuttavia, dietro la patina dell’epico e del monumentale, si cela un’anima intimista, quasi cameristica: Aida è, in fondo, una tragedia dell'amore e del potere, fatta di sguardi, silenzi,
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Echi dal Territorio
Torna la rassegna Tutte le Direzioni Estate
servizio di Athos Tromboni FREE

20250627_Fe_00_GruppoDei10_MassimoCavallerettiFERRARA - Torna l'estate e, come ogni anno, torna anche la programmazione "balneare" del Gruppo dei 10: Tutte le direzioni in summertime 2025, la canonica rassegna estiva conterà quest'anno sei appuntamenti, dal 6 luglio al 12 settembre che si svolgeranno per due concerti nella consolidata location del Bar Ragno di Comacchio in via Cavour 1
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Opera dal Nord-Est
Candide da Voltaire a Bernstein
servizio di Rossana Poletti (13 giugno 2025) FREE

20250614_Ts_00_Candide_KevinRhodes_phFabioParenzanTRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. Per quale motivo Leonard Bernstein scelse il romanzo filosofico “Candide” di Voltaire per scrivere un’opera che lo proiettasse nel mondo lirico? Il primo motivo è certamente la questione politica. Nel dopoguerra l’America è dominata dal Maccartismo (un po’ come oggi dal trumpismo, ma guarda
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