Pubblicato il 08 Ottobre 2025
Ferrara Musica ha ospitato l'Orchestra Filarmonica della Scala per l'apertura in grande della stagione
Gibboni e Mariotti bella accoppiata servizio di Athos Tromboni

20251008_00_Fe_Concerto_GiuseppeGibboniMicheleMariotti_Gibboni_phMarcoCaselliNirmalFERRARA - Brahms presentato (le sue Sinfonie), Brahms eseguito (la Sinfonia n.4): così si è aperta lunedì 6 ottobre la stagione 2025/2026 di Ferrara Musica nel Teatro Comunale "Claudio Abbado", dopo l'anteprima del 14 settembre scorso dell'Ensemble Nova Ars Cantandi presso la Pinacoteca Nazionale di Palazzo Diamanti. Per approfondire la conoscenza del sinfonismo brahmsiano, il concerto del 6 ottobre è stato anticipato da una conferenza del musicologo Giorgio Pestelli - autore del volume edito da Donzelli “Le Sinfonie di Brahms. Un cammino oltre la classicità” - che ha dialogato con il direttore artistico di Ferrara Musica, Enzo Restagno.
Il libro di Pestelli presentato nella conferenza non si limita all'analisi e illustrazione delle quattro sinfonie di Johannes Brahms, ma entra nel vivo del periodo creativo del compositore, raccontando un prima, un dopo e anche un perché, citando musicisti e musiciste che attorniavano Brahms e che lo consigliavano o lo sconsigliavano (a seconda dei casi, in merito alla scrittura sinfonica del nostro); fatto sta che Brahms, con le sue quattro sinfonie «... ha chiuso definitivamente il discorso sul genere "sinfonia" perché gli autori che sono venuti dopo di lui hanno preso altre strade rispetto alla forma canonica del genere tramandatasi da Haydn e Mozart fino alla fine dell'Ottocento.»
Dopo la conferenza musicologica, spazio alla musica per uno dei concerti più attesi della stagione, con la Filarmonica della Scala diretta da Michele Mariotti - che è tornata nella città estense dopo due anni per eseguire la Quarta Sinfonia di Johannes Brahms e il Secondo Concerto per violino e orchestra “La campanella” di Nicolò Paganini , solista Giuseppe Gibboni, primo violinista a riportare all'Italia il Premio Paganini, nel 2021, dopo ben 24 anni, e già ospite di Ferrara Musica nel 2022.

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Il Concerto n. 2 in Si minore di Paganini, che ha aperto il concerto, è stato composto nel 1826. Il secondo movimento è l'Adagio che trae ispirazione  dal movimento lento del Concerto n. 24 in Si minore di Giovan Battista Viotti composto una trentina d'anni prima, mentre è il terzo movimento - il brillante rondò finale "La campanella" - a dare lo spunto per il celebre diminutivo del titolo, per i tintinnii del triangolo che vengono ripresi e imitati dal violino solista. È diviso in tre movimenti: Allegro maestoso; Adagio; Rondò andantino.
Gibboni è stato quel virtuoso di cui si sapeva; e infatti il merito del "tutto esaurito" in teatro, per quanto riguarda l'affluenza del pubblico, va equamente suddiviso fra lui e Mariotti sul podio della Filarmonica della Scala.
Si è assistito ad una esibizione pirotecnica del concerto di Paganini, concerto valorizzato da Gibboni soprattutto nelle cadenze solistiche dove trilli, picchettati al ponticello eseguiti contemporaneamente ai pizzicati sulla tastiera, hanno meravigliato ed entusiasmato il pubblico che alla fine ha richiesto ben due bis, concessi dal violinista come fuori-programma.
L'intesa del solista con l'orchestra e la conduzione del direttore si è manifestata a pieno durante l'esecuzione, dove a dettare e a sollecitare il tutti era Gibboni nel suo dialogo costante con le varie sezioni; e a rendere l'orchestra ordinata, coerente e rispettosa della performance e del protagonismo del solista, era un attentissimo Michele Mariotti.
Nella seconda parte del programma è stata eseguita la Sinfonia n. 4 in Mi minore op. 98 di Brahms, composta fra 1884 e 1885. La prima esecuzione, il 25 ottobre 1885 con l’orchestra della Cappella ducale di Meiningen diretta dallo stesso compositore, fu un successo notevole, confermato nella tournée successiva in Germania e Olanda, diretta dall'amico Hans von Bülow.
Il compositore tedesco concepì i suoi lavori sinfonici, e quest’ultimo in particolare, come punto di arrivo di un lungo cammino di ricerca e di indagine sull’orchestra, in cui giunse a rielaborare echi beethoveniani, richiami al folklore e tecniche compositive sviluppate dalla riflessione sulle forme antiche.
Mariotti è stato bravissimo a non cedere al tentativo delle veemenze di suono (possibili, dato il ruolo dei fiati e segnatamente degli ottoni) ma ha scelto una via interpretativa che nei momenti "più delicati" della partitura ha assunto il sapore dell'intimità cameristica. Molto ispirato, il direttore, soprattutto nel ricamare l' Andante moderato, dove il suo gesto della mano sinistra ha plasmato il suono degli archi e il dialogo ispirato degli stessi con le altre sezioni dell'orchestra. Giusto, la mano sinistra: veder dirigere Mariotti ci si accorge di quanto sia espressivo quel suo attribuire al gesto della mano libera il senso delle sfumature sussurrate, il senso delle sonorità piene, dello stesso "rubato" delle sezioni con le sezioni e, nelle sezioni, fra famiglie di strumenti. Allora, per chi guarda e frequenta i teatri e i festival, appare chiaro come il Mariotti direttore d'opere liriche sia complementare al Mariotti della musica strumentale, e viceversa.
Anche lui ha concesso un fuori programma, cedendo agli insistenti applausi con più chiamate e inviti al bis: ha offerto una pagina strumentale estratta dalla sinfonia del Guglielmo Tell di Rossini, la parte più gioiosa ed esplosiva. Pubblico in visibilio.

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Il prossimo appuntamento di Ferrara Musica sarà con il quartetto d'archi MDI Ensemble con musiche di Terranova e Debussy, in pedana lunedì 13 ottobre.
(la recensione si riferisce al concerto di lunedì 6 ottobre 2025)

Crediti fotografici: Marco Caselli Nirmal per Ferrara Musica
Nella miniatura in alto: il violinista Giuseppe Gibboni
Al centro: il direttore Michele Mariotti sul podio della Filarmonica della Scala
Sotto: un bel primo piano di Gibboni nello scatto di Caselli Nirmal





Pubblicato il 25 Settembre 2025
Un concerto del Comitato per i Grandi Maestri dedicato alla memoria di Luigi Costato
Saccon-Genot e fanno tre servizio di Athos Tromboni

20250925_Fe_00_ConcertoSacconGenotPerLuigiCostatoFERRARA - Il Comitato per i Grandi Maestri fondato e presieduto da Gianluca La Villa ha organizzato un concerto cameristico a Palazzo Roverella, sede del Circolo Negozianti di Ferrara, in memoria del prof. Luigi Costato: protagonisti del concerto sono stati due musicisti già noti e molto apprezzati nella città estense, il violinista Christian Joseph Saccon e il pianista Massimiliano Genot, chiamati per la terza volta quest'anno a suonare a Ferrara.
Luigi Costato, nato a Modena il 17 ottobre 1934, è mancato a Padova il 3 settembre 2023.
Già preside della Facoltà di Giurisprudenza di Unife per tre mandati, si era laureato nel 1956 a Ferrara sotto la guida del professor Moschella; fu libero docente di Ordinamento delle Comunità Europee e di Diritto Agrario nell'ateneo ferrarese dove, dal 1980, è stato Professore ordinario.
Fu il primo fra i giuristi agraristi italiani a comprendere che il diritto agrario avrebbe visto la sua evoluzione nel diritto agro-alimentare, tanto da essere anche il primo in Italia, nel 2002, ad istituire a Ferrara una cattedra di diritto alimentare, oggi presente nei maggiori atenei italiani.
Persona straordinaria, eclettica, dalla cultura vastissima e vivace, grande appassionato di storia e di musica, seppe coniugare le proprie capacità professionali di imprenditore e di studioso.
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Questa breve notizia biografica, dopo il saluto ai numerosi presenti da parte del presidente del Circolo Paolo Orsatti, è stata commentata da Camilla Segre a nome e per conto del Comitato per i Grandi Maestri. Presenti al concerto la vedova di Costato e la figlia.
L'impaginato era originale e in gran parte virtuosistico, con musiche di Leone Sinigaglia (1868-1944), di Josef Slavik (1806-1833), di Alfredo d'Ambrosio (1871-1914) e di Federico Buffaletti (1866-1936): come sempre, il Comitato per i Grandi Maestri si distingue nella proposta di autori eccellenti ma (purtroppo) raramente eseguiti nelle sale e nei teatri italiani.
il primo set del concerto ha visto in azione il Duo Saccon-Genot; la seconda parte invece era affidata al piano-solo di Massimiliano Genot.
Saccon ha presentato con brevi note musicologiche, di volta in volta, i brani che avrebbe eseguito, poi ha imbracciato il violino per l'esecuzione del primo pezzo: la Romanza op.29 di Leone Sinigaglia, dedicata alla memoria di papà Sinigaglia: ampia cantabilità per questo lavoro, nello spirito proprio della "romanza" che affonda le proprie migliori radici nel romanticismo e nel tardo romanticismo europeo. È musica che si affida agli struggimenti della melodia, traendo una "poesia di suoni" esaltata proprio dalle corde del violino, là dove il pianoforte ha prevalentemente un ruolo di importante sostegno ritmico-armonico.
Secondo brano in programma, la Rapsodia piemontese op.26 "A Dvorak" dove invece il virtuosismo la fa da padrone, e dove Saccon - assecondato da una perfetta intesa con il pianista - ha staccato grappoli di note nere a velocità stupefacente: eccellenti il nitore e la pulizia del fraseggio, ma soprattutto era comprensibile (anzi... audibile) la chiarezza della sintassi musicale per la intelligibilità di un diteggio che - a dispetto della velocità di esecuzione - s'inerpica chiaro e incessante sulla tastiera, dai piroli a riccio e giù giù fin quasi al ponticello e viceversa.

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Dopo siffatta esecuzione pirotecnica, Saccon è passato alla ricerca del timbro più raffinato, con il Rondò in Sol Maggiore op.42 dove risulta palese la maturità del compositore che, sulla pagina, filtra la musica da tastiera tenendo conto di una estetica del Novecento che non s'abbandona alla sperimentazione ma ammoderna e si rinnova senza rinnegare la tradizione.
Grandi applausi per ogni esecuzione, compresa la riproposta del Rondino di Josef Slavik (già eseguito a Ferrara dal Duo, proprio al Circolo Negozianti, nel gennaio scorso) dove la cantabilità si alterna al virtuosismo in un pezzo breve da concerto, ma anche vero gioiello da bis.
Saccon non si è fermato qui: assecondato da Genot ha proposto, sentiti i calorosi applausi, ben due fuori programma. Prima la Chanson-berceuse di Alfredo d'Ambrosio, poi la sfolgorante parafrasi dell'aria di Figaro "Largo al factotum" dal Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, scritta da Mario Castelnuovo Tedesco per il violino nientemeno che di Jascha Heifetz. Pubblico quasi in delirio al termine dell'esecuzione.
Qui Saccon ha salutato; e la seconda parte del concerto è iniziata - dopo un breve intervallo - con Genot al piano-solo. Come aveva fatto in precedenza il suo partner, anche il pianista ha spiegato, brano dopo brano, quel che andava ad eseguire. Si è trattato di una carrellata dedicata prima ad Alfredo d'Ambrosio (Premières tendresses del 1896, En Bandinant del 1909, Feuilles ésparses del 1906, Apaisement du soir  e Cortège du gnomes del 1924), poi a Leone Sinigaglia per alcune pagine tratte da Fogli d'album op.7 un lavoro dedicato alla sorella Alina e adatto, nella sua semplicità esecutiva ed espositiva, per chi - studiando pianoforte - comincia già ad approcciare con successo e soddisfazione quei pezzi che hanno funzione soprattutto formativa.

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Il virtuosismo, Genot, lo ha innescato nel bellissimo e folgorante Staccato-Etude op.11 uno studio sempre di Sinigaglia che non ha nulla da invidiare alla scrittura più impegnativa di uno Chopin o di uno Skrjabin.
Chiusura di concerto con un pezzo godibilissimo datato 1890 di un compositore misconosciuto quale Federico Bufaletti, Mazurka de Severina. La leggiadria del pezzo la dice la parola stessa, mazurka.
Calorosi applausi anche per Massimiliano Genot, per un concerto che nel complesso è durato oltre 2 ore, quindi al di là della media, onorevolmente e meritatamente. E grazie al Comitato per i Grandi Maestri.
(la recensione si riferisce al concerto di giovedì 24 settembre 2025)

Crediti fotografici: Fototeca gli Amici della Musica Uncalm
Nella miniatura in alto: il compianto prof. Luigi Costato
Sotto, a destra, Camilla Segre e Paolo Orsatti durante il saluto prima del concerto
Al centro: Christian Joseph Saccon e Massimiliano Genot
Sotto: Genot nel suo programma di piano-solo





Pubblicato il 31 Agosto 2025
L'edizione 2025 del Festival cameristico di San Diego č stata un viaggio attraverso le pietre miliari
SummerFest grande musica da camera servizio di Ramón Jacques

20250831_00_SanDiego_SummerFest2025_ReneFleming_phKenJacquesSAN DIEGO (USA) - SummerFest 2025, The Baker-Baum Concert Hall. Il festival di musica da camera SummerFest, che si tiene ogni estate a San Diego, California dal 1986 ed è organizzato dall'associazione musicale locale La Jolla Musical Society (LJMS), è diventato un appuntamento imperdibile per gli amanti della musica cameristica (nel sud della California come nella parte ovest di questo enorme paese) non solo per la varietà di opere e compositori eseguiti (che coprono un'ampia varietà di epoche, da Bach, Mozart, Handel a rinomati compositori contemporanei come Korngold, Widman, Nielsen, Sibelius, Britten, Mustonen o Aucoin; senza dimenticare Beethoven, Mendelssohn, Mahler, Chopin, Schubert, Schumann e molti altri), ma anche per il livello e la qualità degli artisti che prendono parte a ciascuno degli eventi organizzati nell'ambito di questo festival.
L’edizione 2025 è stata definita un “viaggio attraverso le pietre miliari”, poiché ogni concerto ha messo in luce una fase della vita o un punto di svolta che ha illuminato la sperimentazione giovanile, le scoperte che hanno ridefinito i confini e le riflessioni finali che hanno consolidato l’eredità leggendaria di molti dei musicisti le cui opere sono state selezionate.
La seconda settimana del festival si è aperta con un interessante e suggestivo concerto intitolato "For the end of Time" (Per la fine dei tempi), il cui punto di riferimento, la sua pietra miliare, sarebbe la morte. La prima parte ha presentato l’opera cameristica in otto movimenti “Quatuor pour la fin du temps” (Quartetto per la fine dei tempi) del compositore francese Olivier Messiaen (1908–1992). Messiaen la compose nel 1941 durante il suo periodo di prigionia di guerra, quando fu catturato dai nazisti dopo essere stato reclutato all’età di 31 anni dall’esercito francese come assistente medico, per l’ingresso della Francia nella Seconda Guerra Mondiale.
L’opera presenta un significato religioso, ispirato ai passi biblici del capitolo decimo dell’Apocalisse (noto anche come Libro delle Rivelazioni) del Nuovo Testamento, attribuiti a Giovanni, che la scrisse durante il suo esilio sull’isola di Patmos, una situazione simile a quella vissuta dallo stesso Messiaen.
Durante la sua prigionia, Messiaen si trovò casualmente in compagnia di un violinista, un clarinettista e un violoncellista (oltre sé stesso al pianoforte), e si assunse il compito di comporre un brano per questa formazione. Oltre al carattere mistico e religioso dell’opera, si evidenziano le tecniche innovative di questo celebre compositore del XX secolo. È opportuno ricordare che la prima esecuzione assoluta dell’opera ebbe luogo presso lo Stalag VIII-A di Görlitz, in Germania.

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Un quartetto di musicisti d’eccezione ha eseguito il brano al SummerFest di San Diego: il pianista israeliano Inon Barnatan (direttore artistico del festival), l’illustre violoncellista franco-tedesco Nicolas Altstaedt (noto per le sue esplorazioni della musica antica), il virtuoso clarinettista Ricardo Morales (clarinetto principale della Philadelphia Orchestra) e il celebre direttore d’orchestra statunitense Alain Gilbert (ex direttore della New York Philharmonic), qui nel suo ruolo poco noto di violinista.
I musicisti hanno dimostrato un profondo senso di unità e una viva partecipazione emotiva durante l’esecuzione dell’opera. Quest’ultima presenta passaggi riflessivi e meditati, estesi e persino esotici e sensuali, come ad esempio “Abîme des oiseaux” (Abisso degli uccelli), dove Ricardo Morales ha brillato per la sua abilità e destrezza al clarinetto.
Messiaen stesso aveva fornito una descrizione dettagliata e ricca di sfumature di ciascuno degli otto movimenti. Il primo movimento raffigura il risveglio dell’alba al canto degli uccelli; il primo e il terzo movimento evocano la potenza degli angeli, con tenui cascate sonore al pianoforte e un recitativo di violino e violoncello. Nell’ottavo movimento, “Lode all’immortalità di Gesù”, una frase infinitamente lenta di amore e riverenza emana dal violoncello; in “Danse de la fureur, pour les sept trompettes” (Danza della Furia, per sette trombe), i quattro strumenti suonano all’unisono con una sonorità gradevole, ricreando l’effetto di gong e trombe (sei trombe si riferiscono alle catastrofi dell’Apocalisse, e la settima è quella dell’angelo che annuncia il compimento del mistero di Dio): in questo movimento si possono anche udire schemi ritmici che aumentano e diminuiscono con una sonorità gradevole che lo rende uno dei momenti più avvincenti dell’intero brano.
Dopo l’intervallo, si è giunti al momento più atteso della serata: il debutto in questo ciclo del celebre soprano Renée Fleming, in una delle sue rare apparizioni odierne sui palcoscenici americani. La Fleming aveva già cantato in questa città agli inizi della sua carriera il ruolo di Tatiana in "Eugene Onegin" con la San Diego Opera nel 1994 e il ruolo da protagonista in Rusalka nel 1995. In questa occasione, ha interpretato i "Vier letzte Lieder" (Ultimi quattro Lieder) di Richard Strauss (1864-1949), compositore molto legato alla carriera della Fleming, i cui ruoli aveva interpretato sul palcoscenico nelle sue opere principali, così come nella maggior parte delle sue registrazioni. I quattro Lieder, composti nel 1948, avrebbero anche rappresentato un commovente addio all’illustre carriera del compositore.

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I musicisti che hanno suonato il quartetto di Messiaen, supportati da altri solisti del festival, hanno formato la SummerFest Chamber Orchestra per questa esibizione, diretta da Alain Gilbert. L’orchestra ha creato un’ambientazione musicale sommessa, leggera, ma al tempo stesso sentimentale e romantica, in cui la Fleming ha permeato ed evidenziato il senso di calma, appagamento e accettazione della vita e della morte che il compositore cercava di trasmettere: la celebre cantante ha dimostrato grande personalità, eleganza e maestria nel suo portamento e nella sua interpretazione vocale. Non a caso si è guadagnata il posto tra le cantanti liriche più straordinarie e influenti del nostro tempo, ed è stata un’occasione indimenticabile - quella del SummerFest - di vederla sul palco. Il suo canto riflette ancora la musicalità e la cadenza che trasmettono emozioni, sebbene manchi di una certa raffinatezza nella chiarezza e nella dizione. Il suo registro acuto era un po’ rauco, ma nel complesso non ha influenzato la sua interpretazione di: “Frühling” (Primavera), “Settembre”, “Beim Schlafengehen” (Nel sonno), dove si percepiva il desiderio di dormire avvolti nella notte, e “Im Abendrot” (Al tramonto).
La sua voce era accompagnata dall’ampio e brillante passaggio per violino solo del primo violino Noah Bendix-Bagley, interprete americano e primo violino dei Berliner Philharmoniker. Nonostante la breve durata dell’opera di Richard Strauss, di soli venticinque minuti, l’esibizione di Renée Fleming si è rivelata un momento fugace, e nonostante i calorosi applausi, ma con una certa insolenza  e freddezza verso il pubblico da parte di artisti che dicono di essere chi sono grazie a loro, la cantante ha scelto di congedarsi senza concedere il bis.
(La recensione si riferisce al concerto di martedì  5 agosto 2025)

Crediti fotografici: Ken Jacques (LJMS)
Nella miniatura in alto: La cantante Renée Fleming
Sotto: il Quartetto con
il pianista Inon Barnatan, il violoncellista Nicolas Altstaedt , il clarinettista Ricardo Morales e il celebre direttore d’orchestra Alain Gilbert (qui nel suo ruolo poco noto di violinista)
Al centro: ancora Renée Fleming sotto la guida del direttore Alain Gilbert
In fondo: il pubblico che gremiva la Baker-Baum Concert Hall di San Diego






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Frescobaldi Day a Palazzo Schifanoia
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20250914_Fe_00_FrescobaldiDay_MarinaDeLisoFERRARA - Marina De Liso, mezzosoprano e docente di musica antica nel Conservatorio "Girolamo Frescobaldi" nonché coordinatrice del "Concentus Musicus Fe' Antica"  ha presentato ieri nella bella e confortevole sala pubblica di Palazzo Schifanoia il primo concerto della stagione 2025/26 di Ferrara Musica: quest'anno l'associazione concertistica
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Vocale
Dalla romanza alla canzone napoletana
servizio di Simone Tomei FREE

20250913_00_PonteAMoriano_Concerto_AntonioCiprianiPONTE A MORIANO (LU) - La serata del 12 settembre 2025 al Teatro Idelfonso Nieri di Ponte a Moriano si è chiusa l’edizione di "Un Teatro Sempre Aperto", confermando ancora una volta la qualità e la coerenza di una rassegna che, pur in assenza della storica sala cittadina del Teatro del Giglio, ha saputo mantenere viva la propria presenza sul
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Opera dall Estero
Una Traviata trasposta nel Novecento
servizio di Ramón Jacques FREE

20250910_00_Bogota_LaTraviata_JuliaMuzychenko_phJuanDiegoCastilloBOGOTÀ (Colombia) - 24 agosto 2025, Teatro Mayor Julio Mario Santo Domingo.
In occasione della quindicesima stagione del Teatro Mayor Julio Mario Santo Domingo, attualmente il palcoscenico più importante della Colombia, si è tenuta una nuova rappresentazione di La traviata. L’opera,
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Opera dal Centro-Nord
Ode a Leopardi e Medium prova generale
servizio di Simone Tomei FREE

20250901_Li_00_OdeALeopardi_Mascagni Festival2025LIVORNO – In un Mascagni Festival sempre più attento al dialogo fra memoria storica e ricerca espressiva, la serata del dittico Ode a Leopardi di Pietro Mascagni e The Medium di Gian Carlo Menotti, presentata agli Hangar Creativi, ha offerto un accostamento insolito ma fecondo tra due poetiche distanti eppure unite dalla tensione verso il mistero
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Eventi
ROF bilancio 2025 e programma 2026
redatto da Athos Tromboni FREE

20250901_Ps_00_ROF-Bilancio2025Programma2026PESARO - A Pesaro si dichiarano soddisfatti per i risultati non solo artistici del Rossini Opera Festival 2025. Ecco qui sotto, in sintesi, la valutazioni che illustrano sommariamente gli obiettivi raggiunti e anche le anticipazioni per l'edizione 2026.

I numeri che contano
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Opera dal Centro-Nord
Manon Lescaut fra le sculture blu
servizio di Simone Tomei FREE

20250831_TorreDelLago_00_ManonLescaut_MariaJoseSiri_phGiorgioAndreuccettiTORRE DEL LAGO (LU) - Il 71° Festival Puccini si avvia alla conclusione con l’ultimo debutto operistico della stagione in una serata di fine agosto molto suggestiva: Manon Lescaut è tornata al Gran Teatro sulle sponde del Massaciuccoli nella produzione di Igor Mitoraj del 2003, ripresa con cura nella regia di Daniele De Plano, scene di Luca Pizzi
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Classica
SummerFest grande musica da camera
servizio di Ramón Jacques FREE

20250831_00_SanDiego_SummerFest2025_ReneFleming_phKenJacquesSAN DIEGO (USA) - SummerFest 2025, The Baker-Baum Concert Hall. Il festival di musica da camera SummerFest, che si tiene ogni estate a San Diego, California dal 1986 ed è organizzato dall'associazione musicale locale La Jolla Musical Society (LJMS), è diventato un appuntamento imperdibile per gli amanti della musica cameristica (nel sud
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Vocale
Giovane Scuola al Mascagni Festival
servizio di Simone Tomei FREE

20250929_Li_00_ GalaVerismo_FestivalMascagni_PietroMascagniLIVORNO - Il Mascagni Festival 2025, nell’anno dell’ottantesimo della scomparsa del compositore, si conferma laboratorio vivo di idee più che semplice contenitore di eventi: una geografia del suono disseminata tra Livorno, la provincia e luoghi simbolici d’Italia e del mondo, capace di intrecciare concerti, opere, letture sceniche e creazioni originali
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Opera dal Centro-Nord
Sepe una delicata Butterfly
servizio di Nicola Barsanti FREE

20250825_00_TorreDelLago_MadamaButterfly_AntoninoFogliani_phGiorgioAndreuccettiTORRE DEL LAGO (LU) – Diamo conto ai nostri lettori della replica del quarto titolo in cartellone nell’ambito del 71° Festival Puccini: Madama Butterfly. Per regia, scene e costumi rimandiamo alla recensione della prima rappresentazione che potete consultare qui .
La principale differenza rispetto al debutto riguarda il ruolo
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Eventi
Turandot e le altre
redatto da Athos Tromboni FREE

20250824_TorreDelLago_00_FestivalPuccini2026_TurandotiELeAltre_DisegnoDiEliosLippiTORRE DEL LAGO (LU) -  Questa volta si parte in largo anticipo: è ormai definitivo - infatti - il programma della 72.esima edizione del Festival Puccini di Torre del Lago (Viareggio) che si svolgerà nel Gran Teatro all’aperto sul Lago di Massaciuccoli nell’estate 2026 e che era stato anticipato nella conferenza stampa dello scorso maggio dal presidente
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Opera dal Centro-Nord
Alina Tkachuk la rivelazione
servizio di Nicola Barsanti FREE

202516_TorreDelLago_00_Turandot_AlinTkachukTORRE DEL LAGO (LU) - La rappresentazione di Turandot al Gran Teatro Giacomo Puccini, nell’ambito del 71° Festival Puccini, propone una lettura scenica affidata alla regia di Alfonso Signorini, la cui impronta visiva rimanda all’articolo della prima rappresentazione che potete trovare qui. L’allestimento conferma la forza visiva e simbolica dell’opera, ma
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Opera dal Nord-Est
Rigoletto, Nabucco e Aida
servizio di Nicola Barsanti FREE

20250814_Vr_00_Rigoletto_phEnneviFotoVERONA - L’anfiteatro Arena, con i suoi duemila anni di storia e le gradinate che custodiscono memoria e suggestione, si conferma il più imponente palcoscenico a cielo aperto dedicato all’opera lirica. Ogni estate l’antico anfiteatro romano si trasforma in una cassa armonica naturale, dove le note dei grandi compositori si fondono con l’energia collettiva
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Opera dal Centro-Nord
Butterfly e la simbologia degli alberi
servizio di Simone Tomei FREE

20250809_TorreDelLago_00_MadamaButterfly_MariaAgresta_phGiorgioAndreuccettiTORRE DEL LAGO (LU) - Madama Butterfly di Giacomo Puccini è il quarto titolo a susseguirsi sul palcoscenico del Festival Puccini di quest’anno. Per la sua 71ª edizione, la rassegna ha affidato la regia a Manu Lalli, che propone una lettura capace di andare oltre la mera rappresentazione scenica, trasformando il linguaggio visivo e simbolico in un elemento
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Opera dal Centro-Nord
La bohčme disegnata da Scola
servizio di Simone Tomei FREE

20250808_TorreDelLago_00_LaBoheme_CarloRaffaelli_phGiorgioAndreuccetti.JPGTORRE DEL LAGO (LU) - Tra i capolavori pucciniani La Bohème occupa un posto di privilegio per la sua capacità di fondere realismo e poesia, leggerezza giovanile e dramma struggente. Dal debutto del 1º febbraio 1896 al Teatro Regio di Torino, sotto la bacchetta di un giovane Arturo Toscanini, questo dramma lirico in quattro quadri - tratto dalle
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Jazz Pop Rock Etno
Ferrara Film Orchestra e la bacchetta di Ambra
servizio di Athos Tromboni FREE

20250803_00_GiardinoPerTutti_FerraraFilmOrchestra_CristinaColettiFERRARA - La prima serata della rassegna Giardino per tutti organizzata ai piedi del grattacielo dal Comune di Ferrara con la collaborazione del Teatro Comunale "Claudio Abbado", dentro il Parco Coletta, ha fatto l'en-plein. Era in pedana la Ferrara Film Orchestra capitanata dalla bacchetta di Ambra Bianchi
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Opera dal Centro-Nord
Buratto bel debutto in Tosca
servizio di Simone Tomei FREE

20250802_TorreDelLago_00_Tosca_EleonoraBuratto_phGiorgioAndreuccettiTORRE DEL LAGO PUCCINI (LU) - Nel terzo fine settimana del 71° Festival Puccini di Torre del Lago, la seconda recita di Tosca ha riproposto uno degli allestimenti più attesi di questa edizione. La produzione, firmata da Alfonso Signorini in veste di regista e costumista, si è presentata con una veste visiva marcatamente simbolica, ricca di richiami
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Opera dal Nord-Est
Nabucco Carmen La traviata
servizio di Angela Bosetto FREE

20250731_Vr_00_Nabucco_StefanoPodaVERONA – Anna Netrebko, Anita Rachvelishvili e Rosa Feola, ovvero Abigaille, Carmen e Violetta Valéry. Sono loro le tre grazie musicali che, dal 17 al 19 luglio 2025, hanno acceso l’Arena, rendendo ciascuna rappresentazione meritevole di grande interesse in virtù della propria peculiarità. Per il soprano russo si trattava del debutto italiano come figlia
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Jazz Pop Rock Etno
Verdi e il jazz un dialogo
servizio di Simone Tomei FREE

20250727_Fabbiano_00_ValtidoneFestival_AlessandroBertozziFABBIANO, Borgonovo Val Tidone (PC) - Nella serata di sabato 26 luglio 2025, un angolo a me ancora misconosciuto della Val Tidone, la suggestiva piazzetta di Fabbiano, frazione di Borgonovo Val Tidone, si è trasformato in un crocevia di sublime audacia musicale. Il Valtidone Festival, giunto alla sua 27ª edizione e promosso dalla
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Opera dal Centro-Nord
Ecco la Bohčme che ti aspetti
servizio di Athos Tromboni FREE

20250720_TorreDelLago_00_LaBoheme_PierGiorgioMorandi_phGiorgioAndreuccettiTORRE DEL LAGO PUCCINI (LU) - Un po' meno pubblico per La bohème rispetto alla Tosca della sera precedente, nel Gran Teatro all'aperto sul Lago di Massaciuccoli. Comunque una buona presenza (diciamo a spanne, oltre 2 mila spettatori?) per un ritorno, quello della regia "cinematografica" di Ettore Scola del 2014 ripresa da
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Opera dal Centro-Nord
Un magico Elisir
servizio di Simone Tomei FREE

20250716_Fi_00_LElisirDAmore_AntonioMandrrillo_phMicheleMonastaFIRENZE - L'elisir d'amore di Gaetano Donizetti è un capolavoro senza tempo che, a quasi due secoli dalla sua prima rappresentazione, continua a incantare e commuovere. Definito "melodramma giocoso", fonde mirabilmente la profondità patetica con l'arguzia dell'opera buffa italiana, creando una "commedia agrodolce" capace di strappare
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Echi dal Territorio
79 anni di emozioni
redatto da Athos Tromboni FREE

20250715_Spoleto_00_Stagione2025_AntonioAgostini_phRomboniDalleLucheSPOLETO (PG) - Partirà il 7 agosto 2025 per concludersi il 24 settembre la nuova Stagione lirica del Teatro Lirico Sperimentale "A. Belli" giunta al lodevole traguardo della 79.ma edizione. Gli spettacoli, oltre che nella città spoletina, andranno in scena anche nei principali teatri dell'Umbria: «79 anni di emozioni, una stagione da vivere!» è lo slogan
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