Pubblicato il 19 Maggio 2025
La commistione fra balletto classico e opera lirica ha creato l'unicum sullo stesso soggetto
Giselle around Le Villi servizio di Simone Tomei

20250519_Lu_00_GiselleAroundLeVilli_BeatriceVeneziLUCCA - Sabato 17 maggio 2025, il Teatro del Giglio ha chiuso la sua stagione lirica con la prima nazionale di Giselle around Le Villi, un evento che ha trasceso la semplice rappresentazione per divenire un'operazione artistica di profonda risonanza. Non un mero spettacolo, ma una narrazione avvincente che ha saputo intessere due capolavori apparentemente distanti in un'unica, vibrante tessitura.
Frutto di una felice coproduzione tra il Teatro del Giglio e l'Ente De Carolis di Sassari, questo coraggioso progetto di esplorazione e ricerca sulla musica del giovane Giacomo Puccini ha dimostrato con eloquenza come l'innovazione più autentica possa fiorire dal rispetto più profondo per la storia. Le Villi di Puccini e Giselle di Adolphe-Charles Adam, opere che condividono un soggetto intriso di fantastico e dramma romantico, si sono rivelate punti di svolta cruciali nelle carriere dei rispettivi compositori.
Se Giselle segnò il debutto di Adam nel mondo del balletto, Le Villi proiettò Puccini nell'olimpo operistico.
La loro unione in un dialogo inatteso e sorprendente ha rivelato affinità insospettabili.
Il cuore pulsante di questa fusione magistrale risiede nella partitura firmata da Sergio Oliva e Silvano Corsi. Lungi dal limitarsi a una giustapposizione, essi hanno creato un vero e proprio tessuto connettivo, essenzializzando gli elementi drammaturgici e musicali attraverso sapienti adattamenti e nuovi inserti.
Come hanno spiegato i compositori stessi, l'obiettivo era «... ricreare lo stesso equilibrio anche sul piano musicale, senza che la bilancia pendesse troppo in un’unica direzione», lavorando su «scelte armoniche, strumentazione, scelta dei brani da eseguire e uso di ponti modulanti e nuovi inserti musicali che creassero un colore unico ed il senso di una fusione indolore e teatralmente valida tra due grandi autori
Il pubblico è stato così guidato in un percorso che ha permesso di seguire simultaneamente la narrazione del Balletto e quella dell'Opera lirica, in un'esperienza immersiva che ha catturato attenzione ed emozione, svelando ancora una volta la straordinaria attualità del giovane Puccini.
Per addentrarsi nella profondità di questa operazione drammaturgica, è indispensabile soffermarsi sul monologo d'apertura, interpretato con intensità da Cataldo Russo nei panni de L'uomo della vita reale.

20250519_Lu_01_GiselleAroundLeVilli_AnastasiaBoldyrevaCarloVentre_445x297 _phFotoAlcideLucca 20250519_Lu_02_GiselleAroundLeVilli_AlbertoGazale_445x297_phFotoAlcideLucca


Le sue parole, vibranti e penetranti, hanno posto le fondamenta di ciò che si sarebbe dispiegato sul palco, interrogando il pubblico sul senso profondo dell'arte e della narrazione in un'epoca frettolosa:

"Perché si danza?
Perché si canta?
Perché, in questo tempo frettoloso, si osa ancora raccontare l’amore e la morte
con il linguaggio dei sogni?
Due mondi si specchiano stanotte.
Giselle, la fanciulla che muore d’amore, e Le Villi, gli spiriti che vendicano l’abbandono.
Due leggende, due partiture, un solo destino:
quello di chi ama troppo,
di chi perde tutto,
di chi cerca nell’arte un modo per restare.
Sono corpi, i nostri.
Corpi che parlano, che gridano, che cadono e si rialzano.
Voci che tremano tra le pieghe di una melodia antica.
Fiori spezzati. Promesse infrante.
Stasera il palcoscenico è grembo e tempesta.
Un padre chiama la figlia perduta.
Un amore si disfa tra le dita del tempo.
Le Villi danzano. Giselle sospira.
Puccini e Adam si tengono per mano,
e nei loro accordi si incrociano i passi di chi è vivo
e i sussurri di chi non lo è più.
Perché?
Perché ora?
Perché osare, mescolare, fondere, confondere?
Perché l’arte vera è sempre un atto di coraggio.
E noi siamo qui
a cercare un varco,
a strappare il sipario tra il visibile e l’invisibile,
a raccontare – ancora una volta –
che l’amore può uccidere,
ma anche resuscitare.
E allora ascoltate. Guardate.
Lasciatevi toccare.
Perché stanotte, su questo palco,
la leggenda prende corpo
e la poesia diventa carne.
E nulla sarà come prima."

20250519_Lu_03_GiselleAroundLeVilli_Scena_900x314_phFotoAlcideLucca

A fare da contrappunto e chiarimento a queste parole, risuona la riflessione del M° Alberto Gazale, vero deus ex machina di questo progetto, che non solo ne è stato l'ideatore e motore, ma anche il regista e scenografo. La sua audace visione, che ci introduce al cuore della sua concezione, ha risposto alla domanda sul "perché" di un'operazione così complessa: «… non si tratta di una nuova composizione, bensì dell’accostamento di due mondi che si specchiano a vicenda. L’intento è quello di offrire una visione simultanea, un doppio binario percettivo. Due universi musicali lontani vengono destrutturati e ricomposti, uniti da una medesima sostanza drammaturgica. Il progetto è frutto di un lavoro di ricerca che ha indagato modalità nuove per farli convivere. L’approccio teatrale – condiviso con gli adattatori musicali – cerca di restituire quello stesso spirito istintivo e coraggioso che ha animato la leggenda delle Villi sin dalle sue origini. Il collante tra i due mondi? Le atmosfere nordeuropee, filtrate da una sensibilità latina, come avvenne per Adam e Puccini… Nessuna pretesa di riscrivere la storia o di snaturare i capolavori. Piuttosto, un tentativo – rispettoso ma coraggioso – di proiettare queste opere nel futuro, con lo spirito libero e sperimentale delle avanguardie degli anni Ottanta. Perché l’arte, per vivere, ha bisogno di osare.»
La visione artistica di Gazale si è concretizzata grazie a un team di professionisti di grande talento: i costumi di Marco Nateri, le luci di Tony Grandi, l'aiuto regia di Siria Colella e la scenotecnica di Danilo Coppola.

20250519_Lu_04_GiselleAroundLeVilli_Facebook_phFotoAlcideLucca

Un contributo musicale di spessore è stato offerto dal M° Beatrice Venezi che, al suo debutto ufficiale nella città natale, ha impresso un carattere deciso alle transizioni musicali tra le due composizioni, cercando un equilibrio dinamico e ritmico con le voci sul palcoscenico, rispettandole e agevolandole con maestria. A tal proposito, la stessa Venezi ha condiviso la sua prospettiva: «... con Alberto Gazale…, ci siamo spesso chiesti quali siano le esigenze del pubblico di oggi, in termini di contenuti, emozioni, ma anche durata e fruizione. Dunque, questo lavoro così particolare riflette la nostra personale risposta a queste domande e all’esigenza, oltre che alla volontà, di sperimentare un nuovo modo per traghettare i grandi classici nella contemporaneità, allargando i confini del pubblico, coinvolgendolo in modo sinestetico e multidisciplinare.»
Il cast vocale ha dato vita ai personaggi con straordinaria intensità.
Lo stesso Alberto Gazale, nei panni di Guglielmo Wulf, ha incarnato il personaggio con profonda dolenza e maturo pathos emozionale.
Il Roberto di Carlo Ventre non ha solo interpretato, ma ha fraseggiato divinamente, ricamando l'ordito della parola sul tessuto musicale con una vocalità sempre a fuoco, tonante e passionale.
Anche Anastasia Boldyreva (Anna) ha saputo imprimere il carattere dolente della giovane Anna, con una performance di grande impatto emotivo.
Un ruolo di primo piano è stato giocato dalle originali coreografie di Luigia Frattaroli, che hanno trovato vita e splendore grazie all'eccezionale bravura del ben preparato corpo di ballo.
I danzatori solisti Corinne De Bock e Maxime Mathieu Quiroga, affiancati dal corpo di ballo composto da Luca Cappai, Claudia Floris, Maria Grazietti, Rachele Montis, Giulia Mostacchi, Chiara Mura e Giulia Vacca, hanno trasformato ogni movimento in piccoli, raffinati cammei, contribuendo in maniera determinante a uno spettacolo di piacevolezza e profondità visiva.
La piena e innegabile riuscita del progetto si è manifestata in questa audace e rispettosa sperimentazione. La fusione non è stata una semplice sovrapposizione, bensì un'amalgama sopraffina, armonica nei colori, nei sapori, nelle emozioni. Il risultato è stato una serata di autentico e profondo gusto musicale e teatrale, dove ogni elemento ha contribuito a tessere un'esperienza coesa, vibrante e profondamente toccante.
Un teatro abbastanza gremito ha decretato il successo di una serata di musica e teatro che si è distinta per la sua originalità e la qualità dell'esecuzione.
(La recensione si riferisce alla recita di sabato 17 maggio 2025)

Crediti fotografici: Foto Alcide per il Teatro del Giglio di Lucca
Nella miniatura in alto: il direttore Beatrice Venezi
Al centro, in sequenza: Anastasia Boldyreva (Anna) e Carlo Ventre (Roberto)
Sotto: panoramiche su Giselle around Le Villi





Pubblicato il 01 Maggio 2025
Nel Teatro Goldoni č andato in scena l'ultimo capolavoro di Verdi protagonista Federico Longhi
Un Falstaff maturo e autoritario servizio di Simone Tomei

20250501_Li_00_Fastaff_FedericoLonghi_phAndreaTrifilettiTeamBizziLIVORNO - Con Falstaff, ultimo capolavoro di Giuseppe Verdi, si è conclusa la stagione lirica 2024-25 del Teatro Goldoni, regalando ai livornesi un ritorno atteso da più di un secolo. L’opera, infatti, era stata rappresentata nella città toscana soltanto una volta in oltre cento anni. La messinscena è frutto di una prestigiosa collaborazione internazionale con il Teatro Nazionale Sloveno SNG Opera Ljubljana, dove lo spettacolo ha debuttato lo scorso settembre. Le premesse, indubbiamente stimolanti, vengono purtroppo disattese da un allestimento che appare sin dalle prime battute priva di coerenza drammaturgica e lontana da una visione registica solida e giustificata. L’ambientazione circense – con roulotte, attrezzi da spettacolo viaggiante e personaggi trasformati in caricature-creature animalesche – si rivela un espediente gratuito, scollegato tanto dal libretto di Boito quanto dal sottotesto verdiano.
La regia è di Emanuele Gamba, con le scene di Massimo Checchetto, i costumi di Carlos Tieppo e le luci di Michele Rombolini. Quella che dovrebbe essere una rilettura contemporanea si riduce, invece, a un esercizio di stile piuttosto superficiale, privo di un reale dialogo con l’opera. Il secondo atto acuisce ulteriormente il disorientamento, proponendo inserti dal tono grottesco – come ad esempio la presenza di una lavatrice – e personaggi femminili (le comari) abbigliati in un discutibile stile trash-chic, che si muovono in scena con gestualità stereotipate e relazioni sceniche poco costruite. Anche il finale, che dovrebbe esplodere nella proverbiale beffa collettiva, si risolve in un momento privo di verve, in cui l’ironia e la leggerezza farsesca svaniscono, lasciando il posto a un epilogo fiacco, visivamente piatto e drammaturgicamente povero.

20250501_Li_01_Fastaff_Scena_445x296_phAndreaTrifilettiTeamBizzi 20250501_Li_02_Fastaff_Scena_445x296_phAndreaTrifilettiTeamBizzi
20250501_Li_03_Fastaff_Scena_445x296_phAndreaTrifilettiTeamBizzi 20250501_Li_04_Fastaff_Scena_445x296_phAndreaTrifilettiTeamBizzi
20250501_Li_05_Fastaff_Scena_900x383_phAndreaTrifilettiTeamBizzi

Sotto il profilo musicale, la direzione del M° Marco Guidarini a capo dell’Orchestra del Teatro Goldoni si è distinta per un approccio lucido e profondamente rispettoso nei confronti della partitura verdiana, cui ha restituito una lettura essenziale e ben calibrata. La sua interpretazione è stata in linea con la sua stessa visione, secondo cui in Falstaff “il gioco dell’intelligenza si intreccia costantemente con la sensibilità”. Dopo un avvio forse meno incisivo del previsto – privo di quella scintilla iniziale che ci si aspetterebbe da un’opera che vive di ritmo e leggerezza – la direzione si è progressivamente assestata su un terreno più convincente, attenta alle dinamiche e ai dettagli timbrici, cercando di costruire un dialogo serrato con il palcoscenico. Questo colloqui, tuttavia, non sempre è risultato perfettamente riuscito, anche a causa di una compagnia di canto che, seppur vocalmente corretta, ha mostrato occasionali limiti interpretativi, in particolare nella definizione dei caratteri e nella coesione d'insieme.
Federico Longhi incarna un Falstaff maturo e autoritario, padrone della scena e dotato di saldo controllo vocale, sebbene il contesto registico lo privi talvolta privato della sfumatura ironica e malinconica che rende il personaggio allo stesso tempo buffo, ma profondamente umano.
Paolo Ingrasciotta è un Ford di nitore cristallino e dizione perfetta, offrendo momenti di vero spessore teatrale ancorché sacrificato da una lettura registica del personaggio ai limiti del ridicolo; Andrea Tanzillo (Fenton) rimane corretto nell’emissione, ma manca di slancio emotivo nei passaggi più intimi. Tra i comprimari, Alfonso Zambuto disegna un Dottor Cajus incisivo, mentre Mauro Secci (Bardolfo) e Alessandro Abis (Pistola) arricchiscono la serata con verve comica e brillantezza scenica.

20250501_Li_06_Fastaff_Scena_900x302_phAndreaTrifilettiTeamBizzi
20250501_Li_07_Fastaff_Scena_900x392_phAndreaTrifilettiTeamBizzi
20250501_Li_08_Fastaff_Scena_445x296_phAndreaTrifilettiTeamBizzi 20250501_Li_09_Fastaff_AndreaTanzilloYuliaMerkudinova_445x296_phAndreaTrifilettiTeamBizzi

Sul versante femminile si riscontrano maggiori perplessità. Francesca Maionchi (Mrs. Alice Ford) si conferma interprete musicale e vocalmente precisa, ma la sua resa scenica risulta manierata e poco incisiva, privando il personaggio della vivacità e della forza seduttiva che lo contraddistingue. Yulia Merkudinova (Nannetta) fatica a imporsi: la linea di canto appare fragile e l’aria conclusiva, che dovrebbe rappresentare il suo momento di luce “sul fil d’un soffio etesio”, resta sottotono e priva di quella levità che ne fa uno dei passaggi più poetici dell’intera partitura.
Valentina Pernozzoli, nei panni di Mrs. Quickly, si impone sulla scena con una presenza magnetica e spavalda, catturando l’attenzione del pubblico. Tuttavia, la sua interpretazione oscilla tra momenti di grande potenza e passaggi in cui la voce tradisce qualche fragilità. Nelle note gravi, il suono appare a volte gonfio e poco definito, con una perdita di armonici e volume che ne smorza l’impatto. Al contrario, gli acuti risultano più curati e proiettati, rivelando una tecnica vocale ancora in evoluzione. Questa disomogeneità suggerisce un’impostazione non del tutto consolidata o forse un approccio stilistico non sempre coerente con le esigenze del ruolo.
Nikolina Janevska (Mrs. Meg Page) infine offre maggiore solidità vocale, pur restando a tratti impaludata in una musicalità poco sciolta.
Il coro del Teatro Goldoni preparato dal M° Maurizio Preziosi, sigilla l’opera con un finale puntuale e ben cesellato, guadagnandosi l’apprezzamento del pubblico.
Nonostante un teatro poco gremito, non sono mancati gli applausi per tutti.

20250501_Li_10_Fastaff_Facebook_phAndreaTrifilettiTeamBizzi

Una chiosa: “nonostante le ingenuità registiche e qualche inciampo vocale, emerge chiaro lo sforzo di unanime nel valorizzare l’ultimo, straordinario dono di Verdi: un invito a vedere nella vita un gioco dialogico fra intelletto e sentimento, sorretto da una musica che non teme di rinnovarsi fino all’ultimo respiro”.
(La recensione si riferisce alla recita di sabato 26 aprile 2025)

Crediti fotografici: Andrea Trifiletti-Team Bizzi per il Teatro Goldoni di Livorno
Nella miniatura in alto: il baritono Federico Longhi (Fanstaff)
Al centro e sotto, in sequenza: panoramiche su scene e costumi del Falstaff livornese





Pubblicato il 18 Marzo 2025
Il capolavoro tragico di Vincenzo Bellini esaltato da regia e concertazione eccellenti
Norma da manuale servizio di Simone Tomei

20250318_Fi_00_Norma_JessicaPratt_phMicheleMonastaFIRENZE - Dopo oltre quarantacinque anni di assenza, Norma torna a Firenze in un allestimento che non si limita a celebrare il capolavoro di Vincenzo Bellini, ma lo reinterpreta con una chiave scenica e musicale di forte impatto. La regia di Andrea De Rosa e la direzione del M° Michele Spotti plasmano uno spettacolo che, pur rispettando la tradizione, osa con scelte teatrali e musicali capaci di sorprendere; ma andiamo con ordine.
Il sipario si alza su un mondo sospeso, lontano da qualsiasi ricostruzione storica rigorosa, ma denso di un’infelice universalità che trascende il tempo e lo spazio. Andrea De Rosa evita ogni lettura archeologica proponendo una Gallia oppressa dai Romani non come un luogo specifico, ma come un simbolo di terra martoriata dall'occupazione straniera. Questo spazio astratto, che potrebbe appartenere a qualsiasi epoca, diventa il teatro di un dramma senza tempo che parla di oppressione e resistenza, slegato da contesti particolari ma carico di un significato universale.
Le scenografie di Daniele Spanò, essenziali e mobili, sfruttano magistralmente il nuovo sistema di ponti della Sala Grande, creando un doppio livello narrativo che emerge con forza visiva. Da un lato il mondo esterno della dominazione romana, con i suoi riferimenti impliciti alle guerre moderne e alle brutalità militari; dall'altro la dimensione privata e sofferta di Norma, Pollione e Adalgisa, i cui drammi personali si intrecciano con le grandi tragedie della storia. Le scenografie sono un intreccio perfetto di forme e spazi vuoti, che si trasformano e si adattano alle necessità della narrazione, creando una fluidità visiva che accentua il dinamismo della trama.

20250318_Fi_01_Norma_JessicaPrattMariaLauraIacobellis_phMicheleMonasta 20250318_Fi_02_Norma_JessicaPratt_phMicheleMonasta
20250318_Fi_03_Norma_MariaLauraIacobellisMertSungu_phMicheleMonasta 20250318_Fi_04_Norma_MertSunguJessicaPratt_phMicheleMonasta
20250318_Fi_09_Norma_RiccardoZanellato_phMicheleMonasta

L'uso delle luci di Pasquale Mari è cruciale nell’accentuare la contrapposizione tra questi mondi. Le luci scolpiscono lo spazio, con tagli netti e significativi che non solo isolano i personaggi nei momenti chiave, ma amplificano le loro solitudini interiori. L’alternanza tra luci fredde e calde accentua il contrasto tra la durezza e la freddezza degli invasori romani e la passione irruente dei druidi, creando un’atmosfera visivamente potente e drammaticamente incisiva.
Andrea De Rosa, nella sua lettura, non si limita a far supportare il canto dalla recitazione, ma cerca una verità drammatica che dia vita ai personaggi, restituendo loro una tridimensionalità emozionale. La sua Norma non è solo un’eroina tragica, ma una donna in balia di un conflitto interiore devastante: il dovere verso la sua missione sacerdotale si scontra con l’impulso inarrestabile dell’amore, creando una tensione che non lascia respiro. La sua interpretazione non è solo quella di un personaggio eroico, ma quella di una donna lacerata da una scelta impossibile, dove ogni gesto, ogni parola, ogni silenzio parlano di un dolore profondo e di una fatale inevitabilità.
Il canto, pur rimanendo al centro della narrazione, si intreccia con la recitazione in una fusione che rende ogni frase musicale parte di una confessione intima. La direzione vocale è tesa e intensa, con i cantanti che non solo interpretano ma vivono il loro ruolo, dando corpo a una tragicità che travalica i confini dell’opera per farsi esperienza universale.
La produzione si fa così portavoce di una riflessione sull’intensità del sacrificio umano e sull’irreparabilità delle scelte, mettendo in scena non solo la lotta di Norma e dei suoi compagni, ma anche una battaglia universale combattuta in ogni epoca tra il dovere e il desiderio, tra la forza delle circostanze e la fragilità dell’animo umano. Questo doppio binario emotivo, supportato dalla visione scenica che trascende il tempo e da una recitazione coinvolgente, lascia il pubblico con una sensazione di struggente verità, una riflessione sulla condizione umana che non si limita alla storia ma si estende alle esperienze quotidiane di ogni essere umano.

20250318_Fi_10_Norma_facebook_phMicheleMonasta

Dal punto di vista musicale, Michele Spotti guida l’Orchestra e il Coro del Maggio con una lettura attenta e stratificata, mettendo in risalto la straordinaria architettura sonora dell’opera. Una partitura scolpita con precisione, con tempi serrati che non lasciano spazio a indulgenze, ma anche con momenti di sospensione e tensione drammatica che amplificano il pathos della vicenda. La sua visione si distacca da una lettura puramente lirica, mettendo in luce la forza drammatica della partitura belliniana e l’intreccio continuo tra orchestra e canto. L’attenzione alla dinamica, il gioco sapiente tra legato e staccato e la scelta di mantenere intatti quasi tutti i recitativi conferiscono all’opera un respiro narrativo di rara intensità. Il direttore ha scelto una lettura vibrante, in cui la tensione drammatica e la trasparenza orchestrale si fondono in una narrazione musicale avvincente. La sua bacchetta ha saputo esaltare la fluidità della scrittura belliniana, mantenendo una coesione esemplare tra palcoscenico e buca. L’equilibrio fra il respiro ampio delle frasi melodiche e l’energia ritmica ha permesso di evidenziare le strutture interne della partitura, senza mai cadere in rigidità o in eccessi di pathos.
L’elemento più riuscito di questo allestimento, a mio avviso, è la coerenza tra regia e direzione musicale; De Rosa e Spotti sembrano condividere la stessa idea di Norma: non solo un’opera monumentale del belcanto, ma un dramma umano di straordinaria modernità in cui amore, potere e tradimento si intrecciano in una spirale di passioni incontenibili. È una narrazione che emoziona e scuote, che non si accontenta di sedurre con la bellezza del canto, ma vuole far riflettere su cosa significhi oggi essere prigionieri di una società, di un amore, di un destino.
Jessica Pratt ha affrontato per la prima volta il ruolo eponimo con un'intensità e una padronanza tecnica che hanno confermato il suo status di interprete d’eccezione nel repertorio belcantista, mostrando una rara eleganza vocale e spessore drammatico. Il suo approccio si colloca nella grande tradizione delle interpreti belcantiste con in più una cifra personale che evita ogni manierismo, scolpendo il personaggio con una musicalità raffinata e una gestione del fiato impeccabile, privilegiando la linea di canto e la purezza dell’emissione. Il suo timbro luminoso e l’abilità negli slanci virtuosistici hanno trovato la massima espressione nella celeberrima "Casta diva", eseguita con una purezza cristallina e una cantabilità quasi eterea; l’acuto sfolgorante e il controllo dei fiati hanno reso l’aria di sortita un momento di assoluta magia, accolta da un’ovazione incontenibile. Ma se la dimensione lirica era prevedibilmente impeccabile, è stata la sua capacità di introspezione drammatica a sorprendere: Norma è una figura complessa, una donna dilaniata tra il ruolo di sacerdotessa e la sua umanità più fragile. Il soprano australiano ha saputo tradurre questa dicotomia con intelligenza espressiva, cesellando i recitativi con accenti scolpiti e sfumature dinamiche sapientemente calibrate; il finale ha racchiuso tutta la potenza emotiva della serata: la sacerdotessa, ormai consapevole del proprio destino, ha trovato un’espressione di straziante bellezza, culminando in un "Deh! Non volerli vittime" che ha lasciato il pubblico senza fiato.

20250318_Fi_05_Norma_JessicaPrattMariaLauraIacobellis_phMicheleMonasta
20250318_Fi_06_Norma_scena_phMicheleMonasta

Una delle piacevoli scoperte di questa produzione è stata l'arte di Maria Laura Iacobellis, che ha saputo incarnare il ruolo di Adalgisa con una sensibilità raffinata e una tecnica vocale impeccabile. La scelta, già lungimirante, di affidare a due soprano i ruoli femminili - tenendo conto della voce della Pratt -, ha dato vita a una fusione armoniosa nei duetti, capace di esaltare il dramma attraverso un intreccio sonoro di rara profondità. La Iacobellis si distingue per una voce solida, che si piega con naturalezza alle esigenze della partitura, rivelando una maturità artistica straordinaria. Il suo fraseggio amabile, unito a un'intonazione sicura e a una delicatezza nell'interpretazione, le consente di trasmettere emozioni autentiche, rendendo ogni frase musicale particolarmente intensa. Nel finale del primo atto, ad esempio, la sua interpretazione non si risparmia, affrontando le invettive verso Pollione con potenza emotiva, per poi infondere al duetto "Mira o Norma" un’oasi di bellezza sonora, rapendo l’ascoltatore con una delicatezza che sfiora l’incredibile.
Mert Süngü, nel ruolo di Pollione ha offerto una prestazione vocale di grande livello. La sua voce, calda e ricca, si distingue per un timbro avvolgente che, pur nella sua potenza, mantiene una straordinaria finezza. Tecnicamente ha un saldo controllo del respiro ed una buona proiezione con un’ottima distribuzione del suono tra il registro grave e quello acuto; affronta con sicumera le note più alte che sono eseguite con squillante naturalezza senza mai inficiare nella corposità del timbro. La voce poi riesce a modellarsi sulle diverse sfumature emotive del personaggio: nei momenti più drammatici esprime la lotta interiore del proconsole romano con grande intensità, alternando passaggi di forza a momenti più lirici e introspettivi. Questo contrasto, ben gestito, arricchisce l'interpretazione, dando un dinamismo che non si limita alla sola espressione vocale ma si riflette nella costruzione psicologica del personaggio.
Il basso Riccardo Zanellato si conferma ancora una volta un artista di grande valore offrendo un Oroveso di rara profondità e raffinatezza. Il suo canto è impeccabile, caratterizzato da una limpidezza straordinaria che consente a ogni nota di risuonare con precisione, senza mai perdere in ricchezza timbrica. La sua voce potente e avvolgente riesce a emergere con naturalezza anche nei momenti più intensi dei concertati, dove la sua capacità di sovrastare il coro senza mai risultare prepotente è la testimonianza di una tecnica vocale di altissimo livello. Egli sa come governare la scena con una padronanza assoluta, riuscendo a trasmettere la forza e la dignità del suo personaggio con ogni movimento e ogni parola; ogni suo intervento è misurato, ricco di significato e sa come calarsi nel personaggio con naturalezza. Nella scena di entrata ha saputo esprimere tutta la “gravitas” del personaggio, ma è nel secondo atto che la sua interpretazione raggiunge vette straordinarie, quando la sua drammaticità si fa più intensa e la sua voce, forte e incisiva, si fonde perfettamente con l’interpretazione psicologica e la trama musicale.
Elizaveta Shuvalova ha interpretato Clotilde con una voce interessante, caratterizzata da un timbro che ha attirato la mia attenzione seppur in un ruolo di fianco. Sarebbe interessante ascoltarla in una situazione più sviluppata dove potrebbe esprimere maggiormente il suo potenziale.
Anche Yaozhou Hou, nel ruolo di Flavio, ha offerto una performance solida; la sua voce ha ben sostenuto la parte adattandosi adeguatamente al contesto senza mai risultare fuori posto.

20250318_Fi_07_Norma_YaozhouHouMertSungu_phMicheleMonasta
20250318_Fi_08_Norma_RiccardoZanellatoElizavetaShuvalovaJessicaPratt_phMicheleMonasta

Il coro come sempre, ottimamente istruito dal M° Lorenzo Fratini, ha corredato le scene d’insieme con grande professionalità.
Pubblico in delirio per tutti con punte per Jessica Pratt sia in corso d’opera che alla fine.
(La recensione si riferisce alla recita di domenica 16 marzo 2025)

Crediti fotografici: Michele Monasta per il Maggio Musicale Fiorentino - Teatro dell'Opera di Firenze
Nella miniatura in alto: Jessica Pratt (Norma)
Sotto in sequenza: la Pratt con
Maria Laura Iacobellis (Adalgisa) e Mert S
üngü (Pollione); bella panoramica di Michele Monasta su costumi e allestimento con Riccardo Zanellato (Oroveso) in primo piano
Al centro e in fondo, in sequenza: scena della "Casta Diva"; Yaozhou Hou (Flavio) con
Mert S
üngü; Riccardo Zanellato (di spalle) con Elizaveta Shuvalova (Clotilde) e Jessica Pratt






< Torna indietro

Dal Nord-Ovest Dal Nord-Est Dal Centro-Nord Dal Centro e Sud Dalle Isole Dall' Estero


Parliamone
Flatlandia del fatto percettivo
intervento di Athos Tromboni FREE

20250512_Ro_00_Flatlandia_StefanoCeleghin_phNicolaBoschettiROVIGO - Una favola in musica. Anzi una fantafavola quella messa in scena dal Teatro Sociale di Rovigo in prima esecuzione assoluta, venerdì 9 maggio (per il Teatro Ragazzi) e domenica 11 maggio 2025 (per gli abbonati alla stagione d'opera): Flatlandia è un'opera multimediale in 1 atto - recita il sommarietto - liberamente ispirata al racconto fantastico a più dimensioni di Edwin A. Abbott, scrittore, teologo e pedagogista britannico vissuto a cavallo fra Ottocento e Novecento.
Ma proprio perché è stata realizzata come opera multimediale su libretto di Andrea Vivarelli con musiche di scena originali di nove autori viventi, lo spettacolo si presta ad alcune considerazioni relative alla storia e allo sviluppo del teatro musicale.
Dunque, in principio (verso la fine del XVI secolo) era il canto con accompagnamento di strumenti cordofoni l'elemento principale, dove la voce nel "recitar cantando" era fondamentale per una rappresentazione ligia alla teoria degli affetti. Poi venne il Settecento: e Galuppi, Alessandro Scarlatti, Händel
...prosegui la lettura

VideoCopertina
La Euyo prende residenza a Ferrara e Roma

Non compare il video?

Hai accettato la politica dei cookies? Controlla il banner informativo in cima alla pagina!

Eventi
Festival Puccini 2025 e... 2026
servizio di Athos Tromboni FREE

20250528_00_TorreDelLago_PresentazioneFestivalPuccini2025_AlfonsoSignoriniTORRE DEL LAGO (LU) - Nel rinnovato e suggestivo giardino della Villa Puccini sulle rive del Lago di Massaciuccoli, accolti da Patrizia Mavilla, direttrice della Fondazione "Simonetta Puccini", si è tenuta la presentazione del 71° Festival Puccini che inaugurerà la stagione il 18 luglio 2025 con Tosca, per concludersi il 6 settembre con Manon Lescaut.   
...prosegui la lettura

Opera dal Nord-Ovest
Carmen delle parole e delle note
servizio di Simone Tomei FREE

20250526_Ge_00_Carmen_AnnalisaStroppaGENOVA – Con Carmen di Georges Bizet, l’Opera Carlo Felice di Genova ha proseguito la sua Stagione Lirica 2024-2025 mandando in scena l’ottavo titolo in cartellone. Opéra-comique in quattro atti, su libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy tratto dalla novella di Prosper Mérimée, Carmen è tra i titoli più celebri e popolari dell’intero repertorio
...prosegui la lettura

Opera dall Estero
Giulio Cesare a Berkeley
servizio di Ramón Jacques FREE

20250525_00_Berkeley_GiulioCesareInEgitto_HarryBicketBERKELEY (California, USA), Zellerbach Hall - Nel corso della tournée annuale negli Stati Uniti dell’ensemble inglese The English Concert, è stata eseguita con grande successo l’opera seria in tre atti Giulio Cesare in Egitto, HWV 17 di George Friedrich Händel (1685-1759). La rappresentazione si inserisce nel prestigioso ciclo Cal Performances di danza,
...prosegui la lettura

Vocale
La Veneziani e la Messa K.427
servizio di Athos Tromboni FREE

20250520_Fe_00_70.mo_CoraleVittoreVeneziani_PaoloPaganelliFERRARA - Il settantesimo anniversario dell'Accademia Corale "Vittore Veneziani" si è celebrato in queste settimane con diverse iniziative che hanno coinvolto la corale stessa e, naturalmente, la città. E in tutte le circostanze la città (artisti locali, istituzioni e pubblico) ha manifestato la propria simpatia verso "la Veneziani" come viene chiamata
...prosegui la lettura

Opera dal Centro-Nord
Giselle around Le Villi
servizio di Simone Tomei FREE

20250519_Lu_00_GiselleAroundLeVilli_BeatriceVeneziLUCCA - Sabato 17 maggio 2025, il Teatro del Giglio ha chiuso la sua stagione lirica con la prima nazionale di Giselle around Le Villi, un evento che ha trasceso la semplice rappresentazione per divenire un'operazione artistica di profonda risonanza. Non un mero spettacolo, ma una narrazione avvincente che ha saputo intessere due capolavori apparentemente
...prosegui la lettura

Opera dal Nord-Est
Enkbath grande Rigoletto
servizio di Rossana Poletti FREE

20250519_Ts_00_Rigoletto_AmartuvshinEnkbathTRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. E’ stato un Rigoletto come non lo si vedeva da anni, quello andato in scena al Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste. Un cast eccezionale ha animato il palcoscenico del debutto. Daniel Oren ha diretto l’Orchestra del Verdi con straordinaria maestria, attento a tutte le sfumature della splendida musica del
...prosegui la lettura

Classica
Zangiev/Gadijev accoppiata vincente
servizio di Nicola Barsanti FREE

20250517_Fi_00_ConcertoTimurZangievFIRENZE - Due opere monumentali della musica russa, lontane nel linguaggio ma accomunate da una tensione emotiva profonda, si incontrano in un’unica serata: il Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 di Sergej Prokof’ev e la Sesta sinfonia di Pëtr Il’ič Tchaikovsky, la celebre Patetica. Da un lato, un’esplosione di energia, una scrittura virtuosistica al
...prosegui la lettura

Classica
Ferrara Musica nuova Stagione
redatto da Athos Tromboni FREE

20250510_00_FerraraMusicaStagione2025-2026_MarcoGulinelliFERRARA - Presentata la Stagione 2025/2026 di Ferrara Musica: sono quattordici gli appuntamenti con le migliori orchestre italiane e internazionali, guidate da grandi direttori, tra i quali spiccano il nome di Sir Antonio Pappano sul podio della Chamber Orchestra of Europe e quello di Michele Mariotti alla guida della Filarmonica della
...prosegui la lettura

Nuove Musiche
Torna miXXer
FREE

20250508_Fe_00_TornaMixxer_StefanoCardiFERRARA - Il Festival miXXer, ideato e organizzato dal Conservatorio "Girolamo Frescobaldi" di Ferrara, giunge alla XVIII edizione e avrà luogo il 15, 16 e 17 maggio 2025  presso Palazzo Naselli Crispi,  Ridotto del Teatro Comunale,  giardino di Palazzo Giulio  D’Este, Torrione Jazz Club, Pinacoteca Nazionale di Ferrara e  loggiato di Palazzo dei
...prosegui la lettura

Eventi
Il nuovo cartellone del Regio
redatto da Simone Tomei FREE

20250505_To_00_Stagione2025-2026_RossoTORINO - Il Teatro Regio di Torino si prepara a inaugurare una stagione 2025/2026 ricca di appuntamenti imperdibili, all'insegna di un rinnovato slancio artistico e culturale. Dieci titoli operistici, che spaziano dalle vette del repertorio classico a gemme preziose del Novecento, quattro nuove produzioni che promettono di lasciare
...prosegui la lettura

Opera dal Centro-Nord
Un Falstaff maturo e autoritario
servizio di Simone Tomei FREE

20250501_Li_00_Fastaff_FedericoLonghi_phAndreaTrifilettiTeamBizziLIVORNO - Con Falstaff, ultimo capolavoro di Giuseppe Verdi, si è conclusa la stagione lirica 2024-25 del Teatro Goldoni, regalando ai livornesi un ritorno atteso da più di un secolo. L’opera, infatti, era stata rappresentata nella città toscana soltanto una volta in oltre cento anni. La messinscena è frutto di una prestigiosa collaborazione
...prosegui la lettura

Echi dal Territorio
Vivaldi e il mandolino
servizio di Edoardo Farina FREE

20250501_Fe_00_VivaldiEIMandolinoFERRARA - La programmazione invernale 2024/primaverile 2025 di “Ferrara Musica al Ridotto” - Giovani interpreti e rare occasioni d’ascolto attraverso l’organizzazione artistica di Dario Favretti autore anche delle varie ed esaustive note di sala allegate a ogni concerto della domenica mattina presso la sala Stemma del Teatro Comunale “Claudio
...prosegui la lettura

Echi dal Territorio
Garcia e i cantanti del Frescobaldi
servizio di Athos Tromboni FREE

20250430_Fe_00_AllieviConservatorioFrescobaldi_AlessandroPataliniFERRARA - Voluto dalla direttrice del Conservatorio "Girolamo Frescobaldi", Annamaria Maggese, e realizzato dai docenti Alessandro Patalini, Marina De Liso, Manolo Da Rold, Monica Benvenuti e Susanna Guerrini, si è svolto ieri nel Ridotto del Teatro Comunale "Claudio Abbado" un concerto sotto il titolo “Manuel Garcia 1775-2025, due secoli e mezzo
...prosegui la lettura

Opera dall Estero
Ainadamar a Los Angeles
servizio di Ramón Jacques FREE

20250430_00_LosAngeles_Ainadamar_AnaMariaMartinez_phCoryWeaverLOS ANGELES (USA), Dorothy Chandler Pavilion - Ainadamar, opera prima in tre atti e tre scene composta dal compositore argentino Osvaldo Golijov (nato nel 1960), è uno dei titoli in programma nella stagione in corso della Los Angeles Opera che si concluderà a giugno con una produzione di Rigoletto e i recital del tenore Joshua Guerrero
...prosegui la lettura

Personaggi
Parla Leone Magiera
redatto da Athos Tromboni FREE

20250425_Fe_00_IntervistaALeoneMagieraFERRARA - Quasi duecento giovani cantanti lirici provenienti da tutto il mondo stanno partecipando, in più giorni, alle audizioni presso il Teatro Comunale "Claudio Abbado" di Ferrara per le nuove produzioni liriche rossiniane di La Cenerentola e Il barbiere di Siviglia, in programma nelle prossime stagioni d'Opera del teatro ferrarese. Vogliono mettere
...prosegui la lettura

Opera dall Estero
Cosė fan tutte alti e bassi
servizio di Ramón Jacques FREE

20250421_00_LosAngeles_CosiFanTutte_JamesConlonLOS ANGELES CA, USA, Dorothy Chandler Pavilion - Le nuove e più dinamiche programmazioni dei teatri americani, che si concentrano sulla messa in scena di opere contemporanee, prevalentemente di compositori americani e di alcuni stranieri (il prossimo titolo in programma sarà Ainadamar del compositore argentino Osvaldo Golijov - 1960), nonché di
...prosegui la lettura

Classica
Saccon Génot ritorno a Ferrara
servizio di Athos Tromboni FREE

20250420_Fe_00_ChristianJosephSacconFERRARA - Pubblico come sempre numeroso nel salone d'onore del Circolo Negozianti in Palazzo Roverella, ieri, vigilia di Pasqua, per il secondo concerto cameristico promosso dal Comitato per i Grandi Maestri fondato e diretto da Gianluca La Villa. Dopo i saluti del presidente del sodalizio, Paolo Orsatti, sono entrati i due cameristi già conosciuti e
...prosegui la lettura

Opera dal Nord-Ovest
Danae di rara opulenza
servizio di Simone Tomei FREE

20250417_Ge_00_DieLiebeDerDanae_AngelaMeadeGENOVA - In un panorama operistico spesso dominato da titoli consolidati, emerge con prepotente originalità la produzione di Die Liebe der Danae, Op. 83 di Richard Strauss al Teatro Carlo Felice di Genova. Quest'opera, lungi dall'essere un mero reperto archeologico, si rivela un'esplorazione complessa e affascinante delle dicotomie umane, incastonata
...prosegui la lettura

Opera dal Nord-Ovest
Dama scolpita dalla luce
servizio di Simone Tomei FREE

20250408_To_00_LaDamaDiPicche_MichailPirogov_phMattiaGaidoTORINO - Il Teatro Regio ha riportato in scena La dama di picche di Pëtr Il'ič Chajkovskij, in una nuova coproduzione con la Deutsche Oper di Berlino. L'opera si è rivelata un'autentica descente aux enfers, un'immersione nelle zone più oscure e tormentate dell'animo umano. L'allestimento, ideato da Graham Vick e portato a termine con
...prosegui la lettura

Nuove Musiche
Conti Cavuoto Santini il trio
servizio di Athos Tromboni FREE

20250406_Fe_00_ConcertiAlRidotto_ClaudioConti_phGliAmiciDellaMusicaUncalmFERRARA - Ferrara Musica al Ridotto è una rassegna "parallela" e si affianca alla programmazione maggiore di quella Ferrara Musica fondata da Claudio Abbado nel 1989. La rassegna maggiore ha il pregio di proporre i grandi interpreti (solisti, direttori, orchestre) in un cartellone che mira alto; la rassegna "parallela" si assume invece il compito di valorizzare
...prosegui la lettura

Personaggi
Ferrara e Vivaldi connubio in musica
redatto da Edoardo Farina FREE

20250401_Fe_00_FedericoMariaSardelli_PersonaggiÈ il quarto anno consecutivo che il maestro Federico Maria Sardelli è presente nel cartellone musicale del Teatro Comunale "Claudio Abbado" di Ferrara. Questa volta ha proposto al pubblico estense una Serenata a tre che è praticamente una pagina dimenticata del catalogo del "Prete Rosso".
Sardelli è direttore d'orchestra, compositore,
...prosegui la lettura

Vocale
Serenata d'amore torna a cantare
servizio di Athos Tromboni FREE

20250331_Fe_00_SerenataDAmore-FedericoMariaSardelli_phMarcoCaselliNirmalFERRARA - La prima esecuzione assoluta in tempi moderni di una pagina musicale molto bella di Antonio Vivaldi, la Serenata a tre RV 690, ha richiamato nel Teatro Comunale "Claudio Abbado" un buon numero di spettatori ed estimatori della musica del "prete rosso", tanto da registrare praticamente il tutto esaurito. Ancora una volta il majeuta è
...prosegui la lettura

Classica
Il ritorno dei Cardelli
servizio di Athos Tromboni FREE

20250330_Fe_00_MatteoCardelliGiacomoCardelli_phGliAmiciDellaMusicaNetFERRARA - Il ritorno dei Cardelli. Sembra quasi il titolo di una saga, e tale parrebbe se si considerasse la regolarità con cui da un paio di lustri i recital solististici di Matteo (pianoforte) o di Giacomo (violoncello), nonché i concerti in Duo, fanno registrare una loro presenza nelle rassegne cameristiche di Ferrara. Stavolta, per gli appuntamenti dei
...prosegui la lettura

Nuove Musiche
Lo Specchio di Dioniso
servizio di Edoardo Farina FREE

20250325_Fe_00_LoSpecchioDiDioniso_AlbertoCaprioli_phGBortolaniFERRARA - Continua la ricca programmazione del Teatro Comunale “Claudio Abbado” luogo simbolo della tradizione culturale locale, nell’ambito della Stagione Opera & Danza 2024-2025 con in scena il decimo appuntamento dei quattordici previsti, Lo Specchio di Dioniso - Risonanze polifoniche erranti venerdì 21 marzo 2025 (replicatosi nella serata successiva)
...prosegui la lettura

Opera dal Nord-Est
Elektra nella Repubblica di Weimar
servizio di Simone Tomei FREE

20250323_Vr_00_Elektra_scena_111x111_phEnneviFotoVERONA – Nei fermenti intellettuali dei primi anni del Novecento, quando le teorie di Sigmund Freud e gli studi sull'isteria e sull'inconscio scuotevano le fondamenta del pensiero occidentale, il mito degli Atridi subì una profonda umanizzazione; il letterato e poeta Hugo von Hofmannsthal, reinterpretando la leggenda mitologica in chiave
...prosegui la lettura

Opera dal Centro-Nord
Norma da manuale
servizio di Simone Tomei FREE

20250318_Fi_00_Norma_JessicaPratt_phMicheleMonastaFIRENZE - Dopo oltre quarantacinque anni di assenza, Norma torna a Firenze in un allestimento che non si limita a celebrare il capolavoro di Vincenzo Bellini, ma lo reinterpreta con una chiave scenica e musicale di forte impatto. La regia di Andrea De Rosa e la direzione del M° Michele Spotti plasmano uno spettacolo che, pur rispettando la tradizione
...prosegui la lettura

Vocale
Chansons e Canzonette un viaggio raffinato
servizio di Simone Tomei FREE

20250311_Ge_00_ChansonECanzonette_PaolaGardina_phMarcelloOrselliGENOVA - La domenica mattina può trasformarsi in un’oasi di rigenerazione, un momento in cui ricaricare le energie prima di affrontare una nuova settimana. Così è stato domenica 9 marzo 2025, quando il Primo Foyer del Teatro Carlo Felice di Genova ha accolto il pubblico per un raffinato appuntamento di musica da camera dal titolo
...prosegui la lettura

Classica
Musiciennes pronipoti delle veneziane
servizio di Athos Tromboni FREE

20250307_Fe_00_LesMusiciensDuConcert_JordiSavall-AlfiaBakieva_phMarcoCaselliNirmalFERRARA - Se a un gruppo di ottime musiciste si unisce una straordinaria violinista, il gioco è fatto: Jordi Savall, il direttore filologo specialista nella musica antica, non lesina mai sorprese (ogni volta che l'abbiamo ascoltato a Ferrara e in altri teatri o festival d'altre città, è sempre stato... sorprendente) anche stavolta non ha mancato di stupire:
...prosegui la lettura

Eventi
Bologna Festival programmi divulgativi
servizio di Athos Tromboni FREE

20250304_Bo_00_BolognaFestival-ProgettiDivulgativi_MaddalenaDaLiscaBOLOGNA - Presentato oggi nelle sale più bohèmienne che rustiche della Birreria Popolare della città felsinea il programma divulgativo di Bologna Festival, titolare anche del prestigioso calendario che va sotto il nome «Libera la musica» (i concerti di questa sezione del Festival fanno perno sulla presenza di "Grandi interpreti" che per il 2025 vedranno
...prosegui la lettura


Questo sito supporta PayPal per le transazioni con carte di credito.


Gli Amici della Musica giornale on-line dell'Uncalm
Via San Giacomo 15 - 44122 Ferrara (Italy)
direttore Athos Tromboni - webmaster byST
contatti: redazione@gliamicidellamusica.it - cell. +39 347 4456462
Il giornale č iscritto al ROC (Legge 249/1997) al numero 2310